Facial Action Coding System: la tecnica di Ekman

La tecnica Facial Action Coding System di Ekman

Come si usa il FACS di Ekman

Lisa Rogai

Dopo le numerose ricerche, gli studiosi decisero di voler raggruppare tutte le espressioni facciali sul FACS, così da facilitarne la comprensione e la memoria. Molti studiosi e ricercatori, precedenti a Ekman e al suo più stretto collaboratore Friesen, si erano interessati allo studio e alla descrizione dei muscoli facciali e delle loro contrazioni correlate alle emozioni. Altri studiosi si sono occupati della parte superficiale del viso, ovvero ciò che è visibile sul volto umano senza analizzare ciò che sta sotto la superficie epiteliale. Analizzando i contributi di molti autori come Duchenne (anatomista francese), Plutchik (psicologo americano interessato allo studio delle emozioni), Huber (anch’esso anatomista) e altri, gli psicologi Ekman e Friesen costruirono una tabella composta dai vari muscoli facciali e dalle sei emozioni di base.

Quando ebbero finito, colmarono le lacune (caselle rimaste vuote) con la loro esperienza, data dalle ricerche cross-culturali. Costruita e completata la tabella reclutarono alcuni volontari e li istruirono a contrarre i singoli muscoli facciali. Una volta istruiti, i soggetti riproducevano fedelmente le espressioni facciali richieste, mentre i ricercatori fotografavano i loro volti. Le zone particolarmente interessate dalle emozioni sono tre: la fronte e le sopracciglia, la parte che comprende gli occhi, le palpebre e la radice del naso, e la parte inferiore del volto composta dalla bocca, dal mento, le guance e la parte centrale e finale del naso. Gli studiosi fotografarono anche queste tre diverse parti del volto separatamente e, associando le contrazioni di queste con le sei emozioni di base, costruirono l’Atlante Facial Action Coding System, con abbreviazione FACS (Ekman & Friesen, 1978). Per ogni emozioni spesso ci sono più di tre foto, risultanti delle sfumature espressive che l’emozione può far assumere, di una o più parti del volto. Nel complesso l’Atlante descrive 44 Action Unit (unità d’azione) dei cambiamenti possibili nell’espressione facciale e 14 AU per la direzione dello sguardo e la posizione/orientamento della testa.

Le Action Unit (AU), così chiamate dagli autori del manuale, sono caratteristiche del cambiamento del volto, rispetto all’espressione neutra. Queste caratteristiche possono essere descritte dal rigonfiamento di una parte del volto, dal suo stiramento o dalla sua contrazione muscolare. Da queste AU si formano circa 7000 combinazioni possibili anche se non tutti sono dovute a emozioni. Si evince che le Action Unit illustrate nel manuale non siano la descrizione di singoli muscoli poiché il manuale è stato creato per decodificare, quindi riconosce, le espressioni del volto; è impossibile, osservando una persona in movimento, distinguere un singolo muscolo che si contrae o si distende.

All’interno dell’Atlante, per ogni emozione, sono descritte le caratteristiche essenziali e accessorie per l’espressione corrispondente. Le caratteristiche essenziali comprendono quelle zone del volto, contratte o meno, che non possono mancare nella costruzione di una certa espressione emotiva. Le caratteristiche accessorie invece comprendono zone del volto che a volte possono essere presenti in un’espressione emotiva, ma anche in loro assenza, si può cogliere ugualmente quale sia l’origine dell’emozione (Figura 2.1). Dopo la revisione del suddetto manuale da parte di Joseph Hager è stata aggiunta una caratteristica di codifica alle singole Action Unit: l’intensità. Questa è misurata su una scala Likert a 5 punti che vanno dalla lettera dell’alfabeto A (intensità molto bassa) alle lettera E (descrive l’intensità massima). Le lettere A ed E nella pratica sono molto rare da trovare (Hager, 2002). All’interno dell’Atlante, per ogni AU, sono descritti i cambiamenti che si possono osservare nel volto (rispetto al volto neutro), indicazioni per riprodurre quei cambiamenti e come giudicare nel modo migliore l’intensità. Ekman e Friesen hanno ulteriormente sperimentato la validità e la precisione del manuale da loro prodotto con ampi risultati positivi. Un ultimo riscontro è stato offerto da un contributo esterno.

L’anatomista svedese Carl-Hermann Hjortsjo lavorò autonomamente, e senza contatto con i due Psicologi, allo studio delle espressioni facciali relative alle emozioni, e anch’egli le classificò, usando come modello per le foto il proprio volto (Hjortsjo, 1970). Dal confronto dei due elaborati si rileva una quasi totale coincidenza delle espressioni, ulteriore conferma dell’attendibilità e della precisione del FACS Ci sono a disposizioni altri manuali di altri autori, ma quello appena descritto risulta il più completo, affidabile e versatile.

Sali a un livello di conoscenza superiore
bannerone

Scrivi a Igor Vitale