Simon e la Razionalità Limitata: non tutte le scelte sono razionali

Secondo Simon, premio Nobel per l’economia, non prendiamo scelte completamente razionali

Simon e le scelte a razionalità limitata

Elisa Arcangeli

SIMON,L’APPROCCIO DELLA RAZIONALITÀ LIMITATA
Herbert A. Simon è stato un economista e psicologo statunitense che pubblicò moltissimi articoli in svariati ambiti tra cui anche quello dei processi decisionali.
Nel 1942 ottiene il dottorato di ricerca per merito di una tesi sulla base della quale 5 anni dopo pubblica il libro “administrative behavior” in cui mostra i suoi studi sulla razionalità procedurale sostenendo l’ approccio della razionalità limitata.

Il modello di uomo razionale che è stato proposto, pone “tre” condizioni troppo importanti al meccanismo di formazione della scelta.
Esso suppone (1) che tutte
le alternative di scelta siano “date”;
(2) che tutte le possibili conseguenze delle
alternative siano conosciute
(3) che l’uomo razionale abbia un preciso criterio
di ordinamento delle utilità per tutte le possibili serie
di conseguenze” (Simon & March, 1966, p. 173).

Simon contrappone alla razionalità pura dell’approccio razionale, un approccio della razionalità limitata. Le decisioni e le procedure che l’uomo usa sono determinate dai propri limiti cognitivi ( limiti di calcolo ad esempio) e dalle condizioni in cui la decisione è presa ( influenze esterne, giudizi degli altri, emozioni provate).

Le procedure utilizzate quindi mutano con il numero di alternative possibili, con il numero di informazioni sulle conseguenze e sugli esiti delle scelte, e con fattori ambientali. L’ambiente però è carico di complessità, tale che la teoria della razionalità assoluta non aveva preso in considerazione. Di fatto gli individui si trovano di fronte a moltissime problematiche da risolvere e superare per poter prendere una decisione molto spesso in condizioni di incertezza.

La paura del fallimento, il timore del giudizio degli altri, l’influenza delle altre persone o di gruppi, regole culturali e morali, la non conoscenza delle conseguenze, il non sufficiente livello di informazione, la scarsa disponibilità di tempo e di risorse sono solamente alcuni dei fattori che influenzano nella decisione. è proprio per semplificare una realtà altrimenti così complessa che l’uomo ricorre all’uso di euristiche e cade in bias cognitivi che ci permettono di procedere nella nostra presa di decisione e di mirare alla scelta più adeguata piuttosto che alla soluzione ottimale. Simon per spiegarsi meglio conia il termine : “ satisficing”, un neologismo creato dalle parole inglesi di “ satisfy” = soddisfazione e “ suffice” = sufficienza.

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