Sesso e aggressività secondo la psicoanalisi

1.2           Sesso, amore e aggressività

Come afferma Kernberg (1995) è semplicemente impossibile studiare ed analizzare le vicissitudini dell’amore senza occuparsi delle vicissitudini dell’aggressività all’interno delle relazioni di coppia cosi come nell’individuo stesso, specialmente per soggetti con personalità borderline, in quanto gli aspetti aggressivi della relazione erotica di coppia emergono in tutta la loro importanza all’interno di ogni relazione sessuale intima.

Ugualmente importanti sono le componenti aggressive dell’ambivalenza insita nelle relazioni oggettuali intime e le componenti aggressive del Super-Io che sono automaticamente riversate all’interno della vita intima di coppia, come esaminato nel paragrafo precedente. Analizzando le vie attraverso le quali amore, sesso ed aggressività si mescolano ed interagiscono nella vita di coppia si può arrivare a mettere in luce quali siano i meccanismi con cui l’amore può in qualche modo arrivare a neutralizzare o eliminare completamente l’aggressività, trionfando in molti casi su di essa.

Il sesso e l’amore sono strettamente connessi. Notiamo sin dal principio che ci sono radici biologiche sia per quanto riguarda l’esperienza, sia per il comportamento sessuale umano. Il comportamento sessuale è fortemente controllato dagli ormoni e di conseguenza tutte le funzioni collegate ad essi, come per esempio l’intensità di risposta sessuale, attenzione agli stimoli sessuali, reazione fisiologica di eccitazione sessuale, aumento del flusso sanguigno e lubrificazione degli organi sessuali. Anche per la sessualità svolge un ruolo fondamentale il comportamento dei genitori, in particolar qualora vi sia assenza di un maternage normale e successivamente l’interazione con il gruppo di pari, specialmente in fasi critiche, limiterà la futura capacità del soggetto di una risposta sessuale adulta (Kernberg, 1995).

La psicoanalisi e la conseguente osservazione psicoanalitica del bambino, offrono materiale consistente per poter affermare che l’eccitazione sessuale origina nel contesto delle esperienze piacevoli che il bambino ha con la madre e con la famiglia, culminando poi nella piena centralità delle sensazioni genitali nel momento in cui il bambino raggiunge la fase della pubertà e dell’adolescenza. La scelta dell’oggetto sessuale trasforma l’eccitazione sessuale in desiderio erotico, che prende sempre in considerazione un oggetto primitivo che a livello inconscio riflette le esperienze della simbiosi e i desideri di fondersi con la propria figura di attaccamento durante le prime fasi della separazione-individuazione (Kernberg, 1995).

Durante il corso dell’esplorazione psicoanalitica sono state analizzate le caratteristiche cliniche del desiderio erotico, partendo dalla ricerca del piacere, sempre orientata verso un oggetto con la quale unirsi, fondersi e condividere intimità. Il desiderio erotico è quindi caratterizzato da una bisessualità psicologica che porta a un’identificazione con il sé e con l’oggetto che avviene durante l’interazione sessuale; dal piacere che è generato dal desiderio dell’altro, dall’amore che scaturisce durante l’esperienza di fusione con l’altro ed un’identificazione inconscia con entrambi i sessi; dal senso di trasgressione, di sfida contro la proibizione implicita in ogni incontro sessuale, derivata dalla struttura edipica della vita sessuale. Fondamentalmente, la trasgressione implica una violazione delle proibizioni edipiche costituendo una sfida ed allo stesso tempo un trionfo sul proprio rivale edipico; possiamo però anche definirla come una trasgressione contro l’oggetto sessuale stesso che contemporaneamente seduce e si ritrae (Kernberg, 2013)

La trasgressione comprende anche l’aggressività contro l’oggetto che diventa piacevole nel momento in cui si contiene all’interno della relazione d’amore. In questo caso avremmo un’incorporazione vera e propria dell’aggressività nell’amore e quindi la sicurezza di essere protetti dall’ambivalenza che si manifesta nel momento in cui si prova nei confronti dell’oggetto desiderato, piacere e sofferenza allo stesso tempo.

Ciò che distrugge l’attaccamento passionale è l’attivazione dell’aggressività che minaccia l’equilibrio tra sadomasochismo ed amore, all’interno della relazione sia sessuale che emotiva di una coppia. Mantenere una sorta di discontinuità all’interno della relazione, sia nella normalità che nella patologia, protegge la relazione dalla pericolosa fusione che porterebbe l’aggressività a prendere il sopravvento all’interno della coppia. Un’altra forma di aggressività che potrebbe svilupparsi è quel desiderio inconscio di entrambi i partner di trovare nella realtà una terza persona, questo ci porta a considerare che l’infedeltà coniugale e le relazioni triangolari a breve e lungo termine, non fanno altro che riflettere una collusione inconscia all’interno della coppia e la volontà di mettere in atto ciò che è più temuto ma allo stesso tempo desiderato, il tradimento.

Parlando di desiderio erotico vediamo l’entrata in gioco del Super-Io, definito il custode dell’amore che controlla l’aggressività stabilendo fino a che punto questa fusione aggressiva può o meno essere contenuta nell’amore (Kernberg, 1995).

L’idealizzazione della coppia e le sue aspettative per stabilire una relazione che sia stabile, andranno inevitabilmente a scontrarsi con il risorgere di relazioni del passato, oggettuali interiorizzate conflittuali che sono state o dissociate o rimosse. Successivamente, entreranno in gioco conflitti edipici e corrispondenti divieti del Super-Io, portando così ad un crollo graduale di queste prime idealizzazioni mettendo molto spesso alla prova la reale stabilità della coppia.

L’ importante per una relazione di coppia è la lotta contro il Super-Io infantile, utile per consolidare la relazione stessa ed aiutare i due partner a liberarsi dall’impulsiva accettazione di stereotipi e ideologie sessuali convenzionali che sono tipicamente rappresentate dai clichès culturali che vedono l’uomo sessualmente attivo ed emotivamente indifferente e la donna sessualmente passiva e dipendente; si necessita dunque di assumere da parte di entrambi i partner la consapevolezza che esiste una tendenza a proiettare il proprio Super-Io infantile nei confronti del partner sessuale.

E’ necessario far fronte anche al pericolo che le funzioni del Super-Io punitivo di uno dei due partner possano imporre all’interno della coppia un ambiente di terrore; in tal caso si entra a far parte della sfera della psicopatologia del Super-Io sadico, in uno o entrambi i partner, che porta inevitabilmente ad avere relazioni sadomasochistiche. Impossibile immaginare un Super-Io che non contenga componenti masochistiche, cioè un determinato bisogno inconscio di soffrire, nel momento in cui ci troviamo davanti a un conflitto inconscio tra sessualità e Super-Io; in questo caso avremo una situazione in cui il dolore viene trasformato in piacere erotico, integrando così aggressività ed amore in quanto parte indispensabile per l’eccitazione erotica.

Il masochismo è visto come una pratica sessuale esclusiva che trasforma la normale sessualità infantile perverso-polimorfa, così come definita da Freud, in una perversione, definita da Kernberg (1995) come un’organizzazione obbligata ed esclusiva di comportamento sessuale che è sotto la padronanza di una pulsione istintuale parziale. Il masochismo sessuale e la perversione in generale implicano un’intensa angoscia di castrazione a livello edipico includendo anche un’aggressività preedipica, tipicamente dimostrata nei pazienti con patologia borderline. Prendendo per esempio in considerazione una donna con personalità masochistica, possiamo notare che il suo intraprendere una relazione d’amore significherebbe innamorarsi di un uomo “impossibile”, irraggiungibile ed idealizzato, portandola inevitabilmente all’influenza significativa della sua futura vita amorosa in quanto lei stessa persiste nell’intraprendere una relazione, pur non essendo ricambiata dall’altro. Aver avuto in passato, specialmente durante l’infanzia, esperienze sessuali traumatiche, può dare origine a fantasie masochistiche (Kernberg, 2013)

Ripercorrendo la psicopatologia significativa della personalità borderline notiamo che immancabilmente interferisce con lo sviluppo della relazione d’amore. Infatti vediamo prevalere un’assenza della capacità di piacere sensuale ed erotismo della pelle; questi pazienti possono mancare di qualsiasi scarica sessuale o addirittura possono essere incapaci di arrivare all’eccitazione propriamente detta.

Esperienze gravemente traumatiche, come ad esempio abusi fisici o sessuali ed un’assenza totale degli oggetti parentali che li amassero e si preoccupassero per loro, possono aver contribuito alla non attivazione e al non raggiungimento dell’erotismo della superficie corporea. Nella personalità borderline, come accennato precedentemente, sembra aver avuto luogo un’integrazione della sessualità infantile perverso-polimorfa con la sessualità genitale; mostrano un tipo primitivo di innamoramento caratterizzato dall’idealizzazione irrealistica dell’oggetto d’amore di cui non riescono a percepire nulla a livello profondo. I borderline spesso vivono intense esperienze sessuali, come se ci fosse un’inconscia speranza di ottenere una gratificazione tramite l’attività sessuale, cercando così di creare una relazione ideale che sia totalmente diversa dalla relazione frustrante vissuta con la madre.

Un requisito fondamentale per lo sviluppo della capacità di amore sessuale maturo non è altro che il consolidarsi di un’identità dell’Io che sia integrata nel contesto della crisi d’identità adolescenziale in quanto l’adolescente stesso deve riuscire ad avere un senso di continuità emotiva. Così facendo possiamo distinguere un’adolescente patologico da uno non patologico.

E’ possibile dunque concludere affermando che esistono condizioni psicopatologiche, come quelle che caratterizzano la personalità borderline, che manifestano delle limitazioni per quanto riguarda il raggiungimento dell’amore maturo.

Queste restrizioni psicologiche sono determinate da caratteristici tratti di personalità che impediscono di vivere e di affrontare le fasi principali che, in condizioni normali, condurrebbero alla capacità di amare. Si sviluppano, pertanto, una serie di incapacità, di seguito brevemente riassunte. Assenza di capacità di innamorarsi, di interessarsi realmente al progetto di vita dell’altro, di instaurare una fiducia base ed un rapporto empatico tra partner; di chiedere perdono e di perdonare l’altro, di essere umili e di provare quella profonda gratitudine che contraddistingue l’amore maturo, di avere un ideale dell’Io comune che sia considerato progetto di vita condiviso da entrambi, di una dipendenza matura e non sottomissione masochistica, di mantenere la passione all’interno della relazione sessuale e sensuale, dell’accettazione di perdita dell’altro, dell’accettazione del lutto (Kernberg, 2013).

di Chiara Carnevali

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