Sindrome di Munchausen per Procura: sintomi e definizione

“La Sindrome di Münchausen per Procura (MSbP) è una forma di maltrattamento che si manifesta in un eccesso di sollecitudine […]”.[1] Tale sindrome descrive una condizione in cui i genitori simulano nei figli l’esistenza di sintomi o procurano loro disturbi per i quali si ricorre a visite mediche, analisi, accertamenti ed interventi chirurgici. Nel 90% dei casi è la madre biologica a mettere in atto la MSbP.[2] Si ritiene che la motivazione di tale comportamento sia il bisogno di assumere, per interposta persona, il ruolo del malato. È proprio tale distorsione psicologica a spiegare la continua volontà del caregiver di concretizzare la malattia nel bambino vittima di MSbP.

Per quanto riguarda le donne, esse sono solitamente ritenute le responsabili dell’accudimento dei figli. Per questo motivo, anche se qualsiasi caregiver può divenire autore di MSbP, il numero delle donne è sicuramente maggiore. Tuttavia, le cause che inducono le donne ad essere più vulnerabili nello sviluppare la MSbP sono diverse. Tra queste, la cronica mancanza di potere correlato al ruolo femminile, la quale spesso contribuisce a un disagio psicologico delle donne; un disordine nella funzione empatica o nell’attaccamento al figlio; la ricerca di una compensazione alle ferite narcisistiche e di una riparazione alle esperienze traumatiche; comportamenti auto aggressivi, trascuratezza genitoriale e diverse forme di abuso infantile (Rosenberg,1987; Welldon e van Velson, 1997); il bisogno di compensare una bassa autostima e un sé fallimentare (Harmam, 2004)[3].

La MSbP è considerata una forma di maltrattamento, in quanto non è dettata da una pulsione di aggressività verso l’altro, ma dal bisogno di usare l’altro per soddisfare le proprie necessità emozionali. [4]

La vittima di tale sindrome rimane il bambino, usato come mezzo per fare in modo che il trasferimento di malattia dal genitore al bambino possa rendere il genitore stesso un protagonista benevolo, in grado di richiedere cure e protezione per l’altro.[5]

Nel momento in cui si deve diagnosticare la MSbP, viene valutata in primo luogo la salute fisica e psicologica del bambino. Dopodiché viene osservato il comportamento del genitore, anche se la diagnosi appare piuttosto complessa. Nel momento in cui il bambino viene visitato, le sue condizioni contraddicono i sintomi che erano stati riferiti. In altri casi, il maltrattamento è tale che le condizioni del bambino appaiano realmente compromesse, per esempio nel caso in cui gli vengano somministrati dei medicinali.

di Giorgia Bonelli


[1]MerzagoraBetsos (2003) in Salerno Alessandra, Giuliano Sebastiana (a cura di), La violenza indicibile, L’aggressività femminile nelle relazioni interpersonali, Milano, Franco Angeli, 2012, p. 175.

[2]Salerno Alessandra, Giuliano Sebastiana (a cura di), La violenza indicibile, L’aggressività femminile nelle relazioni interpersonali, Milano, Franco Angeli, 2012, p. 175.

[3]Salerno Alessandra, Giuliano Sebastiana (a cura di), La violenza indicibile, L’aggressività femminile nelle relazioni interpersonali, Milano, Franco Angeli, 2012, p. 184.

[4]Ibid.,Ibidem, p. 195.

[5]Ibid.,Ibidem, p. 195.

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