Il ruolo della famiglia nella cura dell’autismo

La Famiglia del bambino affetto da autismo si trova a dover far fronte a una tra le situazioni più stressanti se confrontate con le difficoltà implicite in altri disturbi infantili, ciò a causa delle scarse conoscenze riguardanti la patologia. Qualsiasi professionista abbia a che fare con un bambino autistico non può trascurare di considerare il problema che tale patologia rappresenta per i genitori. Quest’ultimi sono sottoposti a livelli elevati di stress, sia a causa del fatto che la diagnosi viene elaborata dopo un lungo arco di tempo caratterizzato da incertezze, ansie e preoccupazioni da parte dei genitori che continuano a sperimentare un rapporto disfunzionale con il proprio figlio, sia a causa delle manifestazioni comportamentali problematiche. I padri vivono negativamente il mancato sviluppo del linguaggio, identificabile come principale ostacolo alle relazioni interpersonali, mentre le madri manifestano apprensione in relazione alle stereotipie motorie, l’iperattività, la mancanza di attenzione condivisa, mostrandosi più inclini a prestare attenzione alla sfera emotivo-affettiva.

Vissuti frequenti sono il senso di colpa e la vergogna, la frustrazione per un rapporto poco gratificante sul piano umano, l’insofferenza per comportamenti particolarmente disturbanti.

Spesso i genitori affermano di avere la sensazione di “non avere un bambino” o al contrario di averne uno inaccessibile. La diagnosi è spesso difficoltosa, gli autori parlano di autismo come patologia “invisibile” in quanto i sintomi sono spesso ambigui e nulla nell’aspetto fisico sembra far presagire la presenza del disturbo come avviene ad esempio nella sindrome di Down. Il fatto che i sintomi della patologia non sempre siano chiaramente manifesti, rappresenta un fattore di rischio sociale per la famiglia, in quanto quest’ultima spesso non viene compresa e sostenuta dall’ambiente sociale di riferimento. Si tratta di una situazione estremamente pericolosa, in quanto l’appoggio sociale rappresenta la prima fonte a cui attingere per affrontare lo stress cronico. In assenza di quest’ultimo, la famiglia del bambino autistico viene ad essere investita di molteplici aspettative e richieste incongruenti che aumentano le probabilità di conflitto coniugale. È importante tenere in considerazione come questi vissuti possano interferire con il legame che si instaura tra il bambino e le figure professionali che se ne occupano. Nessun intervento con un soggetto autistico può sortire effetto se ciò non implica il coinvolgimento dei familiari sia per quanto riguarda il quadro clinico e le sue modifiche, sia per l’elaborazione di strategie originali per affrontare le problematiche quotidiane.

di Gaia Baldoni

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