Le tecniche di interrogatorio in Criminologia

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In ambito investigativo e criminologico, un settore particolarmente interessante e complesso è quello legato all’interrogatorio. In tale ambito, sovente, si distinguono tecniche “classiche” che mirano sostanzialmente a fiaccare l’intervistato e tecniche “psicologiche” o moderne che considerano, invece, l’interrogatorio come un processo comunicativo complesso.

Obiettivo degli interrogatori rimane, comunque, quello di scoprire la verità, ovvero, di identificare le menzogne.
Creare una menzogna e soprattutto mantenere la versione artefatta, non è però cosa agevole così come si potrebbe pensare. La persona che mente, infatti, oltre a costruire la menzogna, deve attuare un processo di controllo su se stesso, monitorare l’interlocutore e realizzare uno sforzo per ricordare più elementi possibili.

La creazione di una menzogna comporta un vero impegno mentale (stress cognition), nonché una maggior stress emotivo, implementato anche da fattori culturali. Lo sforzo creativo richiederebbe, inoltre, un coinvolgimento diverso di alcune aree cerebrali. Da prendere in considerazione anche i tentativi di manipolazione psicologica dell’interlocutore e la dissipazione dell’ansia attraverso un incremento di alcuni movimenti. Da analizzare poi, la gestualità simbolica su base inconscia, la necessità di una maggiore concentrazione attraverso l’interruzione di alcuni movimenti e le modifiche del linguaggio. Analisi del pattern comportamentale e dell’atteggiamento completano, poi, la griglia di valutazione durante un ipotetico interrogatorio.

Il modello FBI di J. Navarro, fa riferimento espressamente a 4 fasi fondamentali:

1. Comfort/disagio, ovvero analizzare il soggetto nelle due situazioni e annotare le differenze sostanziali e significative.
2. Enfasi, ovvero soffermarsi su alcune tonalità emotive che può assumere il linguaggio durante l’intervista o interrogatorio.
3. Sincronia, osservare bene la coerenza comunicativa e la sintonia tra verbale e non verbale.
4. Perception management, riflettere sui possibili tentativi di controllarsi e di controllare l’altro durante l’interrogatorio.

Secondo una prospettiva moderna di interrogatorio, gli investigatori dovrebbero, in ogni caso, attenersi ad una serie di indicazioni essenziali. Rispettare tali indicazioni risulterebbe di strategica rilevanza e aumenterebbe validità e attendibilità dell’interrogatorio stesso.

  • L’interrogatorio psicologico è un processo non suggestivo.
    L’intervistatore deve cercare di non contaminare le informazioni.
    L’intervista non dovrebbe superare i 20-30 minuti.
    Il luogo non dovrebbe essere uno spazio ristretto e minaccioso.
    L’ambiente dovrebbe essere privo di elementi di distrazione.
    Nessuno dovrebbe entrare nella stanza (salvo accordi precedenti).
    La poltrona dell’intervistatore deve essere più comoda di quella dell’intervistato!

La raccolta delle notizie serve ad accertare la verità, spesso in presenza di volontà e psicologie diverse, talvolta opposte. Di fronte all’autorità, se non si è con la coscienza a posto, si assume uno stato emotivo che può facilitare oppure ostacolare moltissimo la ricerca della verità. In taluni casi, sarebbe opportuno utilizzare alcune tecnologie (poligrafo, vsa, termo camera, …) che risultano comunque valide e che vengono, infatti, applicate in molti Paesi.

A volte, chi interroga, utilizza alcuni tranelli particolari, spesso ben identificabili anche nelle numerose serie televisive:

  • – chi interroga comunica dettagli con il finto atteggiamento di saperne molto di più;
    – indicazione del sospettato come colpevole da parte di falsi testimoni;
    – accusa di un reato più grave rispetto a quello commesso;
    – il dilemma del prigioniero;
    – richiamare l’attenzione su comunicazione non verbale indicativa della colpevolezza.

In realtà, le cose sarebbero molto più complicate e sarebbe auspicabile una preparazione approfondita degli operatori che si occupano di interrogatorio e/o di ricerca di informazioni e di verità. Il supporto e la collaborazione con uno psicologo specializzato è già un ottimo punto di partenza che dovrebbe concretizzarsi anche nel nostro Paese.

di Mirco Turco

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