Le tecniche di ipnosi in ambito forense

mnnconvenzionale094202_220708Parlare di ipnosi è cosa assai ardua nella realtà odierna e parlare di ipnosi forense è compito ancora più difficile. Spesso intorno al fenomeno ipnosi ricadono svariate correnti di scetticismo e incredulità ma, “vi sono molto più cose in cielo e in terra Orazio, di quante non ne possa sognare la tua filosofia” (in Amleto, W. Shakespeare).

Il velo di mistero è inoltre spesso giustificato dalla scarsa conoscenza del fenomeno, dalla difficoltà degli studi e delle applicazioni nel settore specifico e da problematiche inerenti alla procedura penale (Gulotta, 1980).

In effetti, l’attuale Codice di Procedura Penale non contiene riferimenti espliciti all’utilizzazione dell’ipnosi come mezzo probatorio, pur se la dottrina prevalente appare fondamentalmente “contraria” all’uso dell’ipnosi nell’interrogatorio dell’imputato o del testimone (Gulotta, 1980). D’altra parte, l’art. 180  del C.P.P. afferma la libertà morale della persona: “Non possono essere utilizzati neppure con il consenso della persona interessata, metodi o tecniche idonei ad influire sulla libertà di autodeterminazione ovvero ad alterare la capacità di ricordare o valutare i fatti”.

Negli anni, l’ipnosi in campo forense è stata applicata per: riconoscere eventuali simulazioni di malattie; ottenere confessioni; suscitare ricordi; indagare sulla volontà criminosa; diagnosticare la capacità di intendere e di volere; terapie in criminologia e in vittimologia.

Indipendentemente dagli studi e dalle applicazioni pregresse, occorre soffermarsi su quelli che possono essere i vantaggi dell’ipnosi oggi, ovviamente considerando il passato, con tutti i successi e gli insuccessi che una qualsiasi scienza può aver conseguito.

Oggi, l’ipnosi forense può essere volta essenzialmente a:

  1. migliorare il ricordo di avvenimenti passati;
  2. risolvere situazioni di amnesie;
  3. operare in modo terapeutico e nell’ambito della vittimologia.

In California si è ammesso l’uso della testimonianza sotto ipnosi (Strano, 2003) e si sono ottenute nel 77% dei casi, informazioni non raggiungibili con il semplice interrogatorio. Anche la Polizia Israeliana ha stabilito l’ammissibilità come prova processuale delle deposizioni rese in stato di ipnosi.

Resta assodato che l’ipnosi va solo adoperata da parte di personale (psichiatri, psicologi) esperto (International Society of Hypnosis). Anche il FBI utilizza l’ipnosi in modo scientifico e professionale, specie in riferimento a rapine, rapimenti, estorsioni e crimini nel mondo lavorativo.

L’ipnosi può essere considerata uno strumento elettivo soprattutto in vittimologia.

Essa potrebbe essere impiegata non solo per studiare la personalità della vittima, ma anche per attuare piani di prevenzione per i soggetti che tendono a divenire vittima, oltre a rappresentare un metodo scientifico e terapeutico di indagine. L’ipnosi è comunque da considerarsi terapeutica, indipendentemente dallo scopo che si intende perseguire.

di Mirco Turco

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