La storia della psicologia in Italia

Ossicini_2La psicologia nasce in Europa nella seconda metà dell’ottocento anche se per tutto il novecento il punto di riferimento rimangono gli Stati  Uniti, dapprima nasce nelle università poi si trasferirà anche nella pratica professionale quando, con il manifesto del comportamentismo di Watson del 1913, si capirà che lo psicologo può agire anche a fini pratici. Non è un caso che la psicologia si sia sviluppata in America, un paese culturalmente ed economicamente molto forte: la molla più potente di sviluppo è stata la prima guerra mondiale con l’affermarsi della psicometria, poi nella seconda guerra mondiale si afferma la psicoterapia.

Si può tracciare un percorso evolutivo comune della psicologia nei Paesi occidentali:

 

  • Nascita seconda metà dell’ottocento con alcuni pionieri che si rifanno ai primi psicologi tedeschi;
  • Filiazione con altre discipline;
  • Sviluppo sperimentazione nel 900;
  • Arruolare, a posteriori, qualche filosofo o fisiologo nelle file della psicologia;
  • Citazione di studiosi statunitensi;
  • Sviluppo della psicologia in ambito extra-accademico;

tutto questo è accompagnato da una costante incertezza sul ruolo dello psicologo, con controversie e rapporti complicati con il mondo medico ed in particolare con gli psichiatri e infine con controversie sulla psicoterapia.

In Italia la psicologia nasce prima in ambito accademico e come disciplina filosofica, solo nel 1905 con il primo congresso internazionale di Psicologia tenutosi a Roma la psicologia ha rilevanza propria, negli anni successivi vengono istituite delle cattedre e nascono la Società italiana di Psicologia(1910) con un relativo congresso(1911) e nasce la SPI[1](1921 rifondata nel 1932). Dagli anni venti fino ai primi anni 50 la psicologia gode di poco credito e manca di sedi di formazione dopo che Gentile nel 1916 l’aveva abolita da tutti gli insegnamenti. Solo intorno agli anni 50 si ha un successivo sviluppo con il primo congresso della SPI nel 1946, inoltre in quegli anni si sviluppo l’uso degli psicofarmaci come supporti al trattamento delle patologie mentali. Nel 1968 poi i problemi sugli svantaggi culturali diventano più pregnanti dando strada allo sviluppo della psicologia.

Facendo dei cenni alla formazione di psicologo possiamo dire che in tutto il mondo ha due facce una pubblica, con la formazione universitaria e l’altra privata con la formazione personale clinica.

Come ogni disciplina anche gli psicologi hanno un codice etico che prevede anche il consenso informato dei pazienti. Per quanto riguarda questi si può affermare che anche per loro c’è stata un professionalizzazione al ruolo nel senso che sono stati socializzati a rivolgersi agli psicologi per particolari problemi. Bisogna sottolineare che molte volte i pazienti si rivolgono a più di uno specialista e molti di loro abbandonano la psicoterapia dopo poche sedute  attribuendo l’insuccesso a se stessi. Un ultima nota è che i pazienti o vanno direttamente dallo psicologo o giungono a lui attraverso altri canali come le aziende o le scuole.

[1] Società psicoanalitica italiana

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