La relazione tra fratelli in età adulta

Nella prima età adulta, vale a dire in quell’arco di tempo indicativamente compreso fra i venti e i trent’anni, si delineano ancora meglio i percorsi individuali infatti, questo è il periodo in cui ognuno si impegna a realizzare i suoi progetti, lavorativi
e non solo, così prosegue quel processo di separazione, interiore ed esteriore, già avviato in età adolescenziale (Petri, 1994).

Durante la prima età adulta l’amore fra fratelli viene messo alla prova, dimostrandosi nella sua capacità di distanziamento, ma al tempo stesso implicando nuove qualità nella relazione, quali la fiducia, la comprensione, la fedeltà, il
perdono, la responsabilità, la tolleranza, il conforto e le premure (Petri, 1994). In questo momento della vita una «concorrenza costruttiva» fra fratelli (Petri, 1994 p. 70), intesa come un “competere”, un “correre insieme” mettendo a confronto il proprio potenziale evolutivo, può portare alla cooperazione e alla coesistenza, viceversa «uno squilibrio più
marcato nel bilancio che ora si delinea sempre più chiaramente, conduce, alla lunga, ad un’ambivalenza distruttiva, alla rivalità e all’invidia» (Petri, 1994 p. 71).

Nell’età adulta intermedia, che va dai trenta ai cinquant’anni, la relazione fra fratelli subisce ulteriori trasformazioni con l’arrivo dei figli che riorganizza il sistema familiare in tre sottosistemi fatti di nonni, genitori e figli (Petri, 1994). Anche se gli altri fratelli non hanno ancora figli e non li avranno mai, essi comunque dovranno adattarsi al nuovo sistema familiare: quando ciò non avviene, perché essi rimangono attaccati al ruolo di figli, litigi, invidia, gelosia, dipendenza o separazioni improvvise, non si limitano alla relazione fra fratelli, ma costituiscono un complesso di sintomi che minano l’equilibrio
familiare (Petri, 1994). Grazie ai figli l’amore fra fratelli matura fondandosi su «un senso di responsabilità fraterno» (Petri, 1994 p. 87), importante pilastro del sentire e agire del soggetto adulto, che, avendo fatto esperienza di certi eventi critici nella sua vita, ha avuto modo di sviluppare compassione e simpatia per le altrui esperienze, compresa quella del fratello (Petri, 1994).

Un altro importante aspetto dell’amore fraterno concerne la funzione critica che ciascun fratello può assumere nei confronti dell’altro: essa «si basa sulla fiducia che il suo motivo è caratterizzato da affabilità e vicinanza, e che è in grado di essere priva di una distruttività intenzionale», (Petri, 1994 p. 87), inoltre, essa servead arricchire l’altro e a prevenire l’irrigidimento delle sue posizioni.

Facendo un passo indietro, bisogna accennare al fatto che in età adolescenziale, in occasione dell’innamoramento di uno dei due fratelli, fa la sua comparsa l’estraneo, il quale pur apportando una svolta alla relazione fraterna, nel senso di una auspicata separazione, in realtà non modifica il sistema familiare (Petri, 1994).

Diversamente accade attraverso il matrimonio o la costituzione di un rapporto di coppia duraturo perché il sottosistema di figli si trasforma in un sottosistema di potenziali genitori: oltre le implicazioni legate all’accettazione o meno di tale cambiamento, le difficoltà di accogliere ed integrare i partner dei fratelli possono sfociare in conflitti, che incideranno
sulla relazione fraterna (Petri, 1994).

Al di là delle mura domestiche il peso che le forze sociali esercitano sulla relazione fraterna, è notevole, se si considera l’età intermedia e avanzata come momento di “stesura dei bilanci” sulla propria vita. Posto che ognuno abbia un nucleo di autostima che protegga la sua esistenza, solo se il bilancio risulta fortemente negativo, certi sentimenti possono diventare distruttivi (Petri, 1994).

Gli studi sulle relazioni fraterne mettono in evidenza che sentimenti come l’ammirazione e l’affetto aumentano progressivamente dall’adolescenza all’età senile, mentre decrescono la litigiosità, l’antagonismo, la competitività e il tentativo di predominare sugli altri (Capodieci, 2003). Anche se meno frequenti, i conflitti fra fratelli possono essere presenti in questo periodo e riguardano i principali compiti interni ed esterni, come ad esempio quello di accudire i genitori anziani.

A tal proposito si può ipotizzare che ci sia una stretta connessione tra la cura dei genitori, la loro morte e l’eredità: nel decidere chi deve occuparsi del genitore anziano, come pure nel leggere un testamento, si possono generare dei conflitti, perché ancora una volta in ballo c’è l’amore dei genitori (Petri, 1994).

Nel testamento si cercano delle risposte ad alcune domande “Quanto sono stato amato?”, “Chi è stato amato di più?”. Nelle dispute riguardanti l’eredità, la questione non è semplicemente quella di ottenere l’argenteria, un quadro, un mobile o piuttosto un investimento finanziario per mera brama di possesso: al di là della loro utilità pratica, «ad un livello più profondo si tratta dell’appropriazione e della conservazione di quelle parti dei genitori che vengono interiorizzate come oggetti interni parziali buoni [… che] garantiscono la continuità della relazione interiore con i genitori, quando questi ci lasciano perché muoiono» (Petri, 1994 p. 152).

di Valentina Donnari

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