Come definire gli obiettivi in PNL

Con l’arrivo dell’anno nuovo non mancano le liste dei buoni propositi che le persone scrivono (o pensano di fare) per questo 2015. Egoisticamente parlando, anche io nello scrivere questo articolo sto cancellando un primo step dai miei, davvero tanti, obiettivi per il 2015, portandomi avanti su uno in particolare che mi sta molto a cuore, il continuare a scrivere regolarmente per il mio amico Igor.

Capita molto spesso che questi propositi vengono scritti e poi abbandonati, dimenticati fino all’anno dopo, tanto che ripensando all’anno passato ci si accorge di non aver raggiunto molti obiettivi prefissati.

Come mai accade ciò? Siamo sicuri che sono questi gli obiettivi che vogliamo veramente? Siamo sicuri che siano formati bene? Ma soprattutto, che cos’è un OBIETTIVO?

Facciamo un po’ di chiarezza con l’aiuto della Programmazione Neuro Linguistica (PNL).

Ciò che permette all’essere umano di sopravvivere, muoversi ed evolvere è un funzionamento per obiettivi.

Schematicamente il concetto di obiettivo comporta la presenza di quattro elementi:

  1. uno stato presente/problema che si vuole modificare/risolvere
  2. uno stato desiderato che sostituisca l’attuale
  3. le operazioni per passare dal primo stato al secondo
  4. un test per verificare il risultato delle operazioni: il raggiungimento dello stato desiderato

E’ pertanto necessario:

  • individuare e definire il problema e/o gli elementi dello stato presente che si vogliono modificare
  • esprimere il desiderio e trasformarlo in obiettivo
  • definire le risorse e le azioni necessarie per raggiungerlo

Secondo la PNL un obiettivo è ben formato, cioè costruito in modo da rendere certo o massimamente probabile il suo raggiungimento, quando concorrono una serie di requisiti:

  • è esplicitato in positivo
  • è espresso in termini sensorialmente basati
  • è specifico e misurabile
  • è acquisito e mantenuto sotto la propria responsabilità
  • è ecologico
  1. Esplicitato in positivo

Se diciamo: “Non voglio più un ufficio così inefficiente” esprimiamo un obiettivo probabilmente verificabile, sotto il nostro controllo ed ecologico, ma espresso in termini negativi. Ciò significa che possediamo una rappresentazione interna dello stato presente che vogliamo cambiare, ma non è affatto detto che possediamo anche quella dello stato finale che desideriamo raggiungere. La chiarezza della visione dello stato desiderato è indispensabile per garantire una direzionalità e una costanza nella motivazione.

La domanda a cui risponde è: “Che cosa vuoi ottenere?”

  1. Espresso in termini sensorialmente basati

E’ descrivibile in termini di sistemi sensoriali.

Le domande sono: “Quando l’avrai ottenuto, cosa vedrai, cosa ascolterai, cosa sentirai?” “Come farai a sapere quando l’avrai ottenuto?”

  1. Specifico e misurabile

In termini di quantità, di tempo per raggiungerlo, per quanto tempo lo si vuole.

Le domande a cui risponde sono: “Quanto ne vuoi?” “Quanto tempo ti dai?” “Per quanto tempo lo vuoi?”

  1. Acquisito e mantenuto sotto la responsabilità del soggetto

Le domande sono “Chi lo vuole?” “Da chi dipende raggiungerlo?

  1. Ecologico

Non sempre ciò che si vuole è ecologico per noi e per il nostro sistema di valori. La nostra parte conscia esprime ciò che vogliamo, ma è la parte inconscia che produrrà la volontà.

Le domande a cui risponde sono: “Quando lo avrai raggiunto come ti sentirai?” “Che cosa succede a te?” “Che cosa succede agli altri?” “Quanto ti costa?” “Che prezzo sei disposto a pagare?” “Cosa perdi tu?” “Cosa perdono gli altri?” “Cosa c’è di importante in quello che perdi?”

L’obiettivo non riguarda l’identità ma l’azione, non ha a che vedere con l’essere ma con il fare.

Essere felice non è un obiettivo, fare alcune cose che possono indurci in uno stato di felicità potrebbe essere un obiettivo.

Ogni obiettivo ha sotto di sé dei Sottobiettivi, che sono strumentali al raggiungimento di quello immediatamente sopra in ordine gerarchico.

“Che cosa ti occorre per raggiungere questo obiettivo?”

Analogamente ogni obiettivo è strumentale per un obiettivo più alto, detto Metaobiettivo.

“A che cosa ti serve questo obiettivo?”

Arrivati a questo punto, siete ancora sicuri della vostra lista dei buoni propositi? Non preoccupatevi, c’è ancora tempo per correggerla! 😉

di Roberto Desiderio

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