La storia dell’Orientamento Professionale

Il termine “orientamento professionale” si associa principalmente all’insieme dei pratiche finalizzate a sostenere la persona nelle sue scelte formative e lavorative e nella gestione della carriera. Guardando all’evoluzione storica possiamo dire che diversi sono i modelli adottati nel tempo, da quello diagnostico-attitudinale a quello caratteriologico-affettivo, a quello psicodinamico e negli anni Settanta si è arrivati a quello maturativo-personale.

Le origini della psicologia dell’orientamento

Il contributo della psicotecnica. La prospettiva psicotecnica caratterizza i primi decenni del secolo scorso. L’idea di base è che le attitudini individuali rappresentano disposizioni ereditarie misurabili, per cui l’obiettivo dell’orientamento è quello di indagare il livello di coincidenza tra attitudini individuali e caratteristiche richieste per l’esercizio di una professione. Parson (1909) ritiene che nelle scelte di carriera è importante valutare la corrispondenza tra i tratti personali e le caratteristiche del lavoro. Quindi è necessario comprendere se stessi, le proprie capacità, interessi, risorse e limiti; conoscere di ciascun ambito lavorativo i requisiti richiesti, i vantaggi, gli svantaggi, le prospettive; e infine un’analisi attenta delle relazioni che ci sono tra queste due classi di fattori precedenti. Nelle pratiche orientative possiamo dire che il soggetto è passivo in quanto c’è scarsa attenzione all’autorealizzazione individuale, mentre ci si concentra maggiormente sull’idea dell’uomo giusto al posto giusto. Questa attenzione allo sviluppo di strumenti di assessment personale ricevette un forte impulso dall’introduzione dell’analisi fattoriale come strumento statistico di analisi dei dati. Pensiamo a quei test nati dagli studi Statunitensi ancora oggi utilizzati come il DAT (Differential Aptitude Tests) e i GAT (General Ability Tests). Precisiamo che solitamente i test attitudinale vengono utilizzati come predittori di prestazione lavorativa, ma il loro utilizzo si è spostato più nel campo della selezione, mentre in orientamento il loro utilizzo è più moderato.

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