Psicopatologia e Disturbi negli Omicidi Giovanili

Disturbi schizofrenici

I criteri usati per diagnosticare la schizofrenia nei giovani variano secondo gli studi: di conseguenza, variano anche i dati sull’incidenza di questo disturbo nei giovani criminali. È difficile ignorare l’evidenza clinica che alcuni adolescenti hanno un sistema delirante attivo, che può indurli ad agire in base a tali premesse. Forse la descrizione della sindrome di discontrollo episodico si adatta maggiormente a questi comportamenti, in cui la psicosi diventa più aggressiva, o i controlli egoici sulla violenza si riducono, fino a compiere un omicidio.

Gli adolescenti depressi e l’omicidio

Gli adolescenti depressi mettono in atto un comportamento antisociale, violenza omicida compresa, con frequenza maggiore di quanto sia indicato nelle statistiche ufficiali. La depressione sostiene anche il comportamento antisociale e può contribuire nella stessa misura al comportamento omicida e suicida. Sembra che si sviluppi un sentimento di impotenza e di rovina, che progressivamente conduce alla necessità di risolvere la situazione critica, piuttosto che rimanere in uno stato doloroso di perdita di speranza. L’omicidio, rispetto al suicidio, sembra offrire più speranza per alleviare la situazione. Come nella maggior parte di queste situazioni di estrema richiesta di aiuto, l’atto è di solito rivolto ad una persona amata: questo può essere considerato espressione della profonda ambivalenza presente nei gravi depressi. Non dimentichiamo che la depressione può portare elementi psicotici.

“ciò che è fatto è fatto. La vita continua”. Queste affermazioni in un tribunale minorile aveva spesso contribuito ad etichettarli come psicopatici e a determinare l’invio ad un tribunale per adulti per il processo.
I clinici che valutano gli adolescenti devono considerare il fenomeno della sindrome da falso ricordo come possibile spiegazione per le loro affermazioni sull’abuso. I giovani utilizzerebbero la loro familiarità con altri casi di abuso per fornire in sede forense una giustificazione delle loro azioni, come risposta all’abuso denunciato.

Le vittime di omicidio erano sia persone amate sia vittime casuali. Anche se le vittime erano sconosciute, erano spesso scelte a causa della distorsione dei processi di pensiero e dell’incapacità delle difese nel contenere l’aggressività dell’adolescente.

Gli adolescenti depressi con pensieri omicidi possono avere alcuni elementi in comune con gli adolescenti suicidi. Una somiglianza è la convinzione che lo stato di disperazione in cui si trovano continuerà senza requie. Essi sono convinti che l’omicidio possa sollevarli dall’ansia e dalla tensione.

Gli adolescenti depressi si sentono intrappolati in un conflitto da cui non riescono a distaccarsi con le proprie decisioni. La trasformazione da uno stato di passività impotente in uno stato in cui si fanno carico di se stessi risulta retrospettivamente chiara. Nella condizione suicidaria, il finale si raggiunge quando l’ideazione del soggetto si trasforma nella convinzione che il mondo andrebbe meglio senza di lui; nella condizione omicidaria , questo punto è raggiunto quando  il potenziale autore di reato arriva a credere che niente è andato per il verso giusto, ed è arrivato il momento di manifestare la propria disperazione. L’autore prova una sensazione di sollievo o di calma, dal momento che l’atto gli appare inevitabile. Gli adolescenti i cui tentativi di omicidio sono stati interrotti o abbandonati non infrequentemente in seguito minimizzano ciò che è successo, ci scherzano su. Ma sanno che possono sempre mettere in atto il loro piano

Disturbi da abuso di sostanze

L’uso di sostanze psicoattive può essere una variabile importante in relazione agli omicidi commessi dai giovani. Quando si ha a che fare con delinquenti adolescenti, alcuni dei quali diventano più violenti con gli anni, si possono osservare quadri d’abuso intossicazione da alcool o droghe ad esordio relativamente precoce. Vista l’azione delle sostanze, è difficile discriminare i diversi fattori che interagiscono e conducono un soggetto a fare uso di sostanze.

Contribuiti neuropsichiatrici

Influenza delle anomalie neuropsichiatriche dovute a lesioni natali e prenatali. Possono essere individuati fenomeni successici, come vari tipi di malattia, lesioni, esposizione a tossine, o incidenti che possono aver avuto un impatto negativo sullo sviluppo del sistema nervoso centrale del bambino. Gli adolescenti ocn tendenza al comportamento violento possono avere una storia di episodi di obnubilamenti o perdite di coscienza, qualche volta esacerbati dall’uso di droga o alcol.

La combinazione di tutti questi fattori in aggiunta al contesto socioeconomico svantaggiato da cui provengono molti di questi giovani, li colloca in un gruppo ad elevata vulnerabilità per il comportamento antisociale. I bambini con disturbi del linguaggio o della lettura hanno molta più difficoltà nell’esprimere i loro desideri e bisogni e nel gestire i loro sentimenti. È molto più probabile che diventino impulsivi ed irrequieti e agiscano loro sentimenti, invece di sviluppare i meccanismi di controllo dell’Io e la capacità di tollerare le situazioni frustranti. Questi fattori contribuiscono alla possibilità che l’adolescente diventi un omicida.

Fenomeni dissociativi

Alcuni adolescenti che hanno commesso un omicidio possono semplicemente avere attraversato un breve stato dissociativo

Il ruolo dell’abuso subito nell’infanzia

I bambini abusati e trascurati sono gli assassini e gli autori di violenza di domani. Il problema è se tale maltrattamento porti a violenza grave, come il comportamento omicida, nell’adolescenza e oltre. I bambini abusati o trascurati avevano da adulti tassi di criminalità più altri rispetto ad un gruppo di controllo, come risulta dagli arresti per reati violenti. L’evidenza empirica di un “circolo della violenza” non poteva essere confermata nell’accezione che gli abusati ripropongano a loro volta il ciclo di abusi. Gli adolescenti con comportamenti aggressivi violenti palesati al di fuori delle famiglie di origine avevano una maggiore incidenza di abuso fisico rispetto alla popolazione generale.

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