La Teoria dei Gruppi di Lewin: definizione

Senza dubbio il primo autore che fa riferimento agli studi sul e di gruppo è Kurt Zadek Lewin (1890-1947), il quale ne definisce lo statuto socio-psicologico, indagando i fenomeni di gruppo in termini sperimentali; spinto sicuramente dagli avvenimenti della Germania nazista, Lewin si interessò sempre più a tali dinamiche arrivando alla conclusione che il gruppo è un entità diversa rispetto all’insieme dei singoli individui che lo compongono, il gruppo assume così la concezione di totalità dinamica, basata sull’interdipendenza dei suoi membri, o meglio delle sottoparti che fanno parte di esso:

«(…)un gruppo è definito al meglio come una totalità dinamica basata sull’interdipendenza. Un gruppo è definito al meglio come una totalità dinamica basata sull’interdipendenza invece che sulla somiglianza»1.

Per questo autore il fattore critico per la definizione di gruppo è l’esperienza di un “destino comune”, vista come espressione dell’interdipendenza tra individui, Lewin basa questa sua definizione sulla sua “teoria di campo”, secondo cui la struttura del campo psicologico è più importante delle sue dimensioni e sostiene che «diviene possibile analizzare sperimentalmente le costellazioni sociali fondamentali trasponendole entro una dimensione di gruppo adeguata(…), dovremmo quindi essere in grado di esaminare le proprietà di gruppi di ampie dimensioni mediante modelli di scala ridotta»2.

La teoria lewiniana si fa portavoce di nuove definizioni e concetti dai quali partono poi ulteriori studi degli allievi di Lewin. Alcuni punti essenziali possono essere così sintetizzati: il gruppo non come sommatoria dei membri ma come totalità (il concetto di tutto), il gruppo è centro di forze, tensioni e movimento (il gruppo è dinamico), i membri di un gruppo sono in relazione tra loro, un mutamento di una parte comporta uno squilibrio della totalità e la ricerca di un riequilibrio (principio di interdipendenza), ogni gruppo tende alla ricerca dell’equilibrio e ogni gruppo è caratterizzato da forze di coesione e forze di disgregazione. L’impronta gestaltica3 di Lewin influisce molto sulle sue riflessioni, dimostrando positivamente come ogni totalità sia diversa dalla somma delle sue parti in quanto ha proprietà diverse, la totalità dinamica presenta caratteristiche diverse dalla somma selle singole4.

Le teorizzazioni di Lewin sono state solo la base da cui si sono sviluppati ulteriori studi, che hanno coinvolto numerosi altri autori e impostato nuove prospettive chiave, come le riflessioni e le definizioni sullo status, sulla leadership o, ancora, sul potere del gruppo.

1 K. Lewin, Resolving social conflicts: selected papers on group dynamics, Harper & Row, New York, 1948, p.184.

2 K. Lewin, traduz. It,. Teorie e sperimentazione in psicologia sociale, Il Mulino, Bologna, 1972, p.219.

3 Per la psicologia della Gestalt non è giusto dividere l’esperienza umana nelle sue componenti elementari e occorre invece considerare l’intero come fenomeno sovraordinato rispetto alla somma dei suoi componenti: l’’insieme è più della somma delle sue parti, allo stesso modo in cui le caratteristiche di una società non corrispondono a quelle degli individui che la costituiscono.

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