La Definizione di Psicologia

Il termine psicologia viene attribuito al filosofo R. Gockel che lo usò per indicare l’animistica, la pneumatologia, la scienza dell’anima, come lo aveva anche indicato Aristotele nel IV secolo a. C.

In seguito, il termine psicologia ha assunto un significato sempre più riferibile allo studio dei fenomeni che distinguono l’animale dall’uomo, ovvero quelli relativi alla mente.

Il termine psiche, infatti deriva dal greco e significa anima, spirito.

La psicologia (definizione) quindi può essere intesa come la:

  • Scienza che studia la condotta umana e animale e i processi mentali delluomo nei suoi aspetti manifesti e latenti (inconscio),secondo molteplici e differenti orientamenti teorici e metodologici (metodi empirici e sistematici);
  • Scienza dell’uomo che ha per oggetto di studio la sua vita di relazione, le funzioni, le idee e i sentimenti che gli permettono di adattarsi all’ambiente fisico, biologico e culturale nel quale vive.

Soggettivismo contemporaneo:

  1. Soggettivismo psicodinamico del profondo:

accomuna le differenti scuole analitiche (psicanalisi di Freud, psicologia individuale di Adler, psicologia analitica di Jung).

La psiche è costituita da differenti apparati e funzioni mentali. La vera soggettività è rappresentata da un insieme delle istanze e significati inconsci, mentre i contenuti coscienti sono delle espressioni, come il comportamento, i sintomi, i quali sono visti come indicatori dai quali risalire verso i contenuti latenti per cogliere il vero senso della storia mentale dell’individuo.

  1. Soggettivismo psicofenomenologico:

i principali autori di questo orientamento sostengono che la soggettività si realizza nei comportamenti, considerati come eventi contemporaneamente interni ed esterni, fisici e mentali, oggettivi e soggettivi( nel senso che i vissuti interiori vengono sempre oggettivati nei comportamenti, in modo che l’esperienza soggettiva di una persona resta soggettiva ma non privata, risultando così accessibile dall’esterno, attraverso il comportamento palese).

I fenomenologi negano l’esistenza di una separazione reale, ma operano una distinzione logica tra soggettività interna e comportamento esterno.

  1. Soggettivismo funzionalista:

la maggior parte dei contenuti e dei processi psichici sono attività che si auto strutturano indipendentemente dalla coscienza. Piaget e molti cognitivisti hanno dimostrato che il soggetto non è consapevole dei processi che avvengono nella sua mente. Egli è in grado di utilizzare sia le operazioni, sia i loro risultati, senza che l’Io abbia consapevolezza della loro esistenza. L’Io è solo una tra le tante strutture o funzioni della mente al contrario dei soggettivisti puri che lo identificano con la mente. Per i funzionalisti il significato procede sempre dall’esterno del comportamento verso l’interno e quindi verso il centro cosciente dell’individuo (Io).

  1. Soggettivismo puro ipercoscienzialistico:

gli psicologi identificano la realtà psichica mentale con la soggettività dell’Io cosciente, il cui centro sarebbe costituito dall’autocoscienza cioè il sapere consapevole e riflessivo che ciascuno di noi avrebbe di se stesso. Questo Io cosciente sarebbe una struttura mentale originaria e non derivata che racchiuderebbe in se stessa significati soggettivi interni. Pertanto la posizione che il soggettivismo puro propone appare dualistica: cioè il significato sarebbe tutto quanto dentro la mente dell’individuo( nel suo Io), mentre fuori esisterebbe la fiscalità.

Il Behaviorismo (o comportamentismo):

Il behaviorismo anche comportamentismo, è una teoria psicologica elaborata per la prima volta dall’americano John B. Watson nel 1913.
Per i behavioristi la psiche può essere studiata in modo scientifico solo attraverso le sue manifestazioni esterne, ovvero il comportamento umano. Al contrario, i fenomeni interni della psiche non sono conoscibili, perché i dati ricavati attraverso l’introspezione sono soggettivi e impossibili da verificare. La psicologia behaviorista si dedica quindi allo studio del comportamento per risalire alle caratteristiche dell’attività mentale degli individui.

Il cognitivismo:

Sottolinea come l’uomo non sia una macchina che per muoversi e funzionare necessiti di un qualche stimolo esterno o di un qualche movente interno( come l’istinto e la pulsione). L’uomo si muove da sé: si muove perché agisce secondo dei piani di comportamento che comprendono scopi, regole, norme, intenzioni, credenze, idee ecc.

La nascita della psicologia clinica:

Lo psicologo americano Witmer è considerato il fondatore della Psicologia clinica, in quanto nel 1896 costituisce la prima clinica psicologica classificando questa disciplina come un “metodo clinico in psicologia che consente l’istituzione di un servizio ambulatoriale pubblico e sociale, luogo suscettibile di ricerca sul campo, oltre che palestra formativa per gli operatori dell’aiuto”.

Il termine clinico deriva dal greco e letteralmente significa: chi visita un malato a letto.

Il concetto di “clinico” assume significati diversi in riferimento all’interpretazione medica o psicologica.

  • INTERPRETAZIONE MEDICA: curare una malattia. (to cure)
  • INTERPRETAZIONE PSICOLOGICA: rapporto particolare di ascolto e di considerazione dell’individuo sofferente, prendersi cura di lui e della sua sofferenza. (to care)

Varie definizioni di Psicologia Clinica:

  • 1976 – Definizione di Psicologia Clinica di Korchin 

La psicologia Clinica mira a comprendere e migliorare il funzionamento umano, accrescendo la conoscenza dei principi del funzionamento psichico nella “gente in generale”, ma la sua competenza caratterizzante riguarda i problemi umani delle “persone in particolare”.

Il fine di ogni intervento è quello di aumentare il benessere,l’efficienza dei soggetti che soffrono di disturbi.

  • 1979 – Definizione di Psicologia Clinica di Ravasini

La psicologia Clinica come disciplina, che insegna e studia aspetti psicologici delle dinamiche emotive che si generano nei rapporti interpersonali.

Il paziente non va inteso come colui che è malato, ma come una personalità globale all’interno di una trama di rapporti familiari e lavorativi.

Gli obiettivi saranno:

  • orientare in senso psicologico quegli operatori che si confrontano con problemi umani;
  • perfezionare quelli che svolgeranno esclusivamente compiti psicologici clinici.
  • 1991 – Definizione di Psicologia Clinica di Filippi

La psicologia Clinica è la scienza del comportamento e dei processi mentali, normali e non, dell’individuo, del gruppo e delle organizzazioni sociali, al fine di spiegarne, prevederne, modificarne i comportamenti e le attività psichiche. I mezzi utilizzati saranno il colloquio, la relazione interpersonale, le tecniche di gruppo e i reattivi mentali.

  • 1992 – Definizione di Psicologia Clinica di Galimberti

La psicologia Clinica utilizza il rapporto interpersonale come strumento di conoscenza, considerando l’uomo nel suo ambiente naturale e nella globalità del suo comportamento.

La psicologia Clinica come disciplina, è un settore della psicologia applicata che si avvale della psicologia generale, sociale, dell’età evolutiva e dinamica.

  • 1993 – Definizione di Psicologia Clinica di Lis

La specifica competenza della Psicologia Clinica è di comprendere il soggetto, aiutarlo a risolvere quei disagi dovuti alle difficoltà di armonizzare affetti, bisogni e desideri. Per fare ciò si avvale di strumenti di interazione psichica, basati sul consenso fra psicologo e paziente, al fine di far sviluppare quel processo di conoscenza indispensabile per lo psicologo per comprendere il disagio ed attuare interventi.

  • 1994 – Definizione di Psicologia Clinica di Trombini

L’aggettivo Clinico si riferisce alla sofferenza, a chi se ne fa carico,

al luogo della cura e alla cura stessa.

  • Definizione di Psicologia Clinica di Nicolino Rossi

Scienza che comprende l’insieme delle conoscenze e delle competenze psicologiche utilizzate per affrontare i problemi dell’adattamento e i disturbi del comportamento sul piano della ricerca, della prevenzione, della valutazione psicodiagnostica, dell’intervento psicoterapeutico.

Definizione attuale: Collegio dei Professori di Psicologia Clinica di ruolo

La Psicologia Clinica è da intendersi come sistema di conoscenze autonome e complementari, che mirano alla spiegazione, l’interpretazione e organizzazione di quei processi mentali disfunzionali o patologici, individuali e interpersonali, unitamente a correlati comportamentali e psicobiologici.

Disciplina identificabile con le pratiche psicologiche volte alla consulenza, alla diagnosi, alla terapia, individuale e di gruppo.

E’ inoltre finalizzata per gli interventi atti a promuovere le condizioni di benessere psicologico e i relativi comportamenti, anche preventivi, nelle diverse situazioni cliniche e sociali.

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