Le Cause dell’Amnesia Retrograda e Anterograda

Amnesia anterograda e amnesia retrograda: le cause

Quando parliamo di sindrome amnesica è bene, fin da subito, fare una netta distinzione, tra amnesia anterograda e amnesia retrograda. Con la prima si ha la netta incapacità di ricordare e di apprendere nuove conoscenze che si presentano al soggetto dopo l’evento morboso, mentre con la seconda il deficit, si manifesta nell’incapacità di rimembrare materiale acquisito precedentemente l’evento morboso. Inoltre un’altra peculiarità della sindrome amnesica è che, la maggior parte dei pazienti affetti da tale disturbo, mantengono una memoria a breve termine intatta, dunque la lesione sembrerebbe colpire unicamente i ricordi passati.

Le cause dell’amnesia

Le cause che possono produrre amnesia sono numerose, nella stessa letteratura clinica sono ricordati vari fattori o eventi che scatenano tale patologia. Il primo fattore da cui può insorgere una sindrome amnesica è l’intervento chirurgico, che vede la rimozione bilaterale dei lobi temporali mediali, procedura conosciuta come lobectomia temporale. Nella clinica il caso più significativo di questa procedura è il famoso paziente H. M., conosciuto per le sue gravi crisi epilettiche che compromettevano significantemente la sua vita. Per porre fine a tale sofferenza, poiché nessuna terapia farmacologica riusciva a tamponare la sintomatologia, si pensò di intervenire chirurgicamente con l’asportazione totale bilaterale dei lobi temporali mediali da cui si originavano le crisi epilettiche.

Sorprendentemente, a seguito dell’intervento, le crisi terminarono con una totale remissione della sintomatologia, ma ciò che si evidenziò con grande stupore da parte di tutti era la presenza di disturbi di memoria. In particolar modo, il nuovo quadro clinico che si andava a tracciare era quello di un’amnesia selettiva con incapacità a ricordare nuove informazioni acquisite subito dopo l’intervento chirurgico. Le altre funzioni cognitive, come il linguaggio, l’attenzione ecc. invece sembravano preservate come la memoria retrograda e la stessa intelligenza (Sconville e Milner, 1957).

Ad oggi dopo queste evidenze sperimentali non sono state più eseguite lobectomie bilaterali, ma anche nel caso di lobectomie unilaterali, si è può incorrere nel creare problemi di memoria minori ma pur sempre importanti. Anche episodi ischemici e condizioni patologiche, in cui si registra, la riduzione di ossigeno nel sangue (ipossie cerebrali) possono determinare amnesie soprattutto di tipo anterogrado, mantenendo intatte la memoria a breve termine e le capacità intellettive. Questi episodi a loro volta possono essere prodotti dall’arresto cardiaco, da forme di avvelenamento da monossido di carbonio e in situazioni patologiche che prevedono la perdita di conoscenza per un lungo intervallo di tempo.

Malattie anche infettive e virali, come l’encefalite da virus dell’Herpes simplex, sono responsabili di forme amnesiche gravi. Il quadro clinico si delinea inizialmente, nella fase acuta, con sintomi puramente infettivi (vomito, cefalea, febbre) solo successivamente i danni si presentano anche a livello neurologico con una marcata compromissione anche cognitiva della memoria. I pazienti affetti da questa patologia possono presentare entrambe le forme amnesiche oltre ad alterazioni della coscienza e forme psichiatriche terminali.

Altra sindrome nefasta che produce forme amnesiche, sia retrograde che anterograde, è la sindrome di Korsakoff con l’amnesia diencefalica. Tale sindrome è la risultante di una carenza nutrizionale dell’avitaminosi B1, essa scaturisce da un abuso cronico e protratto nel tempo di alcool. Le strutture che vedono essere coinvolte in questa malattia sono strutture diencefaliche come il talamo e i corpi mammillari. Le alterazioni non si presentano solo a livello cognitivo della memoria, ma con un coinvolgimento anche delle regioni frontali, i pazienti affetti da tale patologia, possono sviluppare forme di confabulazioni e alterazioni motorie e percettive. Infine un’ultima causa di amnesia può essere riscontrata anche in soggetti che presentano forme tumorali e lesioni vascolari ed emorragie cerebrali delle aree diencefaliche e temporali mediali.

Dunque da questa panoramica generale, ciò che se ne deduce è l’estrema varietà dell’eziologia di tale sindrome, che tale disturbo prevede una compromissione circoscritta alle abilità della memoria a lungo termine, preservando la memoria a breve termine e che in alcuni casi, esclusi le sindromi infettive, il funzionamento cognitivo e intellettivo generale si mantiene nella norma.

di Chiara Spinaci

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