24 Tipi di Allucinazioni Visive, Uditive e Viscerali: Cause e Sintomi

Le allucinazioni: sono percezioni senza oggetto, frutto della mente della persona, quindi sono false percezioni reali che non rappresentano in alcun modo distorsioni delle percezioni reali (il processo percettivo funziona correttamente), ma sono un qualcosa di nuovo che si introduce e viene integrato nel contesto percettivo attuale. Esse riguardano non solo gli aspetti percettivi esterni ma anche aspetti percettivi interni come le allucinazioni somatiche. Le allucinazioni vengono definite sulla base di tre criteri: * rappresentano un’esperienza simil-percettiva in assenza di uno stimolo esterno; *hanno la stessa forza e lo stesso impatto di una percezione reale; *sono Le allucinazioni hanno in comune 6 caratteristiche con le sensazioni:

  1. Sono percepite come una sensazione e non come un pensiero, una fantasia o un’immaginazione
  2. Hanno rilevanza per le emozioni, i bisogni e i comportamenti
  3. Oggettività: accessibilità ad altre modalità sensoriali
  4. Certezza dell’esistenza, ovvero ciò che è allucinato esiste
  5. Involontarietà
  6. Sono private a differenza delle percezioni: chi percepisce è convinto nella possibilità che chiunque nella stessa condizione possa vedere la stessa cosa, chi allucina invece ritiene che l’esperienza sia privatamente sua e di nessun altro
  7. Auto-centrismo: il paziente è sempre al centro del suo mondo allucinatorio, ovvero il tema dell’allucinazione è riferito sempre a lui e non a terzi, e questa qualità caratterizza non solo le allucinazioni ma anche i disturbi del contenuto come il delirio

 

Classificazione delle allucinazioni.

Le allucinazioni possono essere classificate attraverso vari parametri:

  • Partecipazione emotiva (sorpresa, spavento, angoscia, indifferenza)
  • Influenza sul comportamento (voci che comandano e spingono all’azione)
  • Grado di consapevolezza (dall’assoluta convinzione di fenomeni oggettivi, al dubbio sulla loro realtà)
  • Complessità: le allucinazioni posso essere semplici o complesse (da semplici suoni, come i ronzii, a frasi articolate, come ordine o commenti offensivi).
  • Modalità sensoriale coinvolta: esse possono coinvolgere tutte le modalità sensoriali:
    • Le allucinazioni uditive si suddividono in:
      • Elementari: ronzii e tintinnii, fischi, rumori di ingranaggi o musica. Tipiche degli stati organici acuti.
      • Complesse (fonemi): possono essere presenti in stati organici acuti e in questo caso si presentano come parole semplici o frasi brevi (ordini o commenti offensivi) ma sono anche tipiche della schizofrenia, in particolare si manifestano come *voci che dicono ad alta voce i pensieri del paziente, *voci che commentano in diretta le sue azioni, *voci che litigano sul paziente. Tutti questi fenomeni esprimono un’alterazione massiccia dei confini dell’immagine di sé, della capacità di discriminare tra ciò che è “sé” e “non sé”; le allucinazioni vengono così sperimentate come esperienze di passività in quanto tutti processi psico-fisici non sono più controllate dalla persona ma sono manipolate dall’esterno. Le voci possono essere *teleologiche (danno consigli), *critiche, *imperative. In caso di voci imperative spesso il paziente esegue gli ordini e ciò è un elemento ad alto rischio se l’ordine riguarda comportamenti violenti e distruttivi nei confronti di sé o degli altri. Talvolta il soggetto in preda ad allucinazioni uditive cerca di difendersene (coprendosi le orecchie), altre volte stabilisce un rapporto di convivenza, specie in condizioni di cronicità o con percetti dal contenuto non particolarmente spiacevole.
    • Le allucinazioni visive possono essere di *grandezza reale, *microscopiche, *gigantesche o *autoscopiche (il paziente non si vede allo specchio); esse sono frequenti anche in presenza di uno stato organico patologico come un tumore al lobo occipitale, disturbi metabolici, assunzioni di sostante, epilessia del lobo temporale. Dal punto di vista psicopatologico sono tipiche della schizofrenia mentre negli altri casi di patologie sono meno frequenti, ma possono essere presenti nei casi di episodi psicotici acuti e disturbi affettivi.
    • Le allucinazioni somatiche sono molto frequenti nella schizofrenia e vengono sempre elaborate in chiave delirante, spesso come deliri di controllo. Si suddividono in:
      • Superficiali, a loro volta suddivisibili in:
  • Termiche (percezione di caldo e di freddo)
  • Aptiche (di tocco)
  • Idriche (percezione di qualcosa di fluido)
  • Parestesia (percezione di punture di ago o spilli).
  • Cinestetiche, si riferiscono a muscoli e articolazioni, e sono spesso associate a deliri somatici o bizzarri (es. *la sensazione che il corpo sia diventato di ferro; *la sensazione che il corpo si stia decomponendo; *la sensazione che il corpo sia senza peso e non obbedisca alle leggi della gravità; *la percezione di un corpo senza vita; *la sensazione di un coltello conficcato nel petto; *organi interni rivoltati o stretti da una morsa; *sensazione che lo sperma risalga dalla colonna vertebrale fino al cervello).
  • Viscerali (organi interni)
  • Le allucinazioni olfattive e gustative sono molto rare; le prime si verificano spesso in casi di schizofrenia, epilessia del lobo temporale e patologie celebrali organiche, le seconde possono essere presenti in casi di depressione o schizofrenia (veneficio).

Concludendo si può dire che le allucinazioni si ritrovano in:

 

Le allucinazioni di causa organica presentano alcune caratteristiche peculiari:

  • Più spesso visive che uditive;
  • Più frequentemente connesse all’olfatto e al gusto
  • Meno spesso collegate a vissuti deliranti
  • Di rado riferite a sé

Infine è importante distinguere le allucinazioni dalle interpretazioni. Queste ultime non sono errori percettivi ma valutazioni deliranti su percetti corretti (per esempio, un uomo vede una donna sputare, e ciò corrisponde alla realtà, ma pensa che sia un atto di disprezzo nei suoi confronti).

 

Altri fenomeni allucinatori.

Esistono altri fenomeni allucinatori, che possono essere suddivisibili in:

  1. Allucinazioni fisiologiche in condizioni non morbose, ovvero quando non vi è un disturbo organico:
  2. Ipnagogiche-ipnopompiche: si verificano quando ci si sta per addormentare (ipnagogiche) o al risveglio (ipnopompiche) e possono essere visive, uditive e tattili. Inoltre non sono necessariamente patologiche ma vengono descritte anche in casi di narcolessia, stati tossici, disturbi d’ansia.
  3. Deprivazione sensoriale/isolamento (negli speleologi – studiosi delle caverne dal punto di vista geologico, fisico, naturale);
  4. Privazione prolungata di sonno REM;
  5. Reazioni al lutto (vedovi/e che vedono o sentono la voce del congiunto)
  6. Bambini durante il gioco;
  7. (in particolari culture) manifestazioni di carattere rituale, magico o religioso o stati di estasi collettivi.
  8. Allucinazioni extra-campali: vengono esperite al di fuori dei limiti del campo percettivo (fuori dal campo visivo o oltre i limiti di udibilità); si verificano in:

 

  1. Schizofrenia;
  2. Epilessia;
  3. Stati organici morbosi;
  4. Persone normali (ipnagogiche).

 

  1. Allucinazioni funzionali: per produrre un’allucinazione è necessario uno stimolo esterno, ma in questo caso la percezione normale e l’allucinazione vengono percepite contemporaneamente e distintamente ed entrambe vengono riconosciute come reali.
  2. Allucinazioni riflesse: la stimolazione di un canale sensoriale produce un’allucinazione in un altro canale sensoriale; ad esempio, una donna prova dolore fisico quando vengono percepite certe parole.
  3. Pseudo-allucinazione: rappresentazione interna di particolare intensità e vividezza (vedere con occhi interni, voci interne). Essa è legata al tono emozionale ed è un fenomeno dalla collocazione ambigua nella letteratura psicopatologica.
  4. Allucinosi: percezioni allucinatorie che possono essere oggetto di critica (il soggetto può riconoscerne la natura abnorme) ma manca la componente di auto-centrismo. In genere sono percezioni elementari e poco strutturate e si ritrovano in:
  1. Lesioni del tronco encefalico;
  2. Lesioni temporo-occipitali;
  3. Etilismo cronico.

 

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