Jung: Biografia, Riassunto, Libri dell’allievo prediletto di Freud

 

Jung viene considerato l’allievo prediletto di Freud, e il suo distacco dalla psicanalisi verrà definita come la “ribellione di un figlio rispetto al padre”. Jung si laurea in medicina a Basilea: nella sua tesi di laurea parla di occultismo e parapsicologia, in riferimento ad esperienze della sua vita quotidiana. L’attenzione per questo tipo di aspetti gli viene dalla madre, alla quale erano state riconosciute doti da medium, che aveva ereditato dal nonno.

Nel 1900 Jung va a lavorare in un ospedale psichiatrico a Zurigo, diretto da Breuer. La formazione di Zurigo  è molto importante: a Zurigo tutti vivono uniti a Breuer, che gestisce l’ospedale quasi come un convento. Qui Jung passa 9 anni, nei quali entra in contatto con la schizofrenia. Fino a quel momento si pensava che la schizofrenia avesse origine fisiologica; Jung lavora affinchè la malattia non diventi cronica.

All’interno dell’ospedale Jung fonda un laboratorio di psicologia sperimentale, nel quale sviluppa l’idea del test delle associazioni: al soggetto in esame veniva presentata una lista di termini e si registravano le parole che egli vi associava. I parametri valutati erano la risposta e il tempo di reazione: in base a questi si poteva scoprire qualcosa di nuovo sul paziente. Si poteva, secondo Jung, fare emergere i complessi da cui era affetto il soggetto, dove il complesso è definibile come insieme di rappresentazioni, ricordi e immagini a forte contenuto emotivo, che scatenavano la reazione (la parola emessa in risposta alla parola –test).

Il test delle associazioni era già stato usato nella storia:

  1. Ideato da Galton
  2. Usato da Freud e Kraepelin
  3. Ziehen

L’approccio sperimentale fu abbandonato nel momento in cui egli maturò un’insoddisfazione per l’atteggiamento clinico distaccato dello psichiatra. Gli psichiatri del tempo si curavano solo della diagnosi e dell’analisi dei sintomi del malato, e non si curavano della sua personalità, della sua individualità in quanto persona.

La psicoanalisi al contrario forniva un nuovo modo di rapportarsi alla malattia mentale: la dimensione psicologica del paziente diventava centrale, rispetto a quella classificatoria della psichiatria classica.

 

Periodo Psicoanalitico di Jung (1903-1913)

Nel 1909 Jung lascia l’ospedale di Zurigo e si dedica allo studio delle malattie mentali in un’ottica psicoanalitica.

1911: “Trasformazioni e simboli della Libido”: si basa sul caso di miss Miller, la quale aveva una grandissima immaginazione auto suggestiva. Jung interpretò le fantasie della Miller legandole a simboli universali e miti religiosi antichi, che sarebbero espressione di un’energia psichica in generale detta LIBIDO.

Secondo Jung la libido è energia psichica in generale, e non si identifica esclusivamente con un istinto sessuale.

Questa energia è caratterizzata da due principi:

Entropia: energia passa dal valore più forte ad uno più debole per garantire l’equilibrio. È un principio fisico che si può applicare alla psiche.

Equivalenza: l’energia si incanala sempre da una passione ad un’altra, come nel caso dell’hobby. Si basa sul principio fisico che nulla si crea e nulla si distrugge.

Da qui i primi punti di rottura con Freud, il quale replicò nell’“Introduzione al narcisismo” del 1914 che la libido è esclusivamente tensione sessuale: non si può unificare tutte le pulsioni ad un’energia unica.

Jung al contrario considera insostenibile l’equazione tra libido e pulsione sessuale.

Nel 1913 Jung abbandonò definitivamente il movimento psicoanalitico.

 

Periodo Intermedio di Jung (1914-1920)

 

Dal 1913 al 1919 Jung si dedica ad una profonda autoanalisi: interpretazione dei propri sogni e delle proprie fantasie. Lo definisce un viaggio nell’inconscio simile a quello che Ulisse fa nell’Odissea.

1921: scrive “I Tre Psicologi”, nel quale descrive la struttura della psiche, articolata in due tratti:

  1. Funzioni:
  • Pensiero razionali
  • Sentimento
  • Sensazione irrazionali
  • Intuizione
  1. Atteggiamenti:
  • Introversione
  • Estroversione

Nei singoli individui domina sempre un atteggiamento sull’altro e una funzione sulle altre 3: le funzioni e gli atteggiamenti non dominanti rimangono comunque attive a livello inconscio in ogni individuo.

In particolare l’atteggiamento è definito come un apparato psichico di adattamento, con il quale l’individuo reagisce in modo coscio o inconscio alle sollecitazioni della vita, e si confronta con esse. Si deve confrontare con delle situazioni -> per adattarsi adotta un atteggiamento rispetto all’altro.

Il tipo psicologico si caratterizza non solo come estroverso ed introverso, ma come tipo introverso ed estroverso in base al pensiero, sentimento, sensazione e intuizione. Teoricamente, quindi, ci sono 8 tipi psicologici che però, in realtà, sono difficili da definire e compaiono raramente in forma pura. Ci possono essere diverse combinazioni, ed è quindi difficile distinguere un tipo.

N.B: ciò che non emerge rimane comunque nell’inconscio!

 La Psicologia Analitica  è qualcosa di distinto dalla psicanalisi di Freud.

In quanto Jung studia con la Psicologia Analitica

  • La psiche e i suoi livelli
  • Inconscio personale e inconscio collettivo
  • L’io

Jung rielabora il concetto di inconscio, distinguendolo in:

  • PERSONALE
  • COLLETTIVO

L’inconscio personale tutte quelle cose della nostra esistenza personale che sono state dimenticate e rimosse, cose che sono state pensate e sentite al di sotto della soglia di coscienza. L’inconscio personale è una tematica già presente in Freud, ma l’innovazione riguarda il secondo tipo di inconscio.

Al contrario l’inconscio collettivo non contiene contenuti che provengono da acquisizione personali, ma immagini primordiali o archetipi: sono immagini a carattere arcaico proprie di un’epoca o di tutta l’umanità, che si manifestano a livello individuale nei sogni e nei disegni liberi, e livello collettivo nei miti, nelle fiabe e nelle opere d’arte.

Quindi dall’inconscio collettivo nascono gli archetipi: immagini a carattere arcaico proprie di un’epoca o di tutta l’umanità

  • A livello individuale si manifestano nei sogni e nei disegni liberi
  • A livello collettivo nelle fiabe e nelle opere d’arte

 

Il personale è correlato all’esistenza individuale del soggetto vs il collettivo è legato all’eredità lasciata dall’umanità, ed è quindi un patrimonio collettivo.  L’individuo è quindi legato al suo passato, non solo a quello della sua infanzia, ma al passato della specie e, prima ancora, all’intero corso dell’evoluzione.

Gli archetipi sono forme a priori: stampo o forma che aspetta la materia per realizzarsi. Gli archetipi si realizzano quando si manifestano in modo concreto.

Oltre all’inconscio personale e collettivo Jung identifica anche il concetto di COSCIENZA, rappresentata dall’IO.

Definiamo individuazione la dinamica tra le componenti consce e inconsce della psiche, che porta alla realizzazione della propria personalità.

In questo processo l’IO deve scontrarsi con delle organizzazioni archetipe e quindi inconsce della psiche:

  • Persona: dal latino “maschera teatrale”, è la personalità pubblica, ossia ciò che appare dell’individuo nella società.
  • Ombra: i comportamenti negativi ed istintuali che l’uomo rifiuta e nasconde
  • Anima e animus: sono la personificazione della natura femminile (nell’uomo) e maschile (nella donna). L’uomo ha sempre portato in sé l’immagine della donna, che è un archetipo. Quest’immagine è inconscia, e lo proietta alla persona amata, ossia alla donna. Lo stesso accade per la donna nei confronti dell’uomo.

La relazione tra l’Io e questi archetipi inconsci porta all’UNIFICAZIONE DELLA PERSONALITA’.

la realizzazione della personalità si ha in una totalità compiuta detta , che è l’archetipo fondamentale della psiche: esso è l’unità e la totalità della personalità considerata del suo insieme.

Quindi: IO (conscio) + archetipi inconsci, grazie al processo di individuazione, si uniscono e si strutturano in una personalità, questa personalità intesa nella sua totalità è il Sé. (Sé diverso dall’IO)

Il sé si configura quindi come la personalità nella sua totalità, e consta sia di una parte cosciente che di una inconscia.

Scrivi a Igor Vitale