Come Riconoscere il Bugiardo Patologico in Tempo

In numerosi studi alcune variabili personali, come l’età, il genere, la posizione lavorativa, il grado religioso, sono state empiricamente relazionate alla propensione di mettere in atto comportamenti più o meno etici, considerando il mentire uno di essi. Alcune ricerche in questa direzione ad esempio, hanno evidenziato che l’età e il livello di religiosità sono strettamente legati al comportamento morale: individui che nel loro passato avevano frequentato scuole religiose vedono più menzogna di altri nel mondo e giudicano più severamente il comportamento menzognero evitando così di metterlo in pratica. (Hasset, 1981)

Anche il genere sembra influenzare l’opinione sul valore della menzogna e il comportamento ingannevole; gli ultimi sondaggi statunitensi sostengono che gli uomini mentono più delle donne. Ma un’altra ricerca condotta da Pasini (1994) dà risultati contrari: le bambine mentono più dei loro coetanei maschi. A sostegno di quest’ultima teoria si pronunciò anche Lewis (1989) attraverso un esperimento condotto su 33 bambini americani dell’età di tre anni: messi difronte a venti giocattoli i bambini sono stati invitati a non toccarli quando non vi era la presenza di un adulto. Una volta lasciati soli nella stanza i bambini sono stati filmati, riuscendo così a mettere a confronto le loro dichiarazioni con il loro reale comportamento. Si è visto che tra i bambini che avevano infranto la consegna e toccato i giocattoli, i maschi erano più disposti delle femmine ad ammettere la disobbedienza.

Si è constatato che soggetti più espansivi, spigliati, esibizionisti e non ansiosi, avendo una migliore competenza sociale, sono in grado di controllare meglio la propria condotta menzognera rispetto a coloro che sono riservati e ansiosi (Buller e Burgoon 1994).

Tra le diverse caratteristiche personali che posso essere prese in esame, rilevante è il grado di machiavellismo che può contraddistinguere una persona , ovvero la capacità di manipolare gli altri facendo leva sulle loro emozioni e sulla loro ragione (Neuburger & Gulotta, 1996). Una ricerca di Geis e Moon (1981) ha evidenziato che soggetti con alto livello di machiavellismo utilizzano la menzogna più facilmente e con meno ansia o senso di colpa di soggetti meno machiavellici. I primi tendono anche ad essere più persuasivi e convincenti nelle loro menzogne tanto che tendono ad essere giudicati maggiormente veritieri rispetto ai soggetti a basso livello di machiavellismo (Exline 1970).

È possibile affermare quindi che la personalità machiavellica è fortemente correlata con la predisposizione alla menzogna. (Neuburger & Gulotta, 1996)

La menzogna sarebbe addirittura favorita da certe professioni (Neuburger 1988). Secondo Anfossi 1899 “gli albergatori, i liquoristi, i caffettieri, i vetturali sono tutta gente che nelle aule giudiziarie figura sempre come affetta da cecità e da sordità”. Analoga convinzione viene espressa da Battistelli (1923) che in un saggio dedicato alla bugia si esprime così: “la natura del mestiere e della professione plasmano la figura del bugiardo…forse nessun mestiere è più fecondo di bugiardi di quello della caccia e dello sport…anche fra i vecchi militari fiorisce la bugia, specialmente sotto forma di millanteria… sebbene in proporzioni minori, anche il turismo, l’aviazione, il circo, la ribalta…sogliono fornire le più originali e caratteristiche macchiette di bugiardi. È opinione comune che fra le professioni liberali, quella dell’avvocato, del giornalista, dell’industriale, del commerciante diano maggior numero di bugiardi; riprova questa che nella vita la bugia meglio si presta di qualsiasi altro procedimento logico alle aspirazioni dell’animo umano…l’avvocato alla sbarra assurge talvolta alle altezze di un vero artista, e l’arte in lui si rivela in tutto quell’insieme di creazioni, di esagerazioni e di eufemismi che valgono a suscitare, specie nell’animo dei giurati, sentimenti favorevoli alle cause che sostiene… Come l’avvocato per vincere le cause e il giornalista per farsi leggere, così il commerciante, per smerciare i suoi prodotti, si serve della bugia; ed oggi, oltre che il mezzo verbale, è in grande voga la rèclame che ha raggiunto uno straordinario sviluppo…la palestra politica è anche un’ottima fucina per la formazione del carattere ambizioso, da cui molto spesso rampolla la bugia.”

Anche la malattia mentale può fungere da variabile.

Vi sono infatti alcune patologie riportate all’interno del Manuale diagnostico e statistico de disturbi mentali (DSM 5) in cui è altamente probabile che tra i sintomi necessari per fare diagnosi compaia un utilizzo frequente della menzogna. Queste patologie sono inserite nel cluster b dei disturbi di personalità, e sono: il disturbo antisociale di personalità, il disturbo istrionico di personalità e il disturbo narcisistico di personalità. In ognuno di questi disturbi il soggetto mette in atto un comportamento menzognero per raggiungere i propri scopi. I comportamenti dei soggetti affetti da disturbo antisociale di personalità sono caratterizzati da disonestà e manipolazione ed è proprio per queste caratteristiche che manipolare e mentire agli altri risulta particolarmente facile per queste persone, tanto da renderli degli abilissimi truffatori senza remore.

La loro capacità di mentire è inoltre caratterizzata da una freddezza e da un autocontrollo notevoli che permettono loro di convincere gli altri a fare ciò che vogliono. A differenza del disturbo antisociale di personalità, gli istrionici invece tendono a essere molto superficiali nel loro modo di mentire e non sono bravi manipolatoti a causa della loro istintività e della poca organizzazione causati dalla paura dell’abbandono e dal disperato bisogno di essere al centro dell’attenzione. Gli istrionici attraverso la menzogna cercano di creare effetti teatrali per ingraziarsi gli altri ed evitare situazioni che potrebbero creargli sofferenza; tuttavia, nonostante i loro tentativi, le persone che si trovano a interagire con un soggetto istrionico tendono a scoprire facilmente le sue menzogne e di conseguenza ad abbandonarlo. Per quanto riguarda i soggetti narcisisti invece la menzogna è caratterizzata da autoreferenzialità: le fantasie di successo, la costante richiesta di ammirazione, lo sfruttare i rapporti interpersonali e l’invidia molto spesso li portano ad inventare storie nelle quali appaiono sempre sotto la luce migliore. L’aspetto che caratterizza in modo peculiare le menzogne del narcisista e che fa sì che il suo mentire sia diverso rispetto all’essere menzognero del disturbo antisociale e del disturbo istrionico, è quel senso grandioso di importanza che lo porta a mettere in atto una forma costante di autoinganno con la quale tenta di mantenere alta l’autostima e di mettere a tacere le sue continue preoccupazioni riguardanti il giudizio altrui.

di Denise Isabella

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