Autostima Globale e Autostima specifica: Definizione, Significato, Esempi

 

Autostima globale e autostima specifica

L’autostima globale, considerata un giudizio complessivo sulle proprie virtù, è “una sorta di sensazione di “contare”, di avere valore, di meritare attenzione, stima e considerazione, o viceversa non meritarne”[1]; è un indicatore attendibile del benessere psicologico dell’individuo e proprio per questo soddisfa quel bisogno umano fondamentale: avere valore, esser importante.

L’autostima specifica è quella che sottolinea l’importanza, per la persona stessa, di riportare risultati positivi in particolari settori: fisico, intellettuale, sociale e così via. È più complessa di quella globale, in quanto può avere diversi livelli di specificità: il mio interesse per il settore scolastico, considerando che ha delle varie sottoaree corrispondenti alle varie materie scolastiche, può accentuarsi solo per le discipline da me preferite, non considerando tutte le altre. Aspetto saliente dell’autostima specifica è l’informazione rilevante, quella relativa alla prestazione.

Per avere la sua rilevanza, non basta che un’autostima specifica sia importante: deve essere soprattutto certa.

Erroneamente si tende a considerare l’autostima specifica come pilastro fondamentale per innalzare l’autostima globale, ma bisogna da subito chiarire che sono indicatori di fenomeni ben diversi. Il valore predittivo degli indicatori ci porta a distinguere in maniera circoscritta la netta distinzione deducendo che l’autostima globale prevede il benessere psicologico; specifica il comportamento.

Conseguenza del rapporto di causa-effetto, non per niente facile da stabilire, quasi impossibile, è   prevedere il successo o il fallimento a partire dall’autostima globale, né viceversa, prevedere il benessere psicologico a partire da autostime specifiche. Dal momento che l’autostima globale si basa su un segnalatore cosi generico, il cosiddetto benessere psicologico, risulta difficile prevedere il comportamento della persona e i suoi risultati, in quanto mancano le informazioni sufficienti su quanto è importante, sulla capacità di quella specifica prestazione presa in esame.

Una relazione meno immediata è quella che si instaura tra le autostime specifiche con il benessere psicologico dell’individuo perché, come già sappiamo “non sono necessariamente indicatori del valore che l’individuo si attribuisce”.[2]

Successo e benessere psicologico sono figli di madri diverse ma se rendiamo L’ottimismo, il principale protagonista del nostro modo di pensare, di vivere, quest’ultimo vincerà sul pessimismo, garantendo il benessere sia fisico che psicologico, e sostenendo sempre più l’autoefficacia.

[1] Miceli M, l’Autostima, collana “farsi un’idea”, il Mulino Bologna 1998 pp. 91

[2] Miceli M, l’Autostima, collana “farsi un’idea”, il Mulino Bologna 1998 pp. 98

Articolo di Giulia Mucimarra

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