Narcisismo Patologico Maligno: un caso di coscienza morale deformata

narcisismo maligno
La formazione della coscienza morale come processo complesso

La coscienza morale in queste patologie narcisistiche risulta deformata dalla mancanza della possibilità di percezione di un ideale che il Sé possa porre e individuare fuori se stesso.

Le fasi precoci della formazione di una coscienza morale efficace riguardano il fluire di paure senza forma e immagine della distruttività propria e degli altri e contemporaneamente il processo di interiorizzazione di figure normative ma non persecutorie. Il formarsi di una coscienza morale è il problema complesso dall’incontro di queste sensazioni interiori spaventose con presenze costanti dell’ambiente. Attraverso l’esercizio di una severità realistica ricevono figura umana, incarnazione e misura i fantasmi altrimenti terrorizzati dalla distruttività di ritorsione da parte di quei “giganti che tutto possono e tutto vedono”, che sono i genitori.

Il bambino può essere confuso se ad ogni passo viene osannato. Egli può essere osannato e vezzeggiato perché costretto ad incarnare la grandezza di un genitore che recupera attraverso le sue “prestazioni” lo specchio di una propria grandiosità.

In tal caso il bambino sarà idealizzato per ciò che fa, non abbracciato per ciò che è. ma in altri casi può essere anche sovra stimolato. Allora il bambino si sentirà in obbligo di assumersi la responsabilità della salvezza e di un riscatto del genitore: un compito tremendo, impossibile a cominciare dalla stessa possibilità di comprendere le dimensioni e la natura di quei bisogni da adulti. Da grande questa devastante esperienza tenderà a tornare. Si sentirà sollecitato soltanto ad ogni compito grande e però terrorizzato nell’affrontarlo. E, dentro di sé, avrà per guida sltanto un ideale di se stesso. Praticamente resterà nella trappola della narcisistica con instabilità borderline. Il sostegno interiore fornito dal sentirsi semore perfetti, sempre all’altezza, sempre privi di ombre e debolezze risulta inebriante ma anche molto fragile, di fronte ad ogni inevitabile sassolino o macigno che l’esistenza, gli altri, le proprie stesse modalità di essere continuato inesorabilmente a porre nel cammino della vita reale. E in questi casi non sentirsi perfetti come un ideale, completi come un tutto porta l’esperienza tremenda di andare in pezzi, la sensazione angosciante di una punizione di annientamento.

Deformazione della coscienza morale e patologie narcisistiche

Le deformazioni e le carenze del Super-Io si riflettono in sensazioni interiori angoscianti, da cui il soggetto è protetto dall’organizzazione difensiva del Sé grandioso, che percepisce come oltraggiosa falsità ogni indicazione di un possibile limite della sua perfezione. Quello che spesso queste  personalità riferiscono come “senso di colpa”, ad un ascolto attento risulta la percezione penosa di un limite delle loro possibilità  e del loro controllo su ogni situazione o persona: cioè l’evidenziazione di una macchia dell’onnipotenza e dell’onniscienza. Non è invece possibile l’esperienza autentica della colpa e della responsabilità morale.

Rimproveri che il soggetto muova a se stesso o che senta provenire da altri risuonano allora il più delle volte come esperienze opprimenti, oppure incomprensibilmente invadenti e aggressive. Non potendo valutare la propria responsabilità negli eventi, non può mai imparare dall’esperienza. La grande difficoltà di ammettere di aver sbagliato impedisce di riparare eventuali errori, anzi persino di vederli. Non potendo assumersi colpa e responsabilità, invece, la percezione degli altri viene deformata, diventando una specie di caricatura densa di rabbia e di vendicatività, per di più inspiegabile: anche in questo modo la distruttività del proprio gesto viene proiettata dell’altro e sentita come proveniente da lui. Quando queste persone stanno commettendo un’evidente ingiustizia, o un errore, o un qualunque gesto che comporti l’accentuazione di sentimenti di colpa troppo forti per essere sopportati, la reazione può essere il diniego e la colpa.  Allora agire proprio quel gesto, in sé riprovevole, con maggior determinazione dà un forte sensi di sollievo: perché ristabilisce il sentimento di trionfo, ma soprattutto rafforza il diniego della malvagità di quel gesto, cioè la difesa contro l’intollerabile angoscia.

Articolo di narcisismo

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