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Tecniche di Interrogatorio: strategie per un interrogatorio corretto

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Il criminal profiling aiuta non solo nella ricostruzione del profilo psicologico dell’autore di un reato, ma anche nel suggerire la modalità più opportuna di interrogarlo.

L’interrogatorio rappresenta la modalità di raccogliere informazioni da parte di una vittima, un testimone o dell’autore del reato stesso attraverso opportune domande per giungere alla risoluzione di un reato.

Le motivazioni per condurre un interrogatorio sono:

  1. Avere ammissioni o confessioni;
  2. Avere informazioni su un reato o prove di esso;
  3. Scoprire l’eventuale presenza di complici;
  4. Conoscere dettagli di crimini in cui precedentemente è stato coinvolto il sospetto;
  5. Provare dettagli sul delitto, sulle persone coinvolte, sulle finalità e sul modus operandi.

L’interrogatorio, in particolare, dell’autore del reato ha due valenze:

  • Raccolta di informazioni;
  • Valutazione delle informazioni.

Esistono due tipi di interviste per la conduzione di un interrogatorio: investigativa[1] e cognitiva[2].

La prima nasce in Gran Bretagna per la raccolta di informazioni dagli autori di reato. Essa si compone di una serie di fasi, sintetizzate nell’acronimo PEACE:

Preparation: preparazione e pianificazione

Engage, explain: rapporto con l’intervistato e comunicazione dei motivi dell’intervista

Account: raccolta delle informazioni

Close: l’intervistatore all’intervistato la possibilità di porre domande e conclude il tutto informandolo su ciò che accadrà in seguito

Evaluate: contestualizzazione dell’informazione.

Vengono generalmente usati due tipi di approcci all’intervista investigativa:

cognitivo: è in grado di ridurre al minimo le interferenze dell’intervistatore e di fornire informazioni accurate

conversation management: molto adeguata soprattutto con i soggetti poco collaborativi.

 

La seconda, l’intervista cognitiva, è stata ideata da Geiselman ed ha lo scopo di assistere il testimone nel rievocare le informazioni.

Essa si compone di diverse tappe:

ricreare il contesto: viene chiesto al soggetto di riprodurre il contesto in cui è avvenuto il reato

riferire ogni cosa: il soggetto viene incoraggiato a riferire tutto ciò che ricorda

riferire gli eventi in ordine diverso: viene chiesto al soggetto di raccontare gli eventi in un ordine diverso da quello usato precedentemente

mutare prospettiva: viene chiesto al soggetto di raccontare l’evento come se lo osservasse da un’altra prospettiva.

All’intervista cognitiva sono state poi aggiunte due nuove tecniche: l’utilizzo di diverse modalità sensoriali e l’imaging, ossia una tecnica di recupero focalizzato con cui il soggetto viene incoraggiato a ricordare gli eventi.

Gregory Cooper[3], autore del capitolo del Crime Classification Manual sull’interrogatorio, ritiene che sia fondamentale anche la preparazione di un’intervista, che si compone di alcuni elementi indispensabili:

  1. Raccolta meticolosa dei dati;
  2. Valutazione dei dati raccolti;
  3. Analisi dei dati raccolti;
  4. Costruzione preliminare di ipotesi di riferimento.

Altri importanti suggerimenti al fine di giungere all’esito positivo di un interrogatorio riguardano:

  • Chi deve condurre l’intervista
  • Dove è più adeguato che venga condotta
  • Quale situazione ambientale è maggiormente adeguata per l’approccio più efficace
  • Come dev’essere costruito l’approccio
  • Quale approccio emotivo può essere più adeguato.

Nel nostro ordinamento giuridico viene definito interrogatorio l’atto con cui il Giudice o il PM acquisiscono informazioni relativamente al coinvolgimento di un soggetto nella commissione di un reato. Nel caso il soggetto sia in stato di libertà l’interrogatorio può essere delegato anche alla Polizia Giudiziaria.

Le dichiarazioni del sospettato devono essere rese in circostanze tali da non indurre a pensare che siano state forzate o estorte.

Nella prima fase dell’interrogatorio è necessario stabilire un contatto con il soggetto, soprattutto quando questi è restio a parlare e poco collaborativo. L’intervistatore deve raccogliere informazioni non solo sulla storia giudiziaria dell’intervistato, ma anche sulla sua storia personale poiché ciò può aiutarlo a scegliere il modo più consono per approcciarsi a lui. L’investigatore deve innanzitutto ridurre la tensione ed il conflitto poiché il sospettato si trova in uno stato emotivo e psicologico particolare dato che può pensare di andare incontro ad un cambiamento di vita radicale se dovesse finire in carcere.

E’ necessario predisporsi all’ascolto dello stesso evitando di formulare giudizi personali di natura morale sui comportamenti tenuti dal soggetto. Una buona tecnica è quella di far condurre l’interrogatorio a due intervistatori in modo da evitare che la stanchezza di uno solo possa inficiare l’esito dello stesso oppure per affrontare la lucidità mentale di coloro che sono già inseriti in un contesto criminale e che sanno già come dover affrontare un interrogatorio soprattutto quando vi sono solo sospetti.

Ponendo una maggiore attenzione all’interrogatorio nei casi di omicidio, l’FBI suggerisce di usare tecniche diverse a seconda che si tratti di un omicida organizzato o disorganizzato. Nel caso di soggetti disorganizzati, è più utile un approccio indiretto che crea maggiore empatia; bisogna evitare domande dirette e dare al soggetto la possibilità di esprimere liberamente i suoi pensieri.

Interrogatori di questo tipo è importante tenerli nelle ore notturne perché il sospettato esprime al meglio le sue potenzialità.

Nel caso di omicidi organizzati, in cui il soggetto si mostra tutt’altro che aperto e collaborativo, si deve adottare una tecnica più diretta possibile. Le domande devono essere precise e circostanziate, l’atteggiamento dell’intervistatore deve essere autorevole, deciso e, se necessario, anche inquisitorio, contestando tutte le informazioni che si sa per certo essere false. Il soggetto organizzato tende sempre al raggiungimento di utilità personali e, se non è quella di convincere l’investigatore della sua innocenza, sarà quella di ottenere il minor danno possibile. Ecco perché è importante raccogliere più informazioni possibili sul soggetto, ma anche più elementi di prova per contrastare tutte le sue dichiarazioni mendaci.

[1] Gudjonsson G.H. (1992), The Psychology of interrogations, confessions and testimony, Wiley: Chichester.

[2] Fisher R.P., Geiselman R.E. (1992), Memory Enhancing Techniques for Investigative Interviewing, Springfield, USA: Charles Thomas Editor.

[3] Douglas J.E., Burgess A., Burgess G., Ressler R. (1997), Crime Classification Manual, San Francisco: Jossey – Boss.

di Maria Esposito

Corso Criminal Profiling Psicologico

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