Il Delicato Ruolo dell’Ipnosi in Agopuntura e Shiatsu

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IPNOSI E AUTOIPNOSI IN AGOPUNTURA E SHIATSU

 

Autoipnosi dell’Operatore

 

La formazione di un operatore, che deve poter operare su livelli molto elevati di sensibilità, comprende al proprio interno una capacità di concentrazione notevole.

Sappiamo che concentrazione è facilmente autoipnosi, e a questa si fa spesso ricorso; le varie forme di energia vengono sentite come esperienza su se stessi mediante meditazioni.

Ad esempio, si medita sull’Elemento Legno, immaginando se stessi come un albero, con radici al posto delle gambe e rami al posto delle braccia, e sentendo poi anche il vento che ci fa muovere restando radicati a terra; si arriva poi anche a percepire la pioggia che ci bagna, come un vero albero.

Al momento, queste esperienze possono sembrare solo dei bei sogni ad occhi aperti, ma sono una vera preparazione ai lavori successivi. Anche l’esercizio già accennato, di cercare un capello nascosto sotto fogli di carta, fa capire il livello di attenzione e concentrazione che bisognerà portare al lavoro.

Per quasi tutti gli insegnanti e per molti operatori, la pratica di qualche forma di meditazione è continua anche come stile di vita. Non mi riferisco alla sola forma di meditazione seduti, la prima che può venire in mente; la ginnastica cinese Thai Chi, lo Yoga, la preghiera sono altrettante forme di meditazione.

Molti sono gli operatori che all’inizio di una seduta  si concedono un breve momento di raccoglimento, per entrare nello stato mentale che considerano più adatto al lavoro che stanno per fare; questo non è lo stato di massima lucidità mentale, come la precedente descrizione, dello Yin/Yang e della legge dei Cinque Elementi, potrebbe anche lasciar intendere.

La grande quantità di informazioni raccolte al volo, rende necessaria la capacità di scartare per intuito la gran massa di informazioni inutili e andare decisi verso quelle poche che caratterizzano la situazione del momento. Non si lavora per somma, ma per sottrazione, e la velocità data dall’intuizione è molto importante.

Per trovare un parallelo con le Discipline Analogiche, possiamo andare allo stato di ottundimento, con un distacco dalla realtà oggettiva che ci consente una osservazione un poco più da lontano, che per certi aspetti è più chiara.

Come abbiamo fatto in alcune esperienze con il prof. Benemeglio, ci si può arrivare facilmente richiamando un Avatar, e allo stesso tempo recitando un mantra o ascoltando una musica. L’Avatar in causa può anche essere il proprio inconscio.

Chi collega il proprio lavoro alla religione non si pone domande, il proprio Avatar è automaticamente Dio stesso, eventualmente per mezzo di un suo sostituto, che lo mette nelle migliori condizioni per aiutare gli altri.

Qualcuno usa chiamare a sé tutta la linea dei maestri, a partire dal fondatore della scuola che segue, e il richiamo ad un Avatar può essere fatto anche attraverso un oggetto, come un immagine, un tappeto, una collana, un libro, etc…

Ho incontrato molte di queste forme diverse negli anni, senza saperle collegare tra loro; una parola che ha sbloccato i miei processi mentali in questo senso è stato il termine “solennità”, usato dal prof. Benemeglio per indicare un tipo di atteggiamento mentale da usare nei passaggi più delicati delle procedure.

É curioso come, con quella parola si sono rimessi in fila nella mia immaginazione tanti rituali, procedure, obblighi a fare e a non fare, che fino ad allora avevo tenuto separati, come se appartenessero a mondi estranei tra di loro.

Alcuni di questi sono decisamente formali, presi uno alla volta, e diventano sostanziali quando sono presi insieme ad altri; così a scuola vestirsi in modo appropriato, alzarsi in piedi all’ingresso dell’insegnante, non disturbare la lezione, vanno nella direzione di una forma di solennità che diventa funzionale al fine della concentrazione.

Se non siamo d’accordo su un obiettivo comune, tutte queste cose diventano veramente solo formali; le viviamo allora come una forma di coercizione fatta dall’istituzione, la mettiamo nella stessa categoria degli atti di bullismo dei ragazzi più prepotenti.

Nel mio percorso di Shiatsu, ho seguito molte istruzioni che ho interpretato a suo tempo come stranezze di italiani che erano diventati buddisti; non voglio qui negare le stranezze, voglio solo rivalutare quelle che possono essere funzionali per me.

La parola “solennità”, che ha un valore molto personale, è quella che mette insieme per me, l’aspetto razionale e quello emotivo, secondo la modalità di ciascuno.

Il famoso evento “che se non si fosse verificato …”, è stato anch’esso a suo modo un atto solenne; ci vuole qualcosa di analogo per metterlo in discussione.

 

Ipnosi del Cliente

 

Nei confronti del cliente non si parla di ipnosi, termine che si presta a malintesi, ma solo di rilassamento. In genere il cliente raggiunge uno stato di ipnosi leggera, rimanendo perfettamente cosciente di quello che avviene. Il sistema che interviene è naturalmente il sistema energetico, nella sua forma digitale.

Il contatto continuo delle mani dell’operatore pone il soggetto in uno stato insolito, con qualcuno accanto che si prende cura della sua persona. La sensazione è particolare, permette già da sola una specie di anestesia; capita infatti che l’operatore effettui pressioni dolorose su alcuni punti del corpo, e che il cliente avverta il dolore in modo molto strano, descritto come una sensazione a metà tra il dolore e il piacere.

Anche la ripetitività dei gesti è in qualche modo ipnotica, ma non per tutti. Ci sono soggetti estremamente razionali, che sarebbero in grado di ricordare tutti i movimenti fatti dall’operatore, ma in questo caso la loro attenzione sulla parte logica impedirebbe qualsiasi cambiamento energetico: in questi casi l’operatore deliberatamente spezza lo schema del suo lavoro con piccoli cambiamenti.

Come sappiamo dallo studio delle induzioni ipnotiche, l’uso della parola può far uscire il soggetto dallo stato di ipnosi; questo si verifica inevitabilmente quando per esigenze del trattamento si deve far cambiare posizione (laterale /bocconi/supina).

Se il materasso sul quale si lavora, è abbastanza ampio, e soprattutto se la corporatura del cliente lo permette, l’operatore si prende anche l’incarico di farlo rotolare, con un ulteriore effetto “bambolotto”.

Avevo accennato alle piccole somatizzazioni muscolari che possono avvenire nel nostro corpo: questa ipnosi genera anche regressioni vere e proprie.

Senza che ci possa essere una prevedibilità di questo fenomeno, può accadere he mentre si scioglie con le pressioni un muscolo contratto, il cliente abbia un ricordo preciso di un evento lontano nel tempo. A questo punto la parte emotiva del ricordo si scioglie insieme al piccolo problema muscolare.

Questo fenomeno di contrazione muscolare è collegato per la MTC all’Elemento Legno e mi è capitato di riscontrarlo lungo la scapola, appunto sul percorso del meridiano della vescicola biliare.

In un trattamento Shiatsu c’è un contatto fisico che dura da 30 a 45 minuti: questo offre la possibilità di utilizzare in modo spontaneo, inconsapevole, il sistema simbolico Asta/Cerchio/Triangolo; potrebbe derivarne, a seconda delle tipologie dell’operatore e del cliente, una eventuale induzione molto forte e fuori dal controllo dell’operatore.

Questo è stato evitato dall’intuizione del maestro Masunaga, di lavorare con la modalità di una Mano Madre e di una Mano Figlia. Ne risulta l’utilizzo, sempre inconsapevole, del simbolo Triangolo mediante la Mano Madre e del simbolo Asta mediante la Mano Figlia, che si bilanciano tra di loro e mantengono il focus del trattamento sull’energia dei meridiani nel senso della MTC. Preciso che il simbolo Cerchio non è mai coinvolto, perché la presa a cerchio non fa parte di un lavoro che è interamente basato su pressioni.

Aggiungo anche una riflessione sul sistema meccanicistico: la parte destra  e la parte alta del corpo sono definite più Yang, mentre la sinistra e la bassa sono Yin, ma di questo non ho trovato applicazioni nelle tecniche che ho appreso.

Conto di farne un prossima ricerca…

di Roberto Antonangeli – Formatore Nazionale CSEN (Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI) nel settore delle Discipline Olistiche e Bionaturali come Formatore Motivazionale e Insegnante di Massaggio THAI. Analogista iscritto nell’Albo della Università Popolare delle Discipline Benemegliane. Operatore Shiatsu 

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