psicologia figlio adolescente

Cosa tutti i genitori dovrebbero sapere sul figlio adolescente

psicologia figlio adolescente

Molte problematiche adolescenziali, in particolare riguardo alla identità, alle relazioni e alla sessualità, sembrano peraltro radicarsi specificatamente nell’insicurezza dell’attaccamento con la madre. Nelle storie che hanno preceduto l’esordio della tossicodipendenza, e dei disturbi di personalità che con essa sono associati, non e’ infatti difficile ravvisare condizioni di alterato accudimento materno: l’accudimento mancato, l’accudimento soltanto mimato, o un accudimento intrusivo, possessivo e carico di frustrazioni che trasforma una profonda relazione interpersonale in un rapporto strumentale.

E ancora l’assetto della vita familiare, in cui uno spazio sempre più ridotto viene riservato alle relazioni interpersonali, l’intrusione dei media nel tempo libero della famiglia, insieme con un malinteso senso dell’autonomia e della responsabilizzazione del bambino, conducono ad uno scarso coinvolgimento dei genitori nella vita dei figli: la convivenza e il dialogo si limitano agli aspetti di superficie, alla organizzazione del quotidiano e alle risposte ai bisogni concreti espressi dai bambini. A questo proposito i dati del Center of Addiction and Substance Abuse (CASA – Columbia University -New York) sottolineano il fatto che gli adolescenti non disponibili alla cannabis e all’abuso di alcool hanno genitori profondamente coinvolti nella loro esistenza e nei loro progetti. Anche l’assenza del padre, che spesso delega completamente alla partner l’educazione e l’accudimento dei figli, in particolare nell’infanzia prescolare, sembra aprire la strada ad una condizione di insicurezza che influenzerà le competenze sociali dell’adolescente. La cristallizzazione delle relazioni familiari, caratterizzate dal prevedibile, dal banale e dallo “scontato” (” … da lui che cosa ci si può’ aspettare!”), insieme ad un notevole impoverimento della comunicazione emozionale e della percezione del trascendente, anche in senso laico, riducono progressivamente lo spazio degli adolescenti per acquisire considerazione di se’, rispondere ai quesiti di senso e immaginare un proprio futuro (Zuckerman e Kulhman, 2000).

Secondo il Fondo Nazionale per la Lotta Contro la Droga (2004) in Italia il 28% dei ragazzi tra i 12 e i 19 anni consuma droghe di varia natura e pericolosità. Secondo la maggior parte degli studi, uno dei principali contesti che influiscono sull’uso di sostanze in adolescenza è quello familiare (Jacob e Johnson, 1999). Anche le prime esperienze di avvicinamento al alcol avvengono in famiglia. I giovani che crescono in una famiglia in cui c’è l’abitudine di bere sono più predisposti a sviluppare una tolleranza verso l’alcol.

Diversi autori hanno osservato che la prima sperimentazione del fumo avviene principalmente durante l’adolescenza e sia i pari sia i genitori svolgono un ruolo fondamentale (Chassin, Presson, Rose e Sherman, 1996; Gilpin, Choi, Berry e Pierce, 1999). Patterson et al. (1992) e Dishion et al. (1995) hanno evidenziato l’importanza sia degli effetti indiretti (per esempio, la mancanza di credibilità dei messaggi contro il fumo trasmessi dai genitori fumatori) sia degli effetti diretti di un sistema familiare (per esempio, l’iniziazione al fumo di adolescenti con genitori fumatori).Anche il contatto con il gioco d’azzardo inizia precocemente in seno alla famigli  (Hardoon e Derevensky, 2001). Alcuni autori ritengono che i genitori svolgano il ruolo di modello (Gupta e Derevensky, 1997; Barnet et al., 2000), quindi il coinvolgimento nel gioco d’azzardo dipenderebbe  dalle influenze del contesto sociale (ruolo del modello genitoriale o del gruppo dei pari) e ambientale di appartenenza del giocatore (opportunità di gioco, sale gioco e casinò geograficamente accessibili). I giovani oggi sono molto coinvolti in attività di gioco d’azzardo, sviluppano e mantengono pensieri irrazionali con il rischio di incorrere in gravi problemi. Alcuni autori (Jessor, Turbin, Costa, Dong, Zhang e Wang, 2003), hanno osservato dei risultati interessanti rispetto al ruolo protettivo del controllo sul coinvolgimento degli adolescenti in comportamentia rischio (abuso di alcol, fumo di sigarette e delinquenza). Questi autori hanno osservato che il controllo familiare risulta uno dei fattori maggiormente legati al coinvolgimento dell’adolescente in comportamenti a rischio.

Tale evidenza è stata ritrovata in uno studio di Cattelino, Calandri e Bonino (2001) in cui vengono considerati diversi fattori, protettivi e a rischio, rispetto al coinvolgimento in comportamenti problematici (abuso di alcol, fumo di tabacco, e uso di sostanze). Cattelino et al. (2001) hanno rilevato che elevati livelli di controllo risultano correlati a un basso coinvolgimento in comportamenti a rischio specialmente nella fascia d’età dei 14-15 anni, mentre con il crescere dell’età dei giovani (18-19 anni) un alto controllo correla con un alto livello di coinvolgimento in comportamenti problematici. Gli autori spiegano tale risultato con l’idea che nella fascia d’età dei 18-19 anni i figli probabilmente hanno già interiorizzato le norme genitoriali e hanno sviluppato capacità di autoregolazione del loro comportamento, in questo caso un controllo eccessivo ostacolerebbe l’autonomia dei figli.

Tuttavia esistono due dimensioni dello stile genitoriale: l’affetto e il controllo comportamentale (Hart, Newell e Olsen, 2003). L’affetto, inteso come coinvolgimento nella relazione e supporto emotivo, si riferisce al calore e alla distanza della relazione con i figli (Galambos, Barker e Almeida, 2003). Il controllo comportamentale consiste nella regolazione del comportamento dei figli attraverso quell’insieme di regole, norme e restrizioni che caratterizzano la disciplina (Barber, 1996; Galambos et al., 2003).

Lo stile educativo ha un ruolo molto importante. Lo stile educativo aitoritario, caratterizzato da punizioni eccessivamente severe, e lo stile educativo lassista, caratterizto da una scarsa definizione di norme e da uno scarso sostegno, vengono considerati fattori di rischio. Quello che aiuta l’adolescente a sviluppare le proprie capacità e che può prevenire azioni a rischio, è lo stile educativo autorevole caratterizzato da un alto sostegno. L’ autorevolezza è una caratteristica educativa che fonda la relazione fra le parti coinvolte su basi affettive e tiene presente anche i comportamenti di esplorazione del limite che appartengono al soggetto che sta crescendo.

di Tsvetelina Nikolova Tsenova

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