Il sottile confine tra narcisismo e autoerotismo

 

narcisismo maligno

Nello scritto Introduzione al narcisismo, come abbiamo detto in precedenza, l’attività sessuale si sviluppa lungo due linee parallele, una riguardo le zone erogene e l’altra riguardo all’oggetto, quindi il narcisismo costituisce uno stato intermedio tra autoerotismo e amore oggettuale.

Con l’introduzione del narcisismo, la prima teoria duale delle pulsioni, comportò dei problemi fondamentali, perché divenne difficile distinguere tra le pulsioni dell’Io e le pulsioni sessuali, in quanto, se durante il narcisismo primario il soggetto ama se stesso, entrambe le pulsioni sono rivolte all’Io. Quindi Freud, per arginare il problema, mantenne comunque questa dualità, ma non si concentrò sulla fonte della pulsione, bensì sulla sua direzione, postulando due diversi tipi di libido, quella narcisistica, rivolta all’Io e quella oggettuale, rivolta agli oggetti e quindi alle altre persone.

Abbiamo già chiarito come il bambino, durante la prima fase dello sviluppo psicosessuale, si trovi in uno stato di autoerotismo, dettato dal fatto che, cercando il nutrimento poiché dominato dalla pulsione di autoconservazione, non scopre solo il piacere derivante dall’assunzione di cibo, ma anche quello proveniente dalla stimolazione della zona erogena orale, così impara a ricercare il secondo anche in assenza del nutrimento, sostituendo il seno, primo oggetto della pulsione sessuale, con una parte del proprio corpo, il pollice ad esempio, dando origine alla fase di autoerotismo. L’autoerotismo, che durante l’arco dello sviluppo evolve in narcisismo primario, pone il bambino in uno stadio intermedio tra l’autoerotismo e l’alloerotismo, dove il piccolo prima investe la libido su se stesso e poi la rivolge agli oggetti esterni, raggiungendo così la fase conclusiva dello sviluppo delle relazioni oggettuali, in cui le pulsioni sessuali sono organizzate sotto il primato della genitalità; tuttavia non è raro che l’alloerotismo rifluisca nuovamente in autoerotismo dando vita al narcisismo secondario.

La differenza tra autoerotismo e narcisismo primario è che, nella prima formulazione di quest’ultimo, il bambino percepisce il proprio corpo come un oggetto totale, anche se è  governato da un appagamento di tipo autoerotico e questo porta ad una prima bozza di quello che sarà l’Io, mentre nell’autoerotismo, il piccolo percepisce il proprio corpo come un insieme di oggetti parziali, attraverso la stimolazione dei quali, arriva alla gratificazione; l’oggetto parziale, quindi, essendo governato da pulsioni parziali ciascuna delle quali cerca appagamento indipendentemente dalle altre, esiste solo per soddisfare i propri bisogni; l’oggetto totale, invece, rappresenta la persona con cui il soggetto entra in rapporto, percependolo come altro da Sé e con il quale è possibile instaurare una relazione psicologica.

Quest’ultima precisazione, condusse Freud a collocare il narcisismo primario nella vita intrauterina, ovvero in uno stadio antecedente la costruzione dell’Io, caratterizzato dalla totale assenza di relazioni oggettuali, sopprimendo così, la distinzione tra autoerotismo e narcisismo primario.

Grazie all’introduzione del concetto di narcisismo, Freud elaborò la seconda topica dell’apparato mentale sviluppando anche i concetti di Super-Io e Ideale dell’Io.

L’Ideale dell’Io, è un’istanza nella quale confluisce l’idealizzazione dell’Io e quindi il narcisismo e l’identificazione con i genitori, che rappresentano gli ideali collettivi; il bambino quindi, durante la fase narcisistica originaria, rinuncia ad essere un’ideale per se stesso, riponendo questa visione di perfezione in chi si occupa di lui, questo passaggio incentiva sia lo sviluppo dell’Io ideale che mantiene una parte dell’idealizzazione su se stesso, sia quella dell’Ideale dell’Io che si riferisce alla perfezione e l’ideale percepiti nei genitori. Il confronto tra l’ideale dell’Io e l’Io ideale, porta il bambino a sperimentare il senso di inferiorità, perché l’Io cerca di conformarsi all’ideale dell’Io ma non riesce mai a raggiungerlo.

La differenza tra l’ideale dell’Io e il Super-Io, dunque, è che il primo, essendo l’erede del narcisismo originario, si sviluppa in un’epoca precoce, preedipica, ed è alimentato dalla libido narcisistica; il Super-Io, invece, è l’erede del complesso di Edipo e svolge le sue funzioni protettive e punitive di coscienza morale, prevalentemente sotto l’egida dell’aggressività; entrambi, però, si sviluppano grazie alla rete di identificazioni che hanno luogo nella dimensione relazionale del bambino con i genitori, o con le persone che si prendono cura di lui. In età adulta, quando l’Io è completamente formato e se non si adegua ai dettami del Super-Io, subisce l’attacco intrapsichico punitivo e prova colpa; se invece si discosta dall’ideale dell’Io, prova vergogna.

di Marta Di Massimo

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