sadismo sessuale psicologia

Come riconoscere un ragazzo sadico

Il termine “sadismo” fu coniato da Krafft-Ebing per rappresentare l’associazione tra crudeltà, violenza e lussuria. La sua descrizione del disturbo è basata sugli scritti di Marquis de Sade, oltre al numero degli studi di casi clinici famosi. I teorici correnti e il sistema di classificazione forniscono una concezione simile del disturbo e generalmente descrivono il sadismo come l’unione dell’eccitazione sessuale con l’infliggere dolore fisico o emozionale e dominazione e controllo sulla vittima[1]. Il sadismo sessuale può variare considerabilmente nella sua gravità, oscilla dagli atti sadici con partner consenzienti al torturare e uccidere vittime non consenzienti. Le fantasie e i comportamenti sadici possono includere dominazione, umiliazione, bondage, mordere, bruciare, frustare, penetrazione con oggetti esterni, strangolamento e mutilazione del corpo[2],[3].

 

Originariamente il termine introdotto da Krafft-Ebing nel tardo diciannovesimo secolo, era riferito al piacere sessuale derivato dall’infliggere dolore e sofferenza agli altri. Nel tempo, il termine fu allargato per includere piaceri non sessuali derivati da atti sadici. Secondo Freud[4], il sadismo include due disturbi separati: il sadismo sessuale e il comportamento sadico generalizzato. Studi successivi supportano questa distinzione, indicando che i sadici sessuali non sono comunemente impegnati in comportamenti sadici non sessuali con i loro partner o altri[5],[6]. Il sadismo sessuale sia nella versione del DSM-III-R sia in quella del DSM-IV è considerata una parafilia. Esso è caratterizzato dall’esperienza ricorrente dell’individuo influenzata da, intense fantasie o desideri sessualmente eccitanti, o dall’avere comportamenti che implicano la sofferenza fisica o psicologica degli altri. Il passaggio dall’aggiunta formale della diagnosi del disturbo sadico di personalità alla nomenclatura psichiatrica, iniziò essenzialmente nel 1980. Autori come Millon[7] discussero l’esigenza di una descrizione sistematica dell’individuo il cui temperamento era dominante, ostile, malvagio e irascibile, e che erano propensi a intraprendere comportamenti di crudeltà fisica[8]. Widiger, Trull[9] e Hare[10] furono d’accordo sostenendo che la costellazione di tratti che descrivono un individuo con pattern di comportamento sadico non erano sufficientemente spiegati dal disturbo di personalità antisociale (ASPD) o psicopatia. Di conseguenza fu suggerito che il DSM-III-R includesse il disturbo di personalità sadica (SPD) come entità diagnostica. A causa della scarsità di studi empirici attestanti la validità, come scetticismo e problemi logistici l’SPD fu incluso nell’appendice del DSM-III-R nella sezione intitolata “categorie diagnostiche proposte che richiedono ulteriori studi” con la speranza che questa inclusione avrebbe stimolato ulteriori ricerche. Si noti che mentre l’SPD e l’ASPD hanno diversi criteri diagnostici in comune, come violazione delle leggi, fallimento a conformarsi alle norme sociali, malvagità, sfruttamento di altri e violenza, il fine per cui questi atti sono perpetrati è diverso nelle due diagnosi. Gli individui con SPD commettono principalmente gli atti per ottenere piacere e guadagnare dominio e controllo, mentre quelli con l’ASPD perpetrano gli atti principalmente per guadagnare profitto o per colpa di una natura aggressiva con meccanismi primitivi di reazione in presenza di stressori. Allo stesso modo i sadici possono essere differenziati dagli altri criminali violenti (come gli individui con ASPD) per il fatto che i loro atti di violenza sono caratterizzati da differenti qualità di espressioni emotive[11]. Per i motivi di cui sopra, nella presente tesi sarà preso in considerazione soltanto il sadismo sessuale.

Uno degli strumenti di valutazione del sadismo sessuale è la Scala MIDSA[12]: un questionario computerizzato, basato sulla contingenza, che valuta i molteplici domini che sono rilevanti per l’aggressione sessuale. Si compone di due sottoscale: una scala di sette item di Fantasie Sadiche e una scala di 8 item di Comportamenti Sadici[13].

[1] E.g., Gratzer, T., & Bradford, J.M.W. (1995). Offender and offense characteristics of sexual sadists: A comparative study. In Journal of Forensic Sciences, 40, 450-455.

[2] E.g., Warren, J.I. & Hazelwood, R.R. (2002). Relational patterns associated with sexual sadism: A study of 20 wives and girlfriends. In Journal of Family Violence, 17, 75-89.

[3] Kirsch, L.G., Becker J.V. (2007). Emotional deficits in psychopathy and sexual sadism: Implications for violent and sadistic behavior. Clinical Psychology Review (Tucson), 27, 904-922.

[4] Freud S: Three essays on the theory of sexuality. In The Standard Edition of the Complete Psychological Works of Sigmund Freud (vol. 7). Edited by Strachey J. London: Hogarth Press, 1953, 193.

[5] Breslow N (1987). Locus of control, desiderability of control and sadomasochism. Psychol Rep, 61, 995-1001.

[6] Gosselink C., Wilsos G, (1980). Sexual Varations. New York, Simon and Schuster.

[7] Millon T. (1981). The aggressive pattern. In Disorders of Personality. New York: John Wile, 181-215.

[8] Millon T. (1981). The aggressive pattern. In Disorders of Personality. New York: John Wiley, 181-215.

[9] Widiger, T.A., Trull T.J. (1994). Personality disorders and violence. In Violence and Mental disorder: Development in Risk Assessment. Edited by Monahan J., Steadman H. Chicago, University of Chicago Press, 26, 203.

[10] Hare, R.D. (1991). The Hare Psychopathy Checklist-Revised. Toronto, Ontario: Multi Health Systems.

[11] Wade C. Myers, MD, Roger C. Burket, MD, and David S. Husted, MD (2006). Sadistic Personality Disorder and Comorbid Mental Illness in Adolescent Psychiatric Inpatients. The Journal of the American Academy of Psychiatry and the Law. (Tampa), vol. 34 number I, 34, 61-71.

[12] “Multidimensional Inventory of Development, Sex, and Aggression” (2011).

[13] Carrie A. Robertson and Raymond A. Knight (2014). Relating Sexual Sadism and Psychopathy to One Another, Non Sexual Violence, and Sexual Crime Behaviors. NIH-PA Author Manuscript (Waltham), 40(1), 12-23.

di Ilaria Ulgharaita

 

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