Riconoscimento della Menzogna: tecniche, strategie e domande chiave

Ecci alcune strategie che puoi utilizzare per facilitare la scoperta della verità. Alcune di queste si basano sull’aumento del carico cognitivo. Far dire la storia al contrario è sicuramente una modalità per aumentare il carico cognitivo. Gilbert & Fisher, 2006) hanno dimostrato che questo può aiutare a far emergere la verità (Vrij, et al., 2008).

Mantenere il contatto visivo è un’altra modalità che incrementa il carico cognitivo.  Quando le persone devono ricordare una storia solitamente spostano lo sguardo e guardano un punto fisso, perché mantenere il contatto visivo distrae (Doherty-Sneddon & Phelps, 2005; Vrij, Mann, Leal & Fisher, 2010).

 

In entrambi i casi, sono emersi infatti più indizi di menzogna.

Chi mente, può pianificare la propria menzogna attentamente. La ricerca di DePaulo et al., 2003) mostra che in questo caso il tasso di menzogne indovinate è più basso quando si pianifica. Per questo motivo può essere utile formulare domande non anticipate. O interviste non anticipate. Sebbene il mentitore può rifiutarsi di rispondere alle domande non anticipate dicendo “Non so” o “non ricordo”, questo tipo di risposta può creare sospetto se le domande sono su aspetti centrali ma non anticipati dell’evento bersaglio.

Se si prende alla sprovvista il soggetto, è molto difficile improvvisare bene!

Script – Imporre il Carico Cognitivo 3

Adesso ti chiederò alcune cose su X. Come era X? Cosa hai provato durante X?  [Domanda su Y]

Una tecnica che sta promuovendo molto Vrij è quella di confrontare descrizioni verbali e disegni. Questo è qualcosa che l’intervistato non si aspetta. In un esperimento di questi autori c’è molta più congruenza tra verbalizzazioni e disegni dei truth tellers rispetto ai mentitori.

Il mentitore può essere over-detailed nelle descrizioni verbali di un luogo se si prepara, ma il numero di dettagli nei disegni secondo la ricerca di Vrij, Mann, Leal & Fisher, in press) è minore nei mentitori.

Mentitori e sospetti che dicono la verità entrano a fare un’intervista della polizia in stati mentali differenti (Granhag & Hartwig, 2008). Un sospetto colpevole  ha un’unica conoscenza riguardo il crimine. Il problema del colpevole è convincere l’intervistatore che non ha proprio nessuna di quelle informazioni. L’innocente ha invece un problema opposto, ha paura che l’intervistatore non gli crederà.

Questi differenti stati mentali portano a differenti strategie del mentitore da chi dice la verità (Hartwig et al., 2007). I sospetti colpevoli sono inclini alla strategia dell’evitamento (ad es., nel richiamo libero si evita di menzionare dove si fosse in un certo periodo di tempo), oppure strategie di negazione (ad es., negare che si è stati in un certo posto o in un certo tempo se chiesto direttamente).

Al contrario, i sospetti innocenti non evitano e non scappano (Granhag & Hartwig, 2008).

Nell’uso strategico dell’evidenza, l’investigatore mira a riconoscere le differenti strategie tramite un uso strategico delle evidenze (ad es., possibili informazioni che incriminano).

L’obiettivo del SUE è di fare domande aperte (“Cosa hai fatto domenica pomeriggio?”) seguite da domande specifiche (tu o un’altra persona ha guidato la tua macchina domenica pomeriggio?), senza chiaramente rivelare l’evidenza strategica (e.g., telecamere a circuito chiuso che riguardano la macchina dell’intervistato in un luogo specifico domenica pomeriggio).

I veritieri tenderanno a dire la verità in un modo diretto “certo ho guidato domenica, usando la strategie “di la verità proprio come è successa), i mentitori tenderanno a evitare di dire spontaneamente il fatto, oppure negando. Chiaramente la negazione aperta andrà a contraddire l’evidenza. Hartwig, Granhag, Stromwal e Kronkvist (2006) hanno testato sperimentalmente questa tecnica.

Gli intervistatori non allenati alla tecnica hanno ottenuto un misero 56,1%, statisticamente simile al 54% della statistica delle persone non allenate. Mentre le persone allenate all’uso di SUE hanno ottenuto un 85,4% di accuratezza.

«Abbiamo trovato il tuo DNA in quella stanza, questo significa che il giorno del reato tu eri lì.»

«Vero, ero lì, ma a commettere il reato è stato John, io ero lì per a,b,c…»

«Dove eri il giorno X?»

«Al mare»

«E sei stato al mare tutto il giorno»

«Esattamente»

«Abbiamo trovato il tuo DNA in quella stanza…»

di Igor Vitale

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