Tipi di Stalker: psicologia, statistica e psicopatologia

Articolo di Salvia Gelsomina

Lo stalking vede nella maggior parte dei casi le donne come vittime e gli uomini come persecutori, anche se non mancano casi in cui si verifica il contrario (rapporto di 3:1). Nell’80% dei casi vittima e molestatore si conoscevano o perché ex partner (50% dei casi) o perché amici o conoscenze professionali.

 

Le statistiche di polizia di 800 casi australiani hanno rivelato che l’86% di stalker uomini ha molestato donne, e che solo il 14% degli uomini ha molestato altri uomini. Le donne invece, da quanto emerge da questi studi, erano più propense a molestare altre donne (57%; che solitamente erano le nuove compagne dei loro ex partner) piuttosto che gli uomini (43%).

Attualmente non è possibile trovare una classificazione degli stalker universalmente accettata.

Le varie categorizzazioni proposte sono il frutto di esperienze specifiche e delle correnti teoriche selezionate da coloro che le hanno proposte. Da un punto di vista generale, ciò che accomuna tutti i molestatori assillanti è l’ossessione: ossessione che cresce sempre più e dipende dalla costante esigenza di alimentare le proprie emozioni, i propri impulsi con stimoli sempre nuovi che devono ad ogni costo essere soddisfatti.

Il più delle volte il molestatore è una personalità debole e vulnerabile, che per paura di essere abbandonato (come già accaduto nella sua infanzia) si lega in modo ossessivo a qualcuno.

Gli stalker possono essere spinti da due tipi di interessi diversi verso la vittima:

  • un interesse positivo è presente quando il loro obiettivo è quello di recuperare un rapporto e far sì che la vittima presti nuovamente loro attenzione;
  • un interesse negativo quando invece essi provano vendetta per qualcosa che hanno percepito come un torto, e agiscono di conseguenza con atteggiamenti di disturbo e di minaccia.
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