Perché rimandare a domani quello che puoi fare oggi

In letteratura sono diverse le fonti che trattano il fenomeno della procrastinazione e le relative cause. Come già accennato in precedenza, sono due le principali prospettive alle quali i ricercatori hanno fatto riferimento per spiegare le ragioni del comportamento procrastinatorio, quella situazionale e quella psicologica che comprende le differenze individuali e le caratteristiche di tratto come la paura del fallimento o il perfezionismo, ma anche le credenze sulle proprie capacità, nonché l’autostima, il concetto di sé e l’autoefficacia.

Nello specifico, le cause più diffuse che stanno alla base del comportamento procrastinatorio sono:

  • Eccesso di pianificazione e perfezionismo: il perfezionismo è definito come la tendenza a fissare e perseguire obiettivi irrealistici e standard troppo alti per se stessi50. Secondo gli Autori, questi standard possono essere imposti da se stessi o da altri. Il soggetto pensa di non essere in grado di affrontare un compito o un problema se non riesce a farlo in maniera perfetta e non si sente sicuro delle proprie capacità e competenze. Questo modo di pensare è tipico di quegli studenti che sono convinti che passeranno un esame solo se studieranno tutto il programma alla perfezione. Non si sentono mai adeguatamente preparati e continuano a rimandare l‟esame all‟appello successivo.
  • Paura del fallimento: gli individui tendono a procrastinare credendo irrazionalmente di essere inadeguati o incapaci e che le richieste del mondo siano troppo numerose e difficili51. Questa paura può a volte essere talmente forte da bloccare qualsiasi tipo di iniziativa basando tale comportamento sulla convinzione che si otterrà sicuramente un fallimento e per questo non tenta neanche.
  • Paura del successo: chi ha paura del successo può essere un soggetto che sente di non meritarselo e quindi vive una sorta di senso di colpa oppure può avere il timore che gli altri poi si aspettino sempre delle prestazioni di successo da lui e quindi vive queste aspettative con forte ansia e stress.
  • Ribellione: nel caso in cui un soggetto sente che il lavoro da portare a termine è imposto dagli altri, tende a non rispettarne le scadenze per soddisfare il proprio bisogno di autonomia. Ad esempio, gli studenti possono rispondere ai compiti che percepiscono come ingiusti con la procrastinazione.
  • Ricerca di sensazioni forti: si riferisce alla tendenza di cercare nuove esperienze e di impegnarsi nell’ assunzione di rischi. La ricerca di emozioni può distogliere un individuo dallo studio, in particolare dai compiti accademici noiosi53. Alcune persone sono sempre alla ricerca di emozioni forti e sono attirate dalla sensazione adrenalinica di essere sul filo del rasoio. Questa modalità di gestire i problemi, a lungo termine crea stress psicofisico nella persona e in chi le sta intorno.
  • Pressione del tempo: è un altra importante determinante della procrastinazione. Gli studi dimostrano costantemente una relazione inversa tra la pressione del tempo e la procrastinazione. In generale, la pressione creata dalle scadenze eleva il livello di coscienza e la consapevolezza del compito, stimolando gli individui all’azione. Tuttavia, l’effetto della pressione del tempo sulla procrastinazione può essere moderato dalla propria capacità di lavorare sotto pressione. Pertanto, gli individui possono deliberatamente rinviare dei compiti fino all’ultimo minuto. Tali atteggiamenti sono comuni tra gli studenti che sono generalmente sicuri delle proprie capacità e che, nonostante le loro tendenze di procrastinazione, ottengono in genere risultati positivi. Gli studi hanno inoltre dimostrato che per alcuni studenti la pressione del tempo può essere debilitante, provocando sentimenti di ansia e stress che possono, a loro volta, portare le persone che hanno una minore percezione delle proprie capacità ad evitare il compito completamente.
  • Valore del compito: è un costrutto motivazionale definito nel quadro dell’aspettativa di valore e si compone di quattro elementi: il valore di realizzazione, o il livello percepito di importanza associata al compito; il valore intrinseco, o il godimento e l’interesse posto nello svolgimento del compito; il valore d’uso, o quanto sia utile il compito in relazione agli obiettivi attuali e futuri; ed il costo, o qualsiasi aspetto negativo che riguarda l’impegno in un compito.
  • Gestione del tempo: soprattutto in ambito accademico, gli studenti che sottovalutano il tempo necessario per portare a termine un compito saranno coloro che procrastineranno di più rispetto agli studenti che meglio sono in grado di stimare il tempo necessario per gestire le attività in modo efficiente. I pregiudizi nella stima del tempo sono noti come “errori di pianificazione”58 per cui un ottimismo irrealistico può offuscare una accurata previsione degli eventi futuri. Quando le scadenze sono più rigide ed imposte, pregiudizi ottimistici sono spesso sostituiti da piani più realistici59. Tuttavia, i procrastinatori possono ancora iniziare i loro progetti più tardi e studiare meno, rispetto agli studenti che procrastinano in misura minore.
  • Percezione delle proprie abilità: può essere classificata in tre categorie: autostima, intesa come l’impressione che gli individui hanno di se stessi60; il concetto di se accademico, ovvero l’impressione che gli individui hanno di se come studenti61 e l’autoefficacia, cioè le impressioni che gli individui hanno delle loro abilità nell’eseguire un compito62. Quando gli individui considerano se stessi in modo positivo, credono di essere bravi studenti, ed hanno una maggiore fiducia nella capacità di svolgere compiti specifici, ed è meno probabile che si impegnano nella procrastinazione.
    Qualunque siano le cause che provocano la procrastinazione, rimandare una decisione è a sua volta una decisione che, in quanto tale, comporta delle conseguenze, cambiamenti e responsabilità.

Articolo di Nicoletta Caruso

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