Devianza: una definizione

Articolo di Erika Bruno

Una definizione di “devianza” Si parla di devianza rispetto ad un insieme molteplice di comportamenti, accomunati da una valenza trasgressiva, che possono manifestarsi con l’aggressione fisica contro la persona, il furto, il danneggiamento e gli atti vandalici. Al contrario, l’adattamento indica “l’insieme dei processi mediante i quali l’individuo instaura una relazione armonica, equilibrata e soddisfacente con l’ambiente, in sintonia con le proprie istanze personali” 1.
I soggetti a rischio di devianza presentano caratteristiche cognitive specifiche, quali un atteggiamento positivo verso la violenza, scarsa empatia e bisogno di affermarsi con modalità violente.
Sul piano psicologico, si tratta di soggetti deboli e intolleranti alle frustrazioni, per questo possono scegliere di agire forme coercitive nelle relazioni sociali.

Sul piano comportamentale, esprimono il loro disagio attraverso la trasgressione alle regole stabilite dagli adulti. La violenza, in genere, può assumere valenza ’emotiva’ o ‘strumentale’: nel primo caso, l’aggressione è scatenata da sentimenti di paura o da una provocazione; mentre, nel secondo l’aggressore agisce senza essere stato provocato e la violenza è un mezzo per raggiungere uno scopo. Il comportamento adolescenziale deviante chiama in causa l’intera società, chiedendo di essere visto e riconosciuto nella sua valenza espressiva, come sintomo di un disagio individuale, per passività o inquietudine profonda, causate da vissuti di noia, insicurezza, confusione e solitudine.
Occorre distinguere tra concetto di “devianza”, che comporta una violazione delle regole, e “trasgressione adolescenziale”. È fondamentale, infatti, esprimere una certa dose di aggressività, fisica e verbale, per un buon adattamento psichico, per utilizzare la propria forza come impulso indispensabile e funzionale che permette di sentirsi alla pari, affermarsi e competere ai fini della sopravvivenza del sè. È fisiologico che un soggetto in fase evolutiva sviluppi un comportamento, all’apparenza problematico, ma che cela solo un fisiologico bisogno di trasgredire le regole.

La questione della devianza giovanile richiama un interesse scientifico di tipo multidisciplinare (psicologico, sociologico, criminologico), configurandosi quale condotta antinormativa. Infatti, sia che si tratti di forme francamente patologiche di aggressività agita, sia in caso di forme più sfumate – disadattive ma non ancora delinquenziali – il problema sta nella difficoltà del ragazzo a rispondere adeguatamente a limiti e regole, tanto che il disagio si manifesta proprio con un attacco, più o meno esplicito, al sistema normativo.

1 Manca G., Disagio, emarginazione e devianza nel mondo educativo. Note per una riflessione educativa, Roma, Bulzoni, 1999, pp. 71-86.
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