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Come funziona il cervello

Il sistema nervoso dei mammiferi è organizzato secondo precise strutture anatomiche che operano in tempi e spazi differenti al fine di orchestrare interi comportamenti che vanno dall’addormentarsi all’innamorarsi. In particolare, almeno il 75% delle strutture corticali sono coinvolte in attività legate ai comportamenti sessuali ed alimentari: il sistema motorio, i centri della parola, il cervelletto, il sistema limbico, del quale fa parte l’ipotalamo, l’ipofisi e parte del talamo (Camerani, 2010)

come funziona il cervello

Più di tutte, è l’ipotalamo la struttura fondamentale per la sopravvivenza che, nonostante le sue ridottissime dimensioni (solo 4 gr di peso), controlla la produzione degli ormoni e molti comportamenti fondamentali quali l’alimentazione, l’umore, l’aggressività e la sessualità. Mediante la secrezione di sostanze chimiche immesse direttamente nel flusso sanguigni, infatti, tale struttura può influenzare le funzioni sia del cervello che del corpo, rispettando quella che è la visione olistica dell’organismo umano. Parliamo di uno dei più importanti sistemi modulatori del cervello capace di regolare, tra le altre cose, il livello di attivazione e l’umore. (Bear et al., 2006).

Neuroanatomicamente, l’ipotalamo giace sotto al talamo dorsale, lungo le pareti del terzo ventricolo. Il suo limite superiore è rappresentato dal solco ipotalamico che lo separa dal talamo; il suo limite inferiore è invece rappresentato dai corpi mammillari, dal tuber cinereum e dal chiasma ottico. Sebbene le due strutture siano adiacenti, le loro funzioni sono molto diverse: il talamo dorsale si trova nel mezzo di tutte le vie di trasmissione la cui destinazione è la neocorteccia, mentre l’ipotalamo integra tutte le risposte viscerali e somatiche in conformità alle necessità del cervello (Martini, 1994).

 

fig. 1: NUCLEI IPOTALAMICI NEUROSECERNENTI (Carlson 2002)

La regolazione ipotalamica inizia dalla trasduzione sensoriale: cellule specializzate neurosecretorie controllano funzioni diverse. In generale, nell’ipotalamo si distinguono due aree funzionali: una anteriore, ad azione prevalentemente parasimpatica e impegnata nel mantenimento dell’omeostasi interna; una posteriore, ad azione simpatica, che fornisce sostegno autonomo ed endocrino alle attività fisiche e mentali di adattamento dell’organismo a cambiamenti interni ed esterni. (Bear et al., 2006)

A livello della neuroipofisi, la connessione è ancora più diretta: alcuni assoni escono infatti dall’ipotalamo per penetrare nell’ipofisi posteriore. Alla loro estremità vengono secreti l’ormone antidiuretico (ADH, Antidiuretic hormone) e l’ossitocina. La vicinanza dell’ipofisi all’ipotalamo è fondamentale per le sue funzioni: è stato verificato sperimentalmente, infatti, che lo spostamento della ghiandola in un’altra area corporea fa diminuire o annulla completamente la secrezione ormonale. (Kandel et al, 2014)

L’ipotalamo riceve afferenze da tutto il sistema nervoso, e quindi reagisce a tutti i tipi di stimoli ambientali. Altre afferenze provengono dal sistema limbico e segnalano lo stato emozionale dell’individuo. Inoltre, è influenzato dalle variazioni della concentrazione nel sangue di sostanze quali gli elettroliti, l’acqua e gli ormoni. (Bear et al, 2006)

L’ipotalamo, inoltre, attraverso l’ipofisi determina la ciclicità delle funzioni genitali femminili, che nei maschi è già annullata negli ultimi stadi della vita embrionale dalla presenza di testosterone nel sangue. Quindi, ancora prima della nascita, l’ipotalamo è differenziato in modo diverso nei due sessi. L’ossitocina, che come si è detto è uno degli ormoni prodotti dallo stesso ipotalamo, nelle donne stimola le cellule lisce dell’utero e le cellule contrattili mioepiteliali che circondano le cellule secretrici delle ghiandole mammarie. Questo ormone, oltre ad essere importante per sviluppare il senso materno, svolge un ruolo importante anche nello stabilirsi di legami affettivi tra partner. Non è stata finora dimostrata, invece,  un’azione chiara dell’ossitocina nei maschi umani. Tuttavia, in altri mammiferi, essa sembrerebbe stimolare sia emozioni affettive sia attrazioni sessuali, probabilmente agendo attraverso il sistema nervoso centrale (Bear et al., 2006).

Articolo di F.V. Cassano

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