Tipo 1 nell’Enneagramma: la rabbia

monicaPalermo-LaMiaRabbiaCarattere Uno: La Rabbia

 di Serena Giovannini

Questo carattere appartiene alla triade dell’azione ma rispetto agli altri due è il più intellettuale: preciso, idealista, puntiglioso, analitico dotato però di capacità pratiche nel realizzare, organizzare, dirigere, comandare. (Naranjo, 2009) La passione dominante è la rabbia che si trova in formazione reattiva, per questo si può definire una rabbia controllata o inconscia che, non viene manifestata  apertamente. Utilizza il meccanismo della razionalizzazione per veicolare la rabbia, in un atteggiamento civile, benevolo, virtuoso che maschera la distruttività. L’aspetto cognitivo relativo è il perfezionismo, la ricerca ossessiva di migliorare se stesso e gli altri cercando di aderire a norme, standard, ideali prefissati e facendo trasparire critiche e aggressività se tali regole e valori sono trasgrediti. (Naranjo, 1996)  Questo soggetto esaspera la funzione psichica della normatività, anche se non si assume la responsabilità di legislatore,  appellandosi ad autorità esterne (ad esempio il Papa). Comanda ed  esige obbedienza in quanto fin da bambino ha imparato che per essere amato bisognava essere perfetti. (Elena Danesi, 2009). Riguardo alla sua posizione nell’Enneagramma rispetto al carattere nove ha in comune l’evitamento dell’interiorità, rispetto al carattere due riecheggia l’orgoglio nell’atteggiamento di superiorità del perfezionista. (Naranjo, 1996).

3.1.1.   Richiami nella  letteratura scientifica precedente 

All’interno della psicoanalisi si può paragonare alla personalità anale, infatti Freud (1905-1908) descrive in un saggio il carattere anale e sottolinea con Abraham (1965) l’importanza del collegamento tra divieto di sporcarsi e pulizia ossessiva, Abraham riconosce il sentimento di superiorità di questo carattere. Reich (1973) in Analisi del Carattere riconferma tratti già evidenziati da Freud: la ricerca ossessiva dell’ordine, la diffidenza, la parsimonia e ipotizza che l’ipercontrollo del soggetto nelle relazioni sociali equivale a una congelamento delle emozioni e a un irrigidimento affettivo, descrive molto bene questa tipologia  nel “carattere distinto” in Analisi del Carattere come un tipico lord inglese. Millon (1981) mette in luce come cambia l’atteggiamento di questo soggetto in base allo status dell’interlocutore: ossequioso verso i superiori, alla ricerca di conferme e gratificazioni; critico, assertivo, giudicante verso i subordinati appellandosi a leggi a cui tutti, compreso lui devono aderire. Karen Horney (1981), in Nevrosi e Sviluppo della Personalità  descrive un carattere definito “perfezionista” come altezzoso a causa dei suoi alti valori che lo portano a disprezzare segretamente gli altri e al contempo a  mostrandosi integerrimo come dettano i suoi ideali; la sua vita è uno sforzo continuo ad adeguarsi, a mettere in pratica i suoi valori morali e a criticare ogni suo e altrui fallimento. Quello che desidera  è l’amore  attraverso obbedienza e rispetto. In Jung (1979), in Tipi Psicologici, descrivendo il tipo pensiero estroverso, rimarca la presenza di una formula  che il soggetto assurge a legge universale e la fa coincidere col bello, il giusto, il buono e il vero, condannando ed eliminando tutto ciò che esula. Anche nella medicina omeopatica c’è un richiamo nel tipo arsenicum  tendente all’ordine, preciso, pignolo, puntiglioso, ansioso di ottenere sempre il massimo per cui autocritico ma anche critico verso gli altri, nei rapporti interpersonali è dominante e decisionista. (Naranjo, 1996).

3.1.2.      Tratti caratteriali

 

Rabbia

E’ l’origine e il motore emotivo di questo carattere, è trattenuta, ma traspare come irritabilità, critica, rimprovero giudizio, indignazione, a causa degli sforzi compiuti dal soggetto e dell’inadeguatezza degli altri.

 Critica e Autocritica

E’ il risultato della razionalizzazione della rabbia che rimane inconscia e che viene così negata. Può essere implicita e fare sentire gli altri sbagliati, colpevoli o può essere diretta mirando a farli cambiare. Tipica di questo carattere è il pregiudizio verso le diversità razziali, culturali, religiose etc… Rabbia e frustrazione emotiva portano ad autocriticarsi per aspirare a diventare sempre migliore.

Atteggiamento pretenzioso

A causa di frustrazioni infantili il soggetto ora canalizza la sua aggressività nel realizzare ciò che vuole, nel tiranneggiare, nell’imporre regole e disciplina, nel controllo, nel reprimere il piacere. E’ un carattere portato a insegnare e predicare.

Prepotenza

Può essere sempre un effetto secondario della rabbia che sfocia in altezzosità, dispotismo, eccessiva sicurezza di sé, autorità indiscussa.

Perfezionismo

Questo carattere interiorizza norme esterne, obbedendo al proprio Super Io, obbedendo a autorità esterne e esigendo anche dagli altri  obbedienza  per mascherare i suoi veri desideri. Il perfezionismo fa si che la persona si percepisca e sia percepita dall’esterno come benevola, disinteressata e non come arrogante, aggressiva e rabbiosa. La rabbia rivolta all’interno fa sì che il soggetto diventi il giudice, il critico, l’educatore più esigente di se stesso, in effetti il comportamento che assume verso l’esterno è lo stesso che adotta verso  di sè. Inoltre il perfezionismo, alimentando la critica, il dominio, non permette che il soggetto diventi pienamente consapevole della  sua rabbia ma la sua costante attenzione rispetto al giusto e allo sbagliato  riflette cattive intenzioni inconsce. Emblematica è la figura del crociato che in nome della fede compie le peggiori nefandezze. Rabbia e perfezionismo sono intimamente legati.

Ipercontrollo

Rigidità, mancanza di spontaneità e di improvvisazione, blocco emotivo, pensiero logico, razionale con limiti nell’immaginazione e intuizione.

Disciplina

Moralista, rigido verso se stesso ha come priorità il dovere, allontanando il  piacere con un atteggiamento puritano.

3.1.3.   Il punto di vista eziologico e psicodinamico

Freud (1905) ha ricondotto l’attenzione esagerata per la pulizia e l’ordine del carattere anale all’imposizione di una pulizia eccessiva o prematura da parte dei genitori e alla soppressione del desiderio  inammissibile di sporcarsi e liberare gli istinti. Erikson (1950) sposta il nucleo del problema sulla locomozione che porta all’autonomia. Naranjo (1996) sospetta che la causa sia da riscontrarsi  in frustrazioni precoci date dalla non accettazione  da parte dei genitori che hanno sommerso il bambino di richieste e imposizioni, cosi che il bambino si è assunto responsabilità e si è battuto per dimostrare il suo valore attraverso l’essere perfetto arrivando da adulto a voler superare i genitori quasi per vendetta. Questo tipo di carattere è molto frequente nelle donne, spesso uno dei genitori ha lo stesso carattere, comunemente il padre  che per la bambina diventa un modello da imitare  per guadagnarsi il rispetto e la considerazione    nascondendo un desiderio inconscio di amore e tenerezza.

Questo carattere appare soddisfatto di sé perché non è pienamente in contatto con ciò che Naranjo (1996) in Carattere e Nevrosi chiama “oscuramento ontico”, ovvero un vuoto da carenza, la perdita del senso dell’essere, la mancanza del senso del Sè da cui originano tutte le nevrosi, così il carattere uno  cerca di compensare il sentore di questo vuoto aspirando alla virtù e alla perfezione. (Naranjo, 1996)

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