Shopping compulsivo e psicologia

di Valentina Blue Magris

Uno degli obiettivi delle ricerche passate è stato indagare la connessione tra impulso all’acquisto ed emozioni croniche negative,  partendo dal modello teorico ipotizzato da Verplanken et al. nel 2005 (citato in Silvera et al., 2008).

L’ipotesi centrale di tale modello è che gli stati psicologici negativi siano la spinta predominante dell’impulso all’acquisto, e che lo scopo dell’impulso all’acquisto sia ridurre le sensazioni negative (Verplanken et al., 2005, citato in Silvera et al., 2008).

Il fatto che l’acquisto d’impulso diverta e migliori l’umore, suggerisce che l’impulso all’acquisto potrebbe essere per prima cosa associato ad uno stato emotivo positivo (Silvera et al., 2008); al contrario, Verplanken et al. (2005) suggeriscono che uno stato iniziale (pre-acquisto) negativo, piuttosto che uno positivo, sia ciò che alimenta l’impulso all’acquisto.

Nella misura in cui l’impulso all’acquisto mette in moto un meccanismo per uscire da stati psicologici negativi, la presenza di uno stato emotivo negativo può essere associato a tendenze croniche all’acquisto d’impulso (Silvera et al., 2008).

Per misurare la tendenza generale all’acquisto d’impulso, nel 2001, Verplanken e Herabadi hanno sviluppato una scala a 20 item: la Scala di tendenza all’acquisto d’impulso (IBTS- Impulse Buying Tendency Scale).Tale scala è stata validata in due studi condotti da Verplanken et al. (2005), i quali ne hanno confermato attendibilità e buone proprietà psicometriche (Silvera et al., 2008).

La scala IBTS misura due aspetti della tendenza all’acquisto d’impulso: un aspetto cognitivo, che si riferisce alla mancanza di progettazione nelle decisioni di acquisto e un aspetto affettivo associato a sentimenti di eccitazione e potente spinta a comprare.

Lo studio di Silvera et al. (2008) valida ed amplia il modello di Verplanken et al. (2005) esaminando la relazione tra la tendenza cronica all’acquisto compulsivo con altri costrutti psicologici come: il benessere soggettivo, gli stati affettivi positivi e negativi, la predisposizione all’influenza sociale e l’autostima.

Il benessere soggettivo è un ampio costrutto che include le risposte affettive positive e negative degli individui, la loro soddisfazione con particolari aspetti della vita (lavoro e famiglia), ed un giudizio globale sulla soddisfazione per la vita (Diener, Suh, Lucas e Smith, 1999, citato in Silvera et al., 2008). Il benessere soggettivo è spesso misurato tramite la Scala di Soddisfazione per la Vita (SWLS) di Diener, Emmons, Larsen e Griffin (1985), la quale rileva una valutazione di tipo cognitivo per la soddisfazione per la vita nel suo insieme.

Il benessere soggettivo è positivamente associato con l’ottimismo e l’autostima, e negativamente associato alla depressione.

Alcune ricerche hanno indicato che la soddisfazione per la vita è positivamente correlata allo stato affettivo positivo e negativamente correlata allo stato affettivo negativo.

Nel 1999 Argyle (citato in Silvera et al., 2008) afferma che i fattori esterni, come fattori demografici, istruzione e stato economico determinano il 15% della varianza del benessere soggettivo.

La tendenza all’acquisto d’impulso correla negativamente con l’autostima: così è vero l’assunto che l’impulso all’acquisto può servire come via di fuga da stati psicologici negativi come la bassa autostima per l’appunto, e quest’ultima sembra esser fonte della tendenza all’acquisto d’impulso che ha come scopo il sollievo psicologico (Silvera et al., 2008, Verpalnken et al., 2005).

I risultati dello studio di Verplanken e Herabady (2001) hanno dimostrato che la tendenza all’acquisto d’impulso si riferisce ad alcune dimensioni principali di personalità. Gli individui che hanno forte impulso all’acquisto hanno bassa coscienziosità, bassa autonomia, predisposizione all’influenza interpersonale normativa, basso bisogno personale di organizzazione e bisogno di essere giudicati, ma essi sono anche molto estroversi ed orientati all’azione.
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