Aspetti biologici e fisiologici dell’ansia

di Giulia Zucchini

L’ansia rappresenta una situazione psicofisica che comporta manifestazioni della sfera psichica e somatica, coinvolgendo complessi meccanismi e diversi circuiti neuronali. Sono state identificate diverse zone implicate nella modulazione dell’ansia, tra cui risultano più importanti il talamo, con funzione di collegamento primario tra i sistemi recettoriali esterocettivi e le aree corticali, per l’elaborazione dello stimolo ansiogeno; l’amigdala, responsabile dell’acquisizione e dell’espressione della paura condizionata, attraverso una via breve, automatica ed involontaria, ed una via lunga, che implica la processazione dello stimolo da parte della corteccia. Le vie efferenti del circuito ansia-paura innescano una risposta automatica, che coinvolge il sistema simpatico e parasimpatico, determinando sintomi somatici quali l’aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, sudorazione, dilatazione pupillare, sintomi urinari e gastrointestinali (Pellegrino, 2003).
Il talamo svolge una funzione di collegamento primaria tra i sistemi sensoriali esterocettivi (uditivi, visivi, somatosensoriali), principali afferenze dei circuiti neuronali che determinano ansia e paura, e le aree sensoriali primarie della corteccia cerebrale, che proiettano l’input sensoriale alle aree adiacenti associative, per l’elaborazione integrata dello stimolo. Le aree associative corticali inviano quindi proiezioni a varie strutture cerebrali, come amigdala, corteccia entorinale, corteccia orbitofrontale e il giro del cingolo. Le afferenze viscerali non convergono sul talamo ed attivano il locus coeruleus e l’amigdala, sia attraverso connessioni dirette, sia attraverso vie mediate dal nucleo paragigantocellulare e dal nucleo del tratto solitario (Andriola, 2006).

Dunque la maggior parte delle informazioni relative agli stimoli che inducono ansia e paura viene dapprima elaborata nella corteccia sensoriale (SC) e nelle aree associative, per essere trasferita alle strutture sottocorticali coinvolte nelle risposte affettive, comportamentali e somatiche.
L’amigdala è l’area del cervello responsabile dell’acquisizione ed espressione della paura condizionata.
La risposta di paura è particolarmente correlata a tre dei 13 nuclei dell’amigdala: il nucleo centrale (CA), il nucleo amigdaloideo laterale (LA) e quello basale (BA). Sono noti due circuiti: quello breve (short loop) che riceve gli stimoli dal talamo sensoriale e li trasmette al LA che, a sua volta li trasmette al CA. Il circuito lungo (long loop) invia invece segnali al LA, da parte della SC, insula (INS) e alla corteccia prefrontale. Da tali aree vengono inviati segnali al tronco cerebrale (BS) ed all’ipotalamo (HYP), a cui consegue la risposta autonomica e comportamentale della paura. L’amigdala quindi riceve dal talamo anche informazioni non elaborate, essa rappresenta l’epicentro degli eventi coinvolti nella modulazione degli stati d’ansia, nell’animale come nell’uomo, con un ampio spettro di connessioni reciproche con le strutture corticali, limbiche, implicate nella risposta emozionale, cognitiva, autonomica ed endocrina allo stress. Le interazioni neuronali tra l’amigdala e le altre regioni corticali e sottocorticali consentono la messa in atto di comportamenti di reazione al pericolo, dipendenti da molteplici variabili quali le caratteristiche biologiche dell’individuo, il suo temperamento, le pregresse esperienze, la contingente situazione emozionale, ecc. In tal senso l’importanza del carico stressogeno di un evento risulta più correlato alla valutazione soggettiva di un individuo che alla realtà obiettiva dell’evento stesso (Kandel, 2003).
Una differente decodificazione corticale dello stressor influenzata dal contesto e dalle caratteristiche del singolo individuo, attiverà quindi la risposta emozionale a livello del lobo limbico e, da questa area, l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA): ne deriva una cascata di eventi finalizzati all’incremento della risposta neurovegetativa (es. aumento pressione arteriosa, frequenza cardiaca, dilatazione bronchiale, ecc.) (Lucci, 2004).
Un ruolo peculiare riscontrato nell’amigdala riguarda il contesto dell’incertezza, costrutto che sta alla base di molti paradigmi d’ansia, soprattutto di quella anticipatoria. L’incertezza può essere attesa, in un contesto già percepito come a rischio, o manifestarsi come inattesa quando esiste una modificazione di un contesto precedentemente non preoccupante; basti pensare a quanto pesi il senso di incertezza in un paziente oncologico che si presenti per un controllo nel contesto del follow-up della malattia attualmente silente. Sia studi animali che di neuroimaging umana(è l’utilizzo di tecnologie di neuroimmagine in grado di misurare il metabolismo cerebrale, al fine di analizzare e studiare la relazione tra l’attività di determinate aree cerebrali e specifiche funzioni cerebrali) hanno dimostrato come non solamente l’amigdala sia coinvolta nell’apprendimento dell’ansia e nella valutazione se uno stimolo risulti essere allarmante o pericoloso, ma anche venga attivata nelle fasi di incertezza o quando il livello di minaccia non risulti ben chiaro o non raggiunga un livello di paura esplicita. Inoltre, l’esposizione allo stress determina una modificazione dei sistemi neurotrasmettitoriali del Sistema Nervoso Centrale (SNC), in particolare della noradrenalina (NA), della serotonina (5-HT) e della dopamina (DA), oltre al coinvolgimento del sistema gabaergico, con riduzione della funzione inibitoria dell’acido y-aminobutirrico (GABA) e liberazione di sostanze endogene ad azione ansiogenica. Le vie efferenti del circuito ansia-paura innescano una risposta autonomica, che coinvolge il sistema simpatico e parasimpatico. L’attivazione simpatica, mediata dalla stimolazione dell’ipotalamo da parte di amigdala e locus coeruleus, determina un aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, sudorazione, piloerezione e dilatazione pupillare. L’attivazione parasimpatica, le cui principali proiezioni sono rappresentate dai nervi vago e splancnico, mediata dall’ipotalamo, dal nucleo paraventricolare, dall’amigdala e dal locus coeruleus, può essere collegata ai sintomi viscerali associati all’ansia, come i disturbi gastrointestinali e genito-urinari (Gilman, Newman, 2004).
Infine, il sistema nervoso centrale influenza direttamente e indirettamente, attraverso complesse interazioni neuroendocrine e neurotrasmettitoriali, il sistema immunitario : la modulazione della immunosorveglianza può, allora, in determinate condizioni di esposizione a stress intenso e protratto, determinare una meiopragia d’organo o di sistema, fino alla comparsa di una malattia organica.

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