Leadership e management: differenze

di Raffaele Napolitano

Poiché la figura del leader è spesso confusa con quella del manager si rende necessario definire le due figure differenziandole per scopi e compiti. Prima di tutto bisogna precisare che le due figure sono distinte e complementari. L’errore fatto da molte aziende di livello medio basso è quello di assegnare a caso compiti di leadership o di management a chi non ricopre l’esatta carica. Oppure, nelle grandi aziende americane, l’errore di sviluppare troppo management e poca leadership. La giusta soluzione sarebbe un equilibrio tra le due funzioni. Al leader non necessariamente viene chiesto di avere carisma o personalità particolarmente affascinanti. Il leader si occupa di innovazioni e di cambiamento. Oggi la leadership ha dei compiti assolutamente faticosi perché deve sapersi divincolare nei contesti economici sempre più competitivi e incerti. Attualmente è necessario produrre cambiamenti consistenti, a differenza di qualche anno fa quando un incremento pari al 5% rappresentava un successo, oggi, invece bisogna produrre cambiamenti consistenti per sopravvivere ed essere altamente competitivi, il rischio è quello di soccombere. Con l’aumentare dei cambiamenti, aumenta anche la domanda di leadership. Volendo, si potrebbe definire più facile il compito del manager, perché lui si confronta con la complessità, il manager è la forza motrice del lavoro ma il leader deve avere le idee e devono sempre essere nuove e competitive. Molte aziende, oggi tendono a decentralizzarsi proprio per creare tanti piccoli leader competitivi tra loro. Oggi un leader ha tre compiti importanti da tenere costantemente presente:
 Misurarsi con la complessità e il cambiamento;
 Creazione di reti di persone che possono portare responsabilità;
 Garantire realizzazione del lavoro.
Le aziende gestiscono tutto questo, in linea di massima, con la pianificazione e il budget, la pianificazione, spesso sostituisce una buona attività manageriale. Anche il manager ha un compito essenziale per un buon andamento di un’azienda, egli realizza il proprio piano lavorativo attraverso l’organizzazione e le persone, il controllo e la soluzione dei problemi.
Il compito del leader è quello di stabilire una direzione. La direzione non ha nulla a che vedere con la pianificazione o la programmazione, la direzione potrebbe essere definita “la filosofia dell’azienda” grazie alla direzione stabilita, rendendone partecipe il personale anche in vista di obiettivi a lungo termine, permette di compiere i passi necessari per raggiungere un traguardo prefissato. Il compito del leader che riguarda la definizione della direzione riguarda la creazione della visione e della strategia. Per esempio, il signor Jan Carlzon, direttore generale della SAS2 aveva intuito che chi i viaggi fatti per lavoro sono più frequenti e chi li compie è disposto anche a spendere di più quindi, alla sua compagnia aerea, diede una direzione rivolta ad una clientela business e in breve tempo diventò una compagnia tra le più pregiate.
Per quanto un’azienda possa sforzarsi di pianificare, se non possiede una buona direzione, rischierebbe solo di sprecare tempi ed energie. Esistono aziende ipergestite e sotto guidate, queste aziende non hanno una direzione pertanto sprecano immense energie in pianificazione. Un compito importante dei dirigenti non è quello di organizzare le persone ma di orientarle, persone senza una direzione si ostacolano tra di loro. Un’ azienda deve stabilire ruoli e relazioni gerarchiche, fatta di individui adatti ai ruoli assegnati.
Un altro elemento importante per la leadership è quello della credibilità, bisogna fare in modo che le persone credano al messaggio trasmesso, perché ciò avvenga è necessario che chi lo trasmette possieda una integrità morale, e soprattutto che vi sia coerenza tra quanto dichiarato e le azioni effettivamente compiute.
Ancora un elemento importante ai fini della credibilità è legato alla motivazione piuttosto che al controllo delle persone. Una motivazione efficace garantisce l’impiego dell’energia necessaria per superare gli ostacoli con meno fatica. Il fine ultimo è quello di aiutare persone comuni che svolgono lavori comuni a svolgere con successo compiti routinari. I bravi leader adottano modi diversi per motivare le persone: definiscono la visione dell’organizzazione in modo tale da dare importanza alle persone cui si rivolgono, fanno in modo che chi lavora abbia un feedback, coaching e schemi di comportamento affinché crescano professionalmente e accresca la propria autostima, ciò dà un senso di appartenenza delle persone all’azienda. Più il mercato preme sul cambiamento, più i leader sono obbligati a motivare chi lavora, anche perché il cambiamento è indice di ansia e di conseguenza di resistenze.

Bibliografia

QUAGLINO G., (2005) Leadership, Raffaello Cortina, Milano

Scrivi a Igor Vitale