Il campo gruppale: definizione e significato

di Maria Gloria Luciani

Il campo gruppale è la somma delle interconnessioni tra i soggetti che costituiscono un sistema e come tale funziona da strumento di analisi e cura per il proprio circuito di relazioni.
La realtà è definita da come noi la percepiamo e ciò presuppone che ognuno sia portatore del proprio punto di vista all’interno del sistema. La “vicinanza” e la “distanza” non si possono considerare semplicemente come lo spazio che intercorre tra alcuni elementi o persone: ogni individuo sarà “distante” quando percepirà di esserlo e sarà “vicino” ad altri anche quando sarà fisicamente solo.
Da un’ottica psicologica percepire di “essere soli” o “vicini a qualcuno” non significa rendersene conto guardandosi intorno ma sentirlo con la mente. È quest’ultima che ci rende componenti di un sistema di relazioni.
Il nostro corpo sente la vicinanza fisica reale ma la nostra mente risente della distanza o vicinanza psichica che prescinde dalla prima ma dipende comunque dalla realtà, dalle influenze che subisce e da come le interiorizza.
La mente ci permette di sapere quali influenze ha subìto, in che modo certi corpi o insiemi di corpi hanno agito a distanza su di essa e quindi su una data persona ed hanno fatto sì che inconsciamente questa si sentisse così “vicina” ad altri.
È impossibile sottrarsi a questo tipo di dinamica. Utopico è pensare di non appartenere ad un sistema composto da sotto sistemi e microsistemi di cui un individuo ne assorbe gli aspetti, gli script, gli stati emotivi, le sensibilità, le difese.
Ogni persona porta con sé quotidianamente le influenze del suo ambiente che in certi casi lo accomuna ad alcune persone ed in altre lo differenzia.
L’avere in comune l’estrazione sociale e l’ambiente in cui si è vissuti non fa di noi delle persone uguali perché anche la stessa società ha influenzato quello stesso ambiente in momenti diversi ed in modi diversi. La nostra mente, quindi, si è formata e continua a svilupparsi e cambiare in base a questi continui rapporti tra famiglie, istituzioni, culture e società.
Ciò che lega gli individui l’uno con l’altro sono forze psichiche che aleggiano come flussi di energia partendo da un soggetto e diramandosi verso altri creando una rete di relazioni.
L’uomo non è concepibile fuori da questa rete e nemmeno la sua mente è trattabile a prescindere dalle esperienze del corpo: è per questo che si sta dando sempre più spazio alla dimensione relazionale della patologia psichica. Ci nutriamo delle relazioni degli altri e nutriamo di noi stessi l’altro.
Secondo quest’ottica si sono sviluppati, in ambito psicoanalitico, nuovi metodi di cura che riescono a cogliere quelle forze psichiche interpersonali ponendole in un campo di gruppo ed utilizzando le esperienze e le verbalizzazioni di ognuno per “sondare il terreno” psichico degli altri.
Con questa modalità dinamica l’individuo potrà esprimere nel gruppo ed attraverso il gruppo la totalità delle sue relazioni, dei rapporti conflittuali, delle situazioni stressanti e dei disequilibri psichici che lo hanno condotto ad essere privo di punti di riferimento o di modalità per utilizzare gli strumenti potenziali che ognuno di noi ha per reagire a particolari difficoltà.

In questa sede verranno definiti i concetti di “campo” e di “gruppo” attraverso le loro specificità e peculiarità esaminando la strada percorsa dagli esponenti di spicco e la scoperta pioneristica di Freud del “legame” per mezzo dei suoi saggi.
Si avrà la possibilità di notare la coniugazione tra il paradigma psicoterapeutico ad orientamento psicodinamico della gruppoanalisi (che considera il gruppo come insieme di forze dinamico-emotive da cui possono derivare sofferenze o risvolti positivi per le relazioni interpersonali) e l’approccio cognitivo-comportamentale della “bilancia dello stress”. Quest’ultimo verrà utilizzato per spiegare gli equilibri e i disequilibri tra i soggetti coinvolti in gruppo in base alla personale esperienza di tirocinio svolta nel servizio di psicologia dell’ospedale S. Maria di Terni.
L’istituzione ospedaliera verrà analizzata come campo di forze e relazioni emotive che si confondono tra loro e allo stesso tempo si distinguono. Verranno esaminati gli equilibri tra i membri dell’equipe contestualizzandoli all’interno del concetto di campo gruppale.
Sarà perseguito l’obiettivo di comunicare la positività dell’approccio gruppale, del giusto utilizzo degli interscambi emotivi implicati in esso per ridare equilibrio a sistemi (singoli individui o gruppi) coinvolti in particolari situazioni.
Scomponendo e ricomponendo “il gruppo” attraverso una prospettiva psicodinamica, lo si vedrà come un organismo che coltiva risorse da dover sfruttare, come un sistema che allarga le prospettive terapeutiche ed organizzative di una istituzione, nelle cui ricchezze potenziali possono attingere il paziente, le famiglie e lo psicoterapeuta stesso.

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