Come funziona l’Ipnosi Ericksoniana

di Maria Venturi

Si può definire l’ipnosi come un processo psicologico che porta il paziente ad utilizzare le proprie associazioni mentali, ricordi e potenzialità per raggiungere un determinato fine terapeutico. Il paziente risolve il suo problema attraverso  l’utilizzazione di capacità già proprie ma che non vengono riconosciute e comprese e dunque rimangono inespresse. La terapia ha una struttura molto flessibile che può essere adattata alla varietà delle risposte dei pazienti che vi si sottopongono, e non vi sono regole a cui attenersi rigorosamente, tuttavia riferendoci all’ipnosi di Erickson, egli ha schematizzato il processo ipnotico ripartendolo in tre fasi: preparazione, trance terapeutica, valutazione e ratifica del cambiamento terapeutico ottenuto.[6]

a. La preparazione è una fase di conoscenza tra il paziente ed il terapeuta. Fondamentale obiettivo di questa fase è la costruzione di un rapporto solido tra le due parti, fondato sulla fiducia, sul muto rispetto e sulla comprensione. Negli incontri iniziali il terapeuta raccoglie informazioni sul bagaglio di esperienze e conoscenze del paziente che verrà poi utilizzato a fini terapeutici. Inoltre vengono indagate le strutture mentali di riferimento ed i sistemi di credenze del paziente che il terapeuta potrà sovvertire e depotenziare a favore della creazione di nuovi schemi che facilitino il cambiamento terapeutico. Elemento decisivo è inoltre  l’aspettativa che il paziente ha in merito alla risoluzione del problema: se l’aspettativa di esito positivo è alta, il paziente potrà più facilmente sospendere e modificare le strutture di riferimento che spesso lo costringono ad una condizione autolimitante.

b. La trance terapeutica è un periodo nel quale gli schemi e le strutture abituali del paziente sono temporaneamente alterati, così che egli sia più ricettivo ad altri modelli di associazione e di funzionamento mentale che contribuiscano alla risoluzione dei problemi. Alcuni dei più comuni indicatori fisiologici che segnalano lo stato di trance sono catalessi, immobilità corporea, mutata qualità della voce, chiusura degli occhi, lineamenti facciali rilassati, mancanza o ritardo dei riflessi, rallentata frequenza respiratoria e cardiaca ed altri ancora. Non esiste un metodo universale di induzione dello stato di trance, ogni persona reagisce diversamente dalle altre, così sono possibili una molteplicità di approcci per personalizzare la terapia.

Ciò nonostante Erickson individua un paradigma di induzione della trance terapeutica composto da cinque stadi, che può essere adattato alle esigenze e alle reazioni del singolo paziente.

 1) Fissazione dell’attenzione. in questa fase l’attenzione del paziente deve essere indirizzata verso la propria interiorità e le proprie sensazioni. A questo proposito si possono utilizzare approcci standardizzati come fissare un punto, una luce intensa o i movimenti del terapeuta, tuttavia non è necessario che il punto di fissazione sia esterno, anzi per guidare il paziente verso la propria interiorità si è rivelato più efficace far concentrare il paziente su sensazioni o immagini interne. Importante è essere consapevoli che qualunque cosa affascini e catturi l’attenzione del paziente può essere definita ipnotica. Quotidianamente le persone sperimentano trance ipnotiche quando presi da varie situazioni e faccende dimenticano tutto il resto. Efficace è l’approccio del terapeuta che classifica correttamente l’esperienza del comportamento mentale del paziente individuando la sua situazione. Il paziente si sentirà rassicurato e compreso accettando ogni suggestione che il terapeuta voglia indurre.

2) Depotenziamento degli abituali schemi di riferimento e credenze. Per raggiungere questo obiettivo esistono molti mezzi come ogni esperienza di shock e sorpresa. Quando il paziente sperimenta l’irreale, l’insolito o il fantastico può approdare a modi di comprensione alterati. L’interruzione degli abituali schemi si verifica nella quotidianità ogni qualvolta ci troviamo in una situazione imbarazzante, difficile o inaspettata dando origine a quello che Ernest Rossi (allievo di Erickson)  ha descritto come “momento creativo” durante il quale produciamo un’intuizione, un nuovo atteggiamento o un nuovo comportamento ed è il processo alla base della trance terapeutica.

3) Ricerca inconscia e 4) processo inconscio. Questi due processi  sono attivati da forme di suggestione indiretta, che avviano ricerche e processi inconsci e facilitano le associazioni mentali così che i pazienti rimangono sorpresi delle loro stesse risposte.

5) La risposta ipnotica è il naturale sviluppo dei processi inconsci avviati dal terapeuta. Essendo mediata primariamente da processi inconsci la risposta si presenta autonomamente e molti pazienti infatti manifestano una piacevole sorpresa nel notare la propria risposta involontaria. I classici fenomeni ipnotici quali catalessia, anestesia, amnesia, regressione d’età possono essere evocati dalle suggestioni dei terapeuti. Questo pone una grande importanza nella suggestionabilità del soggetto, e proprio a causa del ruolo centrale della suggestionabilità l’ipnosi ha assunto le connotazioni erronee della manipolazione e del controllo. Lo sfruttamento dei fenomeni che naturalmente appaiono durante la trance come affermazione  del proprio potere e influenza, come per esempio nelle ipnosi da palcoscenico, ha alimentato questa concezione traviata del fenomeno ipnotico. Sviando questa concezione Erickson scrive: “la persona ipnotizzata rimane la medesima persona. Soltanto il suo comportamento viene alterato dallo stato di trance, ma anche così il comportamento alterato deriva dall’esperienza di vita del paziente e non dal terapeuta. […] L’ipnosi non altera la persona, non altera la sua esperienza di vita passata. Serve a permetterle di imparare di più su se stessa e ad esprimersi più adeguatamente.” [7]

La ratifica del cambiamento terapeutico è il momento in cui il terapeuta, avendo individuato le evidenti o minime alterazioni nel funzionamento sensorio- percettivo del paziente tali da indicare lo stato di trance, lo comunica al paziente rendendolo consapevole dei cambiamenti che l’ipnosi sta operando sulla sua persona. Molti pazienti riconoscono autonomamente i cambiamenti sperimentati e li comunicano al terapista,  altri invece hanno bisogno di un aiuto in questa individuazione.

Il riconoscimento e l’apprezzamento del lavoro della trance sono necessari per evitare che vecchi comportamenti e modelli di pensiero vanifichino il funzionamento dei nuovi appena creati. Poiché non tutti i pazienti manifestano la stessa intensità sintomatica il terapeuta dovrà essere in grado di individuare anche le minime alterazioni presentate.

L’ipnosi è uno strumento di comprovata efficacia clinica, contatta uno psicologo adesso se ritieni di dover affrontare un disagio o una situazione problematica.

Scrivi a Igor Vitale