Il tifo organizzato italiano negli anni Novanta

La Cultura Ultras negli anni 90

 

Raffaele Cellini

Abbiamo visto la storia degli ultras e del tifo organizzato in un articolo precedente (clicca qui per leggerlo) in questo articolo vedremo cosa accade storicamente al tifo organizzato negli anni Novanta.

Il decennio si chiude comunque con un’incredibile ondata di violenza  e con un’ulteriore stretta legislativa, nonché con la riduzione del numero dei posti nei settori ospiti. Arriviamo dunque agli anni novanta, dove si possono scorgere due tratti comuni all’interno dei campionati di serie A e B: l’aumento dei prezzi dei biglietti ed al contempo la sensibile riduzione dei posti riservati alle tifoserie ospiti, al fine di ridurre la presenza dei sostenitori della squadra in trasferta.

Caratteristiche timidamente o preliminarmente apparse nel decennio precedente, come i bomber, gli anfibi e le stesse simbologie neofasciste, conoscono negli anni novanta una massiccia diffusione, a scapito di una minoranza sempre più consistente di tifoserie “rosse”. Il termine “ultras” dal canto suo, sperimenta stavolta una commercializzazione esagerata, poiché lo si vede appioppare, da parte dei media, ad ogni personaggio famoso che manifesta una tiepida simpatia sportiva; d’altra parte, si assiste ad un consolidamento del binomio  ultras – violenza, accentuato da episodi narrati in veste sensazionalistica. Una vera e propria “inflazione d’uso” (Tosi, 2003). Tuttavia, ricerche condotte sul campo da parte dei sociologi, hanno successivamente dimostrato, laddove siano presenti tendenze politiche estremiste nei nuclei organizzati, come queste (assieme a sentimenti xenofobi) non fuoriescano generalmente dagli spalti.

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