Come misurare la soddisfazione lavorativa

La misurazione della soddisfazione lavorativa

Antonella Matichecchia

Nonostante l‘influenza di fattori di personalità, le caratteristiche dell‘organizzazione e dell‘attività di lavoro hanno un ruolo determinante nell‘emergere del senso di soddisfazione lavorativa: il livello di soddisfazione percepita da uno stesso individuo può variare nel corso della vita professionale in funzione dei differenti contesti di lavoro (mansioni svolte, politiche, regole, supervisioni, colleghi, ecc.) progressivamente incontrati (Tovey, Adams, 1999 pp 150-158). Uno dei problemi più rilevanti nello studio della soddisfazione lavorativa è la sua misura. Il costrutto, infatti, ―è un concetto complesso e difficile da misurare oggettivamente, dato che è influenzato da un ampio range di variabili correlate a fattori individuali, sociali, culturali, organizzativi e ambientali‖ (Maeran, 1999 p.115). Sono diverse le ragioni per cui può essere utile ad un‘organizzazione svolgere un‘indagine sulla soddisfazione delle persone che vi lavorano, tra le quali la diagnosi e la comprensione di problematiche, come ad esempio l‘assenteismo o il turnover, la valutazione delle conseguenze di un cambiamento promosso e avviato, la volontà di rendere più efficace la comunicazione interna, o ancora la necessità di favorire un maggiore coinvolgimento delle risorse (Arnold & Feldman, 1986 p.459).

La tecnica sicuramente più impiegata in questo ambito di ricerca, anche se non è l‘unica, rimane ad oggi quella del questionario, insieme strutturato di domande e alternative di risposte standardizzate in cui si chiede al soggetto di esprimere un‘opinione nei confronti del proprio lavoro e le sensazioni che gli suscita, oppure di descriverne le caratteristiche oggettive. Tuttavia, esistono anche altre tecniche di cui le aziende possono avvalersi, come ad esempio gli eventi critici oppure le interviste, quest‘ultime più adatte in una fase preliminare dell‘indagine.

Attualmente sono numerosi gli strumenti standardizzati a disposizione per misurare la soddisfazione, riconducibili a presupposti teorici distinti tra loro e strutturati in maniera differente a seconda che indaghino il lavoro in generale oppure le specifiche dimensioni lavorative. I vantaggi che derivano dall‘utilizzo di uno strumento standardizzato sono noti: la possibilità di somministrare il questionario in diverse organizzazioni ed il confronto dei risultati ottenuti tra contesti organizzativi differenti ed in momenti successivi. Tuttavia qualora l‘obiettivo sia di rilevare aspetti unici e specifici di quell‘organizzazione, allora è possibile sviluppare uno strumento ad hoc, avendo cura di verificare l‘attendibilità e validità.

Uno degli strumenti di misura disponibili sul mercato volti a fornire un indice globale della soddisfazione nel lavoro, è il Job Satisfaction Blank messo a punto da Hoppock (1935). Esso è composto da quattro item centrati sull‘atteggiamento verso il lavoro, e viene ancora oggi utilizzato nelle organizzazioni per l‘utilità delle informazioni che consente di ottenere. Brayfield e Rothe (1951) hanno elaborato un questionario, composto di 18 item, volto ad indagare gli aspetti generali della soddisfazione e non aspetti specifici della situazione lavorativa. Secondo gli autori, una misura di soddisfazione nel lavoro per essere utile deve poter essere applicata ad un ampia varietà di lavori e misurare la soddisfazione generale, che può essere dedotta dall‘atteggiamento dell‘individuo verso il lavoro. Gli item sono stati scelti in modo che la soddisfazione fosse evidenziata, per metà degli item, dalla valutazione molto favorevole e per l‘altra metà da molto sfavorevole su una scala Likert a cinque punti. Un basso punteggio totale è indice di insoddisfazione mentre un alto punteggio lo è di soddisfazione.

Il Job Descriptive Index (JDI) di Smith, Kendall e Hulin (1969,1985,1997) è uno tra i più diffusi e accurati strumenti di misura della soddisfazione lavorativa. Il questionario risulta composto di cinque diverse scale volte ad indagare altrettante dimensioni connesse alla soddisfazione lavorativa: le caratteristiche del lavoro, la supervisione, la retribuzione, il rapporto con i colleghi e le opportunità della promozione.

Uno strumento di rilevazione della soddisfazione lavorativa in lingua italiana è il Questionario di Soddisfazione Organizzativa (QSO) elaborato da Cortese (2001), composto di 20 item, volti a rilevare, attraverso una scala di Likert a sette punti, molteplici aspetti che caratterizzano la complessa relazione tra individuo e organizzazione, quali l‘autonomia/discrezionalità, i benefit, la carriera, la comunicazione interna, le condizioni di lavoro, l‘immagine/prestigio, l‘equilibrio lavoro/tempo libero, l‘organizzazione, le relazioni interne, la retribuzione, il riconoscimento, la sicurezza sul posto di lavoro, nonché il tipo di attività.

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