EMDR come funziona

EMDR per il trattamento del trauma: come funziona

Come funziona l’EMDR

Antonella Matichecchia

 

EMDR è un acronimo per Eye Movement Desensitization and Reprocessing (Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari). E’ un metodo clinico innovativo che ha aiutato con successo ormai più di un milione diindividui con Disturbo Post-Traumatico da Stress. E’ una metodologia completa che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione ritmica, bilaterale alternata (destra/sinistra) per trattare disturbi legati direttamente a esperienze passate e a disagi presenti. L’EMDR agisce ad un livello neuropsicologico ed è basato sulla stimolazione alternata deidue emisferi attuata nel momento in cui il paziente sta richiamandol’esperienza traumatica. Le ricerche sperimentali hanno convalidatol’efficacia del trattamento, che viene ora utilizzato in molteistituzioni nell’area della psicologia dell’emergenza.

La stimolazione fisiologica sembra attivare il sistema innato di elaborazione dell’informazione e sembra altresì legato ai meccanismi inerenti l’immagazzinamento della memoria. Il trattamento con l’EMDR permette un approccio integrato che considera tutti gli aspetti salienti dei maggiori approcci psicoterapeutici più tradizionali. Infatti, l’EMDR è un metodo complesso di psicoterapia che integra molti elementi teorici e clinici di altri approcci terapeutici (psicodinamico, comportamentale, cognitivo, fisiologico ed interazionale) che vengono abbinati a movimenti oculari.

È noto che i due emisferi cerebrali hanno funzioni diverse e complementari alivello psicologico: l’emisfero sinistro ha un punto di vista più positivo, più analitico, permette di guardare avanti e di progettare. L’emisfero destro tende ad esserepiù olistico ed è sempre in uno stato di allerta per l’individuazione di pericoli. Endel, Tulving e collaboratori (1994) hanno lavorato sul modello di asimmetria degli emisfericerebrali nei processi di registrazione e richiamo dei ricordi. Secondo questo modello la corteccia frontale sinistra sarebbe coinvolta nella registrazione dei ricordidi eventi e la corteccia frontale destra nel richiamo di questi ricordi.

Quindi, la stimolazione in modo alternato dei due lati, che avviene durante l’EMDR, potrebbestimolare simultaneamente la rete positiva del destro mentre vengono evocati i contenuti negativi ed ansiogeni del sinistro, e questo porterebbe ad elaborare l’informazione legata all’esperienza traumatica, perché agirebbe sui meccanismi inerentil’immagazzinamento della memoria (Fernandez, 2004).

L’EMDR ha come riferimento teorico il modello di elaborazione adattiva dell’informazione che si basa sul concetto che alcuni disturbi mentali siano il risultato di informazione mantenuta in modo non funzionale nel sistema nervoso dovuto ad unaelaborazione incompleta dell’esperienza. Il sistema di elaborazione dell’informazione è innato, il disturbo post-traumatico da stress si svilupperebbe quando questo sistema si blocca e l’evento traumatico rimane isolato dal resto della rete neurale. Il trauma provoca una ipereccitazione di un punto specifico del cervello e determinauna patologia dell’organizzazione delle informazioni contenute nelle reti neurali.Per questo motivo i ricordi traumatici che troviamo alla base del disturbo post-traumatico da stress sono tenaci e perseveranti e sembrano non modificabili. Il paziente è capace di richiamare solo ricordi negativi anchequando sono stati sperimentati degli eventi positivi, manifestando il meccanismo moltonoto dell’attenzione selettiva. Questo potrebbe essere causato dal fatto che l’informazione negativa è mantenuta in modo non funzionale in una forma eccitatoria e come conseguenza viene stimolata più facilmente di altre informazioni.

Nell’approccio dell’EMDR quando parliamo di informazioni legate ad un evento traumatico ci riferiamo in realtà a quattro aspetti dell’esperienza traumatica: l’immagine o l’aspetto peggiore dell’esperienza, gli aspetti cognitivi, le emozioni e le sensazioni fisiche. L’immagine riguarda l’aspetto peggiore dell’evento o la parte più disturbante. Attraverso l’immagine si stabilisce il collegamento tra la consapevolezza ed il luogo in cui l’informazione è immagazzinata nel cervello. Si accede al ricordo vero e proprio.

Le cognizioni negative sono le credenze, la valutazione di sé davanti all’immagine: cosa si dice su se stesso quando richiama l’immagine. La cognizione dà significato all’emozione; in genere si tratta di pensieri irrazionali. Alcuni
esempi: «io sono impotente», «io sono debole» o «non sono all’altezza».

La cognizione positiva invece indica la direzione in cui andrà la risoluzione adattiva ecioè le cognizioni come: «io posso gestire la situazione», «io vado bene come persona»,«io valgo». Sono legate alla ristrutturazione cognitiva che dovrebbe avvenire una volta rielaborato il trauma.

Le emozioni in realtà riguardano il disagio che il paziente prova focalizzandosi sull’immagine e sulla cognizione negativa, cioè le sensazioni di tristezza, angoscia, impotenza. L’ultimo aspetto sono le sensazioni fisiche che prova il paziente, legate alle emozioni. La forza dell’EMDR consiste nell’evocare il ricordo traumatico in tutte le suecomponenti (visiva, emotiva, cognitiva e fisica, vale a dire attraverso le sensazioni del corpo), successivamente stimolando il sistema adattivo di elaborazionedell’informazione permette di spostare il ricordo verso una risoluzioneappropriata/positiva. Tale tecnica, deve la sua efficacia al fatto che si basa su un meccanismo innato del cervello e quindi la desensibilizzazione e la ristrutturazione cognitiva che avvengono durante le sedute di EMDR sarebbero il risultato dell’elaborazione adattiva a livello neurofisiologico (Shapiro, 1989).

Con l’EMDR è possibile accelerare la risoluzione di molti disturbi emotivi rispetto alle psicoterapie convenzionali . Le ricerche sperimentali e le valutazioni sulla sua efficacia hanno concluso che l’EMDR è uno strumento valido e specifico per il trattamento del PTSD.

4.2.1. Gli elementi base dell’EMDR.
L’intervento con EMDR è strutturato in 8 fasi che sono: anamnesi e raccolta, informazioni, preparazione del paziente, assessment, desensibilizzazione, installazionedella cognizione positiva, scansione corporea, chiusura e rivalutazione.
Il lavoro terapeutico si svolge quindi su diversi piani focalizzandosi soprattutto sul ricordo e su tutti gli elementi associati all’evento traumatico (gliaspetti più angoscianti di quel ricordo, i pensieri negativi associati ad esso, le emozioni, le sensazioni fisiche).

Le componenti del protocollo su cui impostare il trattamento e che il terapeutasegue costituiscono gli “elementi di base” da cui partire con la stimolazionebilaterale e questi sono: l’immagine che corrisponde alla parte peggiore o più disturbante dell’evento; la cognizione negativa che corrisponde alle parole che il paziente collega all’immagine del trauma e che esprimono laconvinzione attuale negativa che ha di sé e che continua ad influenzarlo nelpresente e quella positiva per stimolare le informazioni alternative adattive, che per interiorizzare pensieri positivi circa la propria persona.

Un altro elemento importante è l’emozione o il disturbo emotivo che provanel richiamare l’immagine associata alla cognizione negativa e dove localizzaquesto disturbo nel corpo, che viene misurato con la scala delle Unità Soggettive di Disturbo (SUD) di Wolpe (da 0 che corrisponde all’assenza didisturbo sino a 10 che indica il massimo livello di intensità del disagio) ;(Wolpe, 1991).

Riassumendo i risultati delle ricerche condotte in questi 15 anni sull’EMDR: è stato evidenziato che dal punto di vista clinico e diagnostico il paziente nonpresenta più la sintomatologia tipica del DPTS, già dopo poche sedute. Questo è evidenziato da varie fonti e caratteristiche della ricerca sull’EMDR: confronto della sua efficacia con altri trattamenti, valutazioni pre-post trattamento conrelativo follow-up e metanalisi sulle ricerche realizzate sull’EMDR, pubblicate sui giornali scientifici di psicologia e psichiatria. Uno studio riporta anche unparallelismo fra miglioramento clinico e recupero della funzione del Giro del cingolo anteriore e della corteccia prefrontale, normalmente inibite nei soggetti con DPTS (Levin, Lazrove e Kolk, 1999); sembra inoltre che al miglioramento clinico segua parallelamente il miglioramento delle funzioni mnesiche (Andrade, Kavanaugh e Baddeley, 1997); un altro studio dimostra come conla EMDR sia possibile normalizzare i livelli di glucocorticoidi24.

Questo apre delle strade molto promettenti dal punto di vista scientifico perla psicoterapia, permettendo, con l’approfondimento dell’applicazione delletecniche di brain imaging per la valutazione delle modificazioni indotte dalla psicoterapia, di dimostrare come il meccanismo d’azione possa essere essenzialmente psico-biologico.

Scrivi a Igor Vitale