Come curare il Disturbo Ossessivo Compulsivo

Una nuova cura per il disturbo ossessivo compulsivo

Trattamenti per il disturbo ossessivo compulsivo

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) rappresenta una situazione in cui la persona ha pensieri ripetuti (ossessioni) che generano ansia, spesso a seguito di tali pensieri, la persona ha bisogno di compiere delle compulsioni che hanno il ruolo di diminuire questo stato d’ansia.

Tale disturbo è affrontato in modalità molto diverse tra di loro, alcuni utilizzano una cura basata sull’approccio cognitivo comportamentale, altri utilizzano la cura farmacologica per il disturbo ossessivo compulsivo o anche la cura omeopatica.

Sono tre modalità che hanno vantaggi e svantaggi diversi ma tutti validi in qualche modo, tuttavia può capitare di non avere risultati con nessuno di questi tre metodi.

Secondo Zahi e Meyerson (2010), ricercatori israeliani, esistono nuovi metodi in grado di impattare notevolmente sul Disturbo Ossessivo Compulsivo in tempi relativamente brevi.

Secondo Zahi e Meyerson, per curare il Disturbo Ossessivo Compulsivo è possibile utilizzare un’integrazione tra ipnosi e metodo breve strategico i quali assieme raggiungono una buona efficacia. L’ipnosi è uno stato che la nostra coscienza produce naturalmente circa ogni ora e mezza. In questo stato non si perde il controllo, ma si acquisisce maggior controllo essendo possibile una grandissima focalizzazione su di sé. Proprio per questo motivo, in questo particolare stato di coscienza è possibile in qualche modo ristrutturare i propri pensieri e gestirli con maggiore efficacia. In questo particolare stato potenziante, la persona è in grado di rivolgere volontariamente la coscienza

In particolare i due autori suggeriscono l’integrazione tra l’intervento ipnotico combinato ai principi di psicologia positiva e gli approcci brevi e strategici (Fisch, Schlanger, 2002; Nardone, Portelli, 2013 – su vuoi conoscere meglio l’approccio strategico clicca qui!).

Secondo questi autori, una delle complessità nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo tramite  psicoterapia cognitivo comportamentale è la resistenza al trattamento, ovvero, la difficoltà del paziente nell’eseguire gli esercizi. Non è un caso se autori come Schruers et al. 2005, Pallanti et al., 2002) hanno riportato una percentuale di rifiuto del trattamento dal 30% al 60%.

Quando si usa l’ipnosi per la cura del disturbo ossessivo compulsivo non solo si permette alla persona di gestire e riorganizzare i propri pensieri disturbanti, ma si riesce efficacemente  a consegnare alla persona uno strumento facilmente utilizzabile senza ulteriori costi.

Nell’approccio proposto da Zahi e Meyerson, 2010, l’ancoraggio non verbale ha un ruolo preponderante, ma, per essere efficace necessita di una preparazione precedente.

In ipnosi, inoltre è possibile sostituire i rituali del disturbo ossessivo compulsivo come lavarsi le mani, controllare continuamente se la porta è chiusa correttamente, controllare i pomelli del gas, controllare che gli oggetti siano in un preciso ordine, con rituali più efficaci gestendo così anche l’ansia legata a tali pensieri. In particolare, durante l’ipnosi è possibile costruire catene associative tra gesti, azioni e pensieri in modo tale da portare una notevole riduzioni dei sintomi o una ristrutturazione degli aspetti più invalidanti.

Il presente articolo non ha valore medico o psicologico e non sostituisce l’intervento di uno psicologo se ritieni di aver bisogno di una consulenza psicologica contattami.

 

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