Le cause della discriminazione verso i sieropositivi (HIV – AIDS)

I sieropositivi subiscono spesso una discriminazione (HIV – AIDS)

Le persone con HIV vengono discriminate

Samanta Vara

Ancora oggi, senza nessuna giustificazione scientifica, ci sono persone sieropositive per l’HIV che subiscono discriminazioni ingiuste e intollerabili. Sebbene in Italia tali episodi siano molto meno gravi che nei paesi in via di sviluppo, non sono ancora del tutto debellati i pregiudizi che circondano questa malattia. Basti pensare che fino a 10 anni fa, in Italia, vigeva un Decreto del Ministro della Sanità che istituzionalizzava una vera e propria discriminazione nei confronti della minoranza omosessuale, in quanto il “Comunicato informativo sull’AIDS”, nella parte dedicata ai criteri di esclusione dalla donazione di sangue, indicava l’esclusione di persone che avessero o avessero avuto rapporti omosessuali. Diversi cittadini si sono così visti precludere la possibilità di compiere un atto altamente nobile, quello della donazione del sangue. Nonostante un nuovo decreto abbia modificato il precedente eliminando ogni riferimento all’orientamento sessuale, proprio pochi mesi fa ha fatto scalpore la notizia riportata dai quotidiani secondo la quale una ragazza è stata esclusa dalla donazione di sangue poiché si era dichiarata omosessuale.
La discriminazione delle persone HIV positive o presunte tali è considerata dall’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’ONU come la prima causa di fallimento delle campagne di prevenzione della malattia. Oggi per combattere l’AIDS dobbiamo prima sconfiggere i pregiudizi, lo stigma e la discriminazione che purtroppo ancora colpiscono le persone che hanno contratto l’HIV.

Un ruolo importante nella discriminazione è ricoperto dai mezzi di comunicazione; infatti questi, se da una parte hanno il merito di diffondere i messaggi di prevenzione della malattia, dall’altra agli stessi è da imputare parte del clima discriminatorio esistente nei confronti dei pazienti sieropositivi. Ancora oggi compaiono articoli in cui ci si riferisce all’AIDS come alla “peste” dei nostri giorni, con chiari riferimenti alla peste manzoniana. “Peste” viene chiamata ogni malattia sconosciuta, insidiosa e sempre mortale. Come nella peste manzoniana, anche in questo caso la diffusione della malattia viene immediatamente identificata con persone (gli untori) che divengono inevitabilmente oggetto di discriminazione e in alcuni casi di persecuzione.

In generale l’informazione diffusa dai media sulla prevenzione non gode di rigore scientifico,tuttavia le notizie sull’argomento riescono a trovare spazio sufficiente quando evocano paura. Per esempio la trasmissione della malattia tramite il bacio ritorna più o meno di moda, non esistano evidenze scientifiche e nonostante il Ministero della Sanità escluda questo tipo di contagio.

Scrivi a Igor Vitale