Euristica della simulazione – definizione

EURISTICA DELLA SIMULAZIONE

Il pensiero controfattuale consiste nell’immaginare scenari o situazioni alternativi che sarebbero potuti accadere, ma non sono accaduti. Con questo processo quindi smontiamo il nostro passato e ricostruiamo il futuro che si sarebbe potuto realizzare, ma che non è stato.

Il pensiero controfattuale influenza molto la comprensione degli eventi, degli altri e dei loro stati d’animo. Questa euristica è una variante dell’euristica della disponibilità in quanto anche questa viene applicata quando si riesce facilmente ad immaginare un esito alternativo.

Anche per questa euristica Kahneman e Tversky suggeriscono degli esempi esemplificativi:
il signor Crane ed il signor Tees dovevano prendere due diversi voli che partivano dallo stesso aeroporto alla stessa ora. Hanno viaggiato sullo stesso taxi per recarsi all’aeroporto, ma a causa dell’intenso traffico sono arrivati in aeroporto 30 minuti dopo l’orario di partenza dei loro voli. Al signor Crane venne comunicato al banco delle accettazioni che il suo volo era partito in orario, mentre al signor Tees hanno detto che il suo volo era partito con 25 minuti di ritardo.
Chi è due è più contrariato? Chi è il più triste?

Quasi tutti rispondono che sicuramente sarà il signor Tees il più contrariato tra i due, e ciò avviene perché perdendo per appena 5 minuti l’aereo si immagina che avremmo potuto prenderlo se solo una piccola azione fosse stata diversa, se solo fossimo partiti leggermente prima, se solo il semaforo fosse stato verde …

Quindi la facilità con cui gli esiti alternativi sono immaginabili da parte dell’individuo, tendono più estreme le reazioni affettive.
Medvec et al. (1995) monitorano le espressioni facciali dei secondi e terzi classificati alle olimpiadi del 1992 per valutare quanto il pensiero controfattuale influenzasse i loro stati d’animo.

Essi hanno osservato che i secondi classificati con la medaglia d’argento erano meno sorridenti dei bronzi, terzi classificati. Questo effetto è dovuto al fatto che gli argenti erano arrivati più vicini alla vittoria, e quindi risultava molto più facile a loro pensare ed immaginare variabili della loro gara che li avrebbero portati al primo posto,facendo quindi crescere il rammarico. I bronzi, più sorridenti dei secondi classificati, erano arrivati più vicini alla loro non vittoria, quindi per loro era molto più semplice pensare agli accadimenti possibili che li avrebbero portati fuori dal podio, motivo per cui sono più sorridenti.

di Elisa Arcangeli

Scrivi a Igor Vitale