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Come riconoscere la Sindrome di Asperger

Come riconoscere e affrontare la Sindrome di Asperger

di Gaia Baldoni

Sindrome di Asperger. Fu descritta da Hans Asperger nel 1944, anno in cui Kanner parlò per la prima volta di autismo. La descrizione fornita da Asperger, presentava delle differenze rispetto a quella di Kanner, in quanto il ritardo nel linguaggio si manifestava con minore frequenza, più comuni erano i problemi motori e l’esordio era maggiormente tardivo e in tutti i casi iniziali la patologia colpiva esclusivamente il sesso maschile. Inoltre, Asperger suggeriva che era possibile osservare problematiche dello stesso tipo anche in alcuni membri della famiglia, e particolarmente nei padri. Questa patologia, inizialmente ignorata, fu portata alla ribalta grazie alle osservazioni e a una serie di analisi di casi ad opera Lorna Wing (1981), comportando un uso sempre più frequente di questo termine nella pratica clinica.

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Oggi in virtù delle differenze con il disturbo autistico viene considerata come un sottogruppo dei disturbi dello spettro autistico. La sindrome di Asperger è un disturbo dello sviluppo a esordio precoce. L’incidenza è di 1 a 10: 10.000.

Le caratteristiche cliniche della sindrome descritte abitualmente includono:

1. mancanza di empatia;

2. interazione sociale limitata e inadeguata;

3. difficoltà nel relazionarsi con i pari e conseguente isolamento sociale;

4. linguaggio ripetitivo;

5. comunicazione non verbale ridotta;

6. interessi circoscritti a particolari ambiti;

7. movimenti disarmonici e posture bizzarre.

Il quoziente intellettivo è generalmente nella norma, e il riconoscimento della patologia è spesso tardivo, rispetto alla diagnosi di autismo, in quanto le abilità linguistiche e cognitive non subiscono gravi compromissioni.18 È interessante notare come la definizione della sindrome di Asperger nel DSM-IV si rifaccia a quella sull’autismo, per cui alcuni dei criteri implicano l’assenza di anomalie in alcune aree di funzionamento che sono invece affette nell’autismo. I criteri riportati nel DSM-IV sono i seguenti:

A. Compromissione qualitativa nell’interazione sociale, come manifestato da almeno 2 dei seguenti:
– marcata compromissione nell’uso di diversi comportamenti non verbali come lo sguardo diretto, l’espressione mimica, le posture corporee e i gesti che regolano l’interazione sociale
– incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei adeguate al livello di sviluppo
– mancanza di ricerca spontanea della condivisione di gioie, interessi o obiettivi con altre persone (per es. non mostrare, portare o richiamare l’attenzione di altre persone su oggetti di proprio interesse)
– mancanza di reciprocità sociale o emotiva.

B. Modalità di comportamento, interessi, e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati, come manifestato da almeno uno dei seguenti:
– Dedizione assorbente ad uno o più tipi di interessi stereotipati e ristretti, che risultano anomali o per intensità o per focalizzazione
– Sottomissione del tutto rigida ad inutili abitudini o rituali specifici
– Manierismi motori stereotipati e ripetitivi (per es sbattere o torcere le mani o le dita o movimenti complessi di tutto il corpo)
– Persistente eccessivo interesse per parti di oggetti

C. L’anomalia causa compromissione clinicamente significativa dell’area sociale, lavorativa o di altre aree importanti del funzionamento

D. Non vi è un ritardo del linguaggio clinicamente significativo (per es., all’età di 2 anni sono usate parole singole, all’età di 3 anni sono usate frasi comunicative).

E. Non vi è un ritardo clinicamente significativo dello sviluppo cognitivo o dello sviluppo di capacità di autoaccudimento adeguate all’età, del comportamento adattivo (tranne che nell’interazione sociale) e della curiosità per l’ambiente nella fanciullezza.

F. Non risultano soddisfatti i criteri per un altro specifico Disturbo Generalizzato dello Sviluppo o per la Schizofrenia.

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