Carattere Schizoide in Bioenergetica

Si può affermare come la differenza tra un soggetto schizoide e schizofrenico sia di carattere quantitativo, essendo la qualità delle sensazioni avvertite simili ma meno intense. Le tendenze prevalenti sono quelle legate alla scissione dei processi sia mentali che fisici. “Le persone che senza avere una vera psicosi presentano tuttavia singoli tratti o meccanismi del tipo schizofrenico sono state definite col termine schizoide (…)” (Fenichel O., 1946).

Se è presente una predisposizione psicotica saranno le circostanze a determinarne un eventuale aggravamento. Il tratto caratteristico è la mancanza di continuità che si manifesta tanto negli atteggiamenti psichici che in quelli corporei. Il rapporto che lo schizoide ha con se stesso è simile a quello che una persona sana ha con i propri vestiti (Lowe A., 1985), essi infatti è come se facessero parte del proprio sé in maniera superficiale, questa ipotesi sostiene l’idea che l’Io dello schizoide è debole, incapace di autoaffermarsi.

Se l’affermazione di fondo del carattere masochista è ‘ io non voglio’ e quella del carattere orale ‘ io non posso’, quella del carattere schizoide le contiene entrambe nel suo Io difficilmente integrato che si muove in tutte le direzioni per poi abbandonarle per mancanza di corrispondenza con il mondo materiale. Lo schizoide è ipersensibile, i confini del suo Io sono molto fragili e questo gli impedisce di autoaffermarsi, le relazioni non possono essere approfondite perché rischierebbe di sentirsi fortemente minacciato, si destabilizzerebbe (Lowen A., 1975). L’aggressività con crolla ma semplicemente svanisce, tutto in questo tipo caratteriale richiama infatti ad una presenza ‘vaporosa’ poco definita. Il motivo lo si può rintracciare nell’assenza di difese rigide che infatti permettono un buon contatto emotivo con il terapeuta.

Lo schizoide agisce nella realtà perché è fisicamente integro, unito, ma non possiede la convinzione che le sue idee siano reali. Infatti la critica alla materialità e una tendenza alla spiritualità profonda sono un tratto caratteristico che si ritrova spesso in questi individui; la tendenza alla profondità rispecchia dunque le sue difese, si potrebbe dire che i suoi confini sono ‘tratteggiati’; tutto può penetrarlo ed eventualmente distruggerlo, è per questo che rifugge dalle vere relazioni. Se nello schizofrenico l’Io si frantuma, lo schizoide può evitarlo, ma il suo debole Io deve essere trattenuto (Lowen A., 1985).

D’altra parte la sua capacità di provare sentimenti spirituali è vasta, è una persona piena di tenerezza e simpatia, ma non riesce ad ancorare la sua spiritualità ad un oggetto reale, perché appunto non è identificato con il suo Io e questo lo porta a disperdersi poiché nei casi più gravi la percezione è scissa dalla sensazione (Reich W., 1933). Anche a livello corporeo la sua struttura riflette queste caratteristiche.

Atteggiamento Corporeo del Carattere Schizoide

La testa non sembra attaccata stabilmente al collo, spesso viene inclinata e si ha la sensazione che possa ruotare completamente su se stessa (Lowen A., 1975). L’atteggiamento corporeo è di distacco, il corpo è spinto all’infuori dalla linea verticale che lo attraversa; esiste una contrazione significativa alla base del cranio, il viso appare morto, eccessivamente statico, la bocca non è minimamente espressiva. Appare come un individuo non tetro ma freddo. Il resto del corpo non prende parte all’azione, il busto non interagisce con il movimento delle braccia. La cavità toracica e addominale non partecipano simultaneamente all’azione respiratoria: ispirando il ventre al posto di espandersi si ritira, e viene spinto all’infuori nell’atto espiratorio.

In poche parole fa l’esatto opposto rispetto a quello che questa azione richiede.

Il corpo come il resto della sua personalità è divisa in parte superiore e inferiore, i vari segmenti sono scissi, la gravità della patologia è determinata dall’aspetto quantitativo di questo stato. I blocchi principali nel funzionamento schizoide sono la divisione della testa dal resto del corpo, per questo avverte le sue idee come irreali, il corpo è diviso anche a livello del diaframma e le estremità del corpo non agiscono funzionalmente con il busto, si potrebbe dire che il corpo rimane unito perché racchiuso dentro la pelle, la fragilità di questa barriera rende bene l’idea del sentire schizoide. Comunque rispetto allo schizofrenico lo schizoide possiede un Io meglio organizzato, la terapia deve comunque seguire binari simili per entrambi, poiché entrambi non hanno difese al servizio dell’Io. Essi non possono opporre resistenza, l’unica possibile è la sfiducia iniziale nei confronti del terapeuta che verrà abbattuta una volta che si sentiranno capiti. (Lowen A., 1975). La loro estrema sensibilità gli permette di vedere meglio nel terapeuta di quanto lui non faccia con loro, il limite a cui devono sottostare è l’incapacità di rielaborazione. L’agente curativo è il calore terapeutico che può essere da loro facilmente avvertita grazie alla quasi totale assenza di difese. In questo consiste la differenza tra il funzionamento schizoide e nevrotico; il primo una volta data la fiducia non la ritrarrà più, sa che il contatto è reale se è stato capace di avvertirlo, il nevrotico continuerà a mettere in dubbio il rapporto con il terapeuta, ogni manifestazione di affetto sarà criticata finché la difesa nevrotica non viene eliminata. (Lowen A., 1985).

Lo schizoide chiede di essere capito, pretende che si capisca il suo mondo, ma non quello allucinogeno, ma quello dei sentimenti spirituali a cui essi hanno accesso.

di Mattia Manoni

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