Mentoring: definizione in psicologia del lavoro

In un recente lavoro, Law e collaboratori (2007) propongono un’utile distinzione tra coaching e mentoring: il primo viene descritto come un processo relativamente breve focalizzato sulla prestazione, mentre il secondo viene definito come un approccio centrato sullo sviluppo a 360° della persona, mediante una relazione a lungo termine che affronta questioni connesse alla crescita personale e professionale, all’integrazione culturale nell’organizzazione e al processo di carriera. Inoltre, mentre il coaching viene realizzato dal responsabile, il mentoring ha come figura di formatore (mentore) un collega più anziano ed esperto che però non dovrebbe avare nei confronti del formando (mente) una responsabilità gerarchica diretta (Quaglino, Cortese, 1997). Tale funzione di guida è stata successivamente analizzata da Kram (1985), distinguendo tra funzioni di carriera e funzioni psicosociali. Le prime vengono definite come quegli aspetti della relazione che insegnano a superare gli ostacoli e preparano agli avanzamenti in organizzazione, le seconde, invece sono definite come gli aspetti che alimentano il senso di competenza, di identità e di efficacia in un ruolo lavorativo e , al tempo stesso, nella vita più in generale. Numerose ricerche hanno confermato il potenziale di apprendimento insito in una relazione di mentoring, tanto informale quanto formale, ma se il primo sembra essere più efficace, il secondo contiene meglio i rischi di derive negative nella relazione.

di Giovanni Montesano

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