Perché mi sento sempre sottomesso a tutti? Le cause della personalità dipendente

Un atteggiamento sottomesso nei confronti degli altri può avere una miriade di significati; il paziente dipendente cerca persone che si prendano cura di lui a causa di ansie più profonde. L’aggrapparsi agli altri dei pazienti dipendenti spesso maschera l’aggressività; può essere visto come una formazione di compromesso, nel senso che difende dall’ostilità che contemporaneamente viene espressa. La persona che costituisce l’oggetto dell’attaccamento del paziente dipendente può percepire le richieste di quest’ultimo come assillanti e ostili. Inoltre può essere un modo per evitare la riattivazione di esperienze traumatiche del passato (Gabbard, 2007).

Secondo la teoria psicoanalitica classica la dipendenza sarebbe strettamente connessa agli eventi databili allo stadio orale dello sviluppo psicosessuale: la frustrazione o la complementare eccessiva gratificazione dei desideri di questa fase determinerebbero una fissazione testimoniata dal permanere di desideri di matrice orale e da tratti di carattere spiegabili come una formazione reattiva o una sublimazione di questi desideri. Una personalità orale-dipendente che si sottometterà alla volontà altrui per ottenere sostegno e nutrimento anche in età adulta, dimostrando una propensione a ricorrere al cibo, fumo, bere , come strumenti di gratificazione dei desideri e difesa contro l’angoscia; avrà un atteggiamento tendenzialmente passivo o recriminatorio verso le persone e le situazioni da cui può ottenere gratificazioni o subire frustrazioni.

Con l’affermarsi dei modelli delle relazioni oggettuali e dell’attaccamento si sviluppano letture alternative : viene de-enfatizzato il ruolo delle attività orali come fattore centrale nello sviluppo del pattern comportamentale del carattere orale e viene ipotizzato il ruolo  delle qualità globali della relazione bambino-caregiver nello sviluppo dei tratti di dipendenza. Importanti contributi per la comprensione della personalità dipendente provengono anche dalla teoria dell’apprendimento sociale: Bandura (1977) ipotizza che il comportamento dipendente venga appreso nel contesto della relazione bambino-caregiver, grazie anche al rinforzo dell’adulto significativo, per poi essere generalizzato nel corso dello sviluppo a soggetti diversi, quali insegnanti, compagni, amici. Anche Bornstein (1993) e la Benjamin (1996) sostengono l’esistenza di un legame diretto tra un atteggiamento parentale iperprotettivo-autoritario e lo sviluppo di tratti di personalità dipendente in età infantile, con conseguente rinforzo di comportamenti dipendenti che impediscono la nascita di quell’autonomia che si sviluppa tramite l’apprendimento per tentativi ed errori  (Lingiardi, 2004).

Altro contributo essenziale arriva dalla psicologia del sé (Kohut ,1978): da questa prospettiva l’adulto che dipende in modo patologico da un’altra persona per  la propria sopravvivenza fisica e psicologica è una persona che nel corso dell’infanzia non ha avuto la possibilità di sviluppare una struttura psichica adeguata a causa dei fallimenti empatici dei suoi oggetti-sè.

Altri autori hanno invece sottolineato la centralità dei processi di autoregolazione e regolazione reciproca degli stati psicofisiologici del sé: la regolazione dei cicli alimentari, del ritmo sonno-veglia , delle emozioni e dell’autostima sono processi che fin dall’inizio avvengono in contesti diadici o multipersonali. La capacità di autoregolazione interagisce per tutta la vita con la regolazione relazionale reciproca, e la patologia si struttura in quei contesti relazionali che inibiscono l’oscillazione dialettica tra la necessità di regolare se stessi e quella di regolare la propria relazione con l’altro.

di Silvia Diolaiuti

consulenzapsicologica

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