Come comunicare con il proprio gatto

gattoGli animali da compagnia, fin dalle prime civiltà, hanno avuto un rapporto unico con gli esseri umani (Ross-Barton & Baron-Sorensen, 1998) infatti fu scoperto un antico scheletro, di 14000 anni, trovato con le mani avvolte intorno allo scheletro di un animale (Arkow, 1987).

 L’uomo e l’animale appartengono a due specie diverse che differiscono in abilità percettive, istintuali, negli interessi, nelle modalità di sviluppo e nei modi di comunicare. Nonostante queste caratteristiche, l’uomo e l’animale possono trovare dei punti in comune fino ad instaurare un rapporto profondo e duraturo.

Per capire quali esigenze ed aspettative sociali abbiano ad esempio un gatto o un cane e quale tipo di relazione riescano ad avere verso gli uomini, bisogna innanzitutto analizzarli nel suo ambiente naturale.

Partendo dal presupposto che nessun mammifero è totalmente refrattario ad instaurare rapporti affettivi allargati poiché le basi della socialità sono sviluppate dal rapporto precoce con la madre, tuttavia il cane è, per sua natura, dedito a far parte di un gruppo e a dipendere da esso a differenza del gatto che tende ad avere un rapporto con l’uomo più di costi e benefici, come ad esempio quando sceglie un padrone piuttosto che un altro perché quello gli dà il cibo più fresco e buono, perciò viene considerato un opportunista.

Anche il cane attua questa “politica”, ma poiché la socialità di questo animale garantisce la sua sopravvivenza e l’unione del gruppo, il cane tende ad essere “fedele”. Come disse Lorenz K. “E’ molto singolare osservare come nasce e si evolve il legame affettivo di un cucciolo di razza lupina con una determinata persona…nella famiglia umana, il cane cresce isolato dai suoi simili e genitore e capo branco si identificano nella stessa persona. Il processo è molto simile a quello che induce l’uomo adolescente, al tempo della pubertà, a staccarsi dalla famiglia e ad andare per la sua strada, seguendo i propri ideali…“.

Per quanto riguarda la comunicazione, gli animali utilizzano gli stessi segnali in contesti diversi e riferiscono significati completamente opposti che sfuggono all’attenzione umana e che hanno portato, ad esempio, alla scoperta di due tipi di fusa del gatto: quelle per appagamento e quelle di richiesta urgente (Mc Comb et al.,2009). Mentre a noi umani resta difficile comprendere i loro segnali, gli animali riescono a cogliere i nostri con maggiore facilità sia per l’attenzione che prestano al nostro linguaggio non verbale fatto di gesti precisi, sia per il legame di dipendenza che permette loro di rimanere sempre al nostro fianco.

Un esempio chiaro potrebbe essere quello del gatto che utilizza il canale comunicativo acustico con moderazione quando si rivolge ad altri felini mentre con i proprietari cambia la larghezza del suono aumentandola. Nicastro e Owren (2003) hanno effettuato uno studio facendo ascoltare a due gruppi di umani, l’uno abituato ai gatti e l’altro che non era a conoscenza del loro linguaggio, cinque caratteristiche vocalizzazioni feline; è emerso che l’inesperto individuava solamente i gridi di dolore e di spavento ma che, se i suoni venivano ripetuti dagli animali, anche questi riuscivano a interpretare il vero significato.

In ultima analisi bisogna sottolineare il fatto che, solo in casi rari, il gatto privilegia il legame con l’umano ma piuttosto preferisce conoscere bene l’ambiente in cui vive e ciò gli permette la sopravvivenza a differenza del cane che trova quella garanzia nella fedeltà al branco.

Queste caratteristiche etologiche influiscono sul modo e sull’intensità di un futuro rapporto che gli animali instaureranno con i loro compagni umani, ma naturalmente, anche l’uomo con la sua disponibilità affettiva e con il suo grado di attaccamento all’animale, favorirà la buona riuscita del rapporto e ciò influenzerà entrambi i componenti.

In uno studio sui gatti, Tuner (1991) trovò che una relazione migliore tra proprietario e animale si poteva avere in termini di frequenza e durata del contatto quando l’iniziativa all’approccio avveniva da parte del felino: se il padrone non rispondeva adeguatamente alle richieste dell’animale, questo interrompeva il contatto in tempi brevi.

di Gessica Mattiacci

Scrivi a Igor Vitale