Disturbo bipolare: stato misto – essere depressi ed in uno stato maniacale contemporaneamente

Alcuni pazienti bipolari presentano contemporaneamente sintomi depressivi e maniacali (stato misto). I sintomi in genere consistono in depressione e irritabilità che si presentano contemporaneamente o in rapida successione. Le persone che hanno sperimentato stati misti riferiscono in una situazione molto spiacevole (disforia).

sintomi del disturbo bipolare possono esordire ad ogni età e , in molte persone, il disturbo si presenta per la prima volta con una depressione durante l‟adolescenza. La depressione può comparire più volte prima che si manifesti il primo episodio maniacale.

Molti pazienti non sperimentano mai un episodio maniacale franco ma presentano uno stato ipomaniacale ( un aumento moderato del tono dell‟umore o del livello di attività) che si alterna con uno stato depressivo. Superata la fase dell‟ipomania la persona ritorna al suo normale livello di funzionamento.

A meno che la depressione non si associ a tentativi di suicidio, la malattia può essere sottovalutata fino alla 15
comparsa del primo episodio maniacale, che rende evidente a tutti la gravità della situazione e che bisogna fare qualcosa. Frequentemente il ricovero è necessario per il trattamento della mania nella sua forma franca. Molte delle persone che non sono in cura presentano un aumento della frequenza dei cicli di scompenso, con lunghi periodi di disabilità che aumentano con l‟avanzare dell‟età. Invece la maggior parte dei pazienti che seguono una cura adeguata, gradualmente vanno incontro ad una maggiore stabilità del loro umore con scompensi meno frequenti e meno gravi (DSM – IV).

Questi cambiamenti richiedono spesso molti anni per diventare veramente stabili. Bisogna considerare al proposito che ogni scompenso, sia di tipo depressivo che maniacale, spesso produce notevoli danni in molte aree della vita della persona
colpita: alcune persone possono perdere il lavoro, avere problemi familiari e nelle relazioni con altre persone ed il tempo necessario per porre rimedio a tali danni è ovviamente più lungo di quello richiesto per produrli.

Raffrontato con il resto della popolazione, le persone con un disturbo bipolare presentano un maggior rischio di
suicidio.

Gli impulsi suicidi possono essere cronicamente presenti o presentarsi in alcuni momenti particolari. Il rischio di suicidio è grandemente ridotto, sebbene non del tutto scongiurato, con il trattamento con farmaci e regolatori dell’umore (Goodwin F.K., Jamison K.R., 1990).

L’ambiente in cui una persona vive sembra essere determinante perché il disturbo si manifesti o meno. Un‟altra ipotesi è che i cambiamenti chimici del cervello causano disturbi dell’umore; tuttavia è stato considerato che molti di questi cambiamenti possono essere scatenati dalle condizioni ambientali in cui vive un dato individuo.

La depressione può essere causata dal modo di interpretare e considerare situazioni e persone. Le persone depresse di solito tendono ad analizzare una situazione come se  non ci fosse via di scampo, ossia in un modo che non permette ripensamenti che possono rimettere a posto la situazione. Il fallimento è devastante perché è una situazione immutabile e può scatenare la depressione.

La mancanza di capacità comunicativa dovuta all‟inesperienza, alla timidezza, all’uso di alcool o di droghe fin dall’adolescenza che crea una dipendenza ancora nell’età adulta, o una situazione familiare precaria che ha reso una persona insicura, possono contribuire a rendere un individuo vulnerabile alla depressione.

Per alcune persone lo stress è uno dei principali fattori scatenanti; lo stress può accumularsi e scatenare la malattia nel giro di un mese.

È stato recentemente notato che la depressione è contagiosa e la scia la persona depressa ancora più sola perché gli altri iniziano a evitarla.

Si ritiene che la depressione post-parto, che insieme ai sintomi tipici della depressione, è accompagnata dall‟incapacità di occuparsi del bambino, sia causata da carenze di sostanze nutritive (Gitlin M.J., Swendsen J., 1995).

di Paola Di Donato

 

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