La genetica del disturbo bipolare

 

Alcuni ricercatori statunitensi ritengono di poter inserire alcune famiglie nello studio che potrebbero aiutarli a individuare il gene responsabile sia del disturbo bipolare che della schizofrenia. Loro, partendo dal presupposto che i cromosomi 13 e 22 potrebbero contenere i geni responsabili di entrambi i disturbi, si sono concentrati su famiglie affette dalla forma psicotica del disturbo bipolare, che causa allucinazioni e deliri. Hanno utilizzato il concetto dei due cerchi parzialmente sovrapposti, uno contenente tutti i geni della schizofrenia e l‟altro tutti i geni del disturbo bipolare (Hahn C.G., Friedman E., 2004).

L’intersezione dei due cerchi contiene i geni comuni ad entrambe le malattie ed al disturbo bipolare psicotico. I ricercatori hanno estratto il DNA dalle cellule del sangue e hanno effettuato analisi per individuare sequenze corrispondenti, più
probabili in persone affette da una malattia mentale che in quelle sane. Notando la posizione di questi markers sui cromosomi, sono stati in grado di restringere il campo ai geni cercati.26

Delle 65 famiglie bipolari studiate, le 10 che avevano 3 o più membri affetti da disturbo bipolare psicotico hanno mostrato forti correlazioni genetiche con regioni specifiche sui cromosomi 13 e 22. Le altre famiglie hanno rivelato poche correlazioni
o nessuna con queste due regioni. Definire chiaramente il ruolo genetico nel disturbo bipolare è complicato, perché i sintomi sono molto diversificati anche all‟interno di una stessa famiglia.

È probabile che molti geni differenti e fattori ambientali possono causare una qualsiasi malattia mentale (Hahn C.G., Friendman E., 2004).
Ma i ricercatori hanno avuto la conferma dell‟ipotesi che i geni responsabili della forma psicotica del disturbo bipolare si trovassero nella medesima regione che mostrava correlazioni con il disturbo bipolare e la schizofrenia. Questi “geni
sovrapposti” potrebbero portare anomalie cerebrali condivise da disturbo bipolare e schizofrenia – spiegando così perché gli stessi farmaci antipsicotici sono efficaci per entrambi i disturbi (Barbaresi W.J., Katusic S.K., 2002).

di Paola Di Donato

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