I Test proiettivi in psicologia: interpretazioni e significato

I test proiettivi sono raggruppabili a seconda di come lo stimolo viene strutturato: Nei metodi costitutivi (come ad esempio il Rorschach) il soggetto deve assegnare una forma (reale o immaginaria) ad un materiale non strutturato o strutturato solo parzialmente;

Nei metodi interpretativi (come il TAT) il soggetto deve elaborare degli stimoli e deve dar loro un significato che deve esprimere un continuum tra passato, presente e futuro, e che deve svelare i suoi bisogni e carenze;

Nei metodi costruttivi (come il reattivo di Wartegg) il soggetto si avvale di un materiale definito per forma e grandezza per costruire un modello che abbia un significato compiuto e che esprima i bisogni della personalità del soggetto.

Tra i diversi test proiettivi quelli che trovano maggiore applicazione in un contesto di selezione sono:

  1. Il test di Rorschach: è il più noto e il più usato dei test proiettivi e si basa sull’intuizione di un medico svizzero, Hermann Rorschach (1921), che propose di utilizzare macchie d’inchiostro simmetriche per valutare caratteristiche della personalità non cognitive, invece che per valutare la creatività o altre caratteristiche cognitive. Rorschach non intendeva creare uno strumento di misura, e parla di questo test come di un esperimento. Il test è costituito da 10 tavole, ognuna delle quali presenta, su uno sfondo bianco, una macchia di inchiostro, nero e/o colorato, a simmetria bilaterale, alla quale il soggetto deve attribuire un significato. Per quanto riguarda l’interpretazione si prende nota della posizione in cui ogni tavola viene tenuta dal soggetto, del tempo trascorso tra la presentazione e la prima risposta, e del contenuto dell’interpretazione. Finita la presentazione delle tavole, viene svolta la cosiddetta “inchiesta”, vengono ripresentate cioè le tavole al soggetto per stabilire la localizzazione (la zona della macchia a cui si riferiva la risposta), le qualità percettive delle macchie (forma, colore, movimento ecc.), il contenuto (umano, animale, inanimato, ecc.) e l’originalità (interpretazioni che non rientrano fra quelle che vengono fornite più comunemente). Le risposte ottenute vengono “siglate”, vengono cioè contrassegnate con simboli che indicano la categoria alla quale appartengono. Ad ogni sigla viene generalmente attribuito un significato psicologico. Nell’interpretazione si tiene conto anche di altri aspetti non quantificabili come lo shock (reazione emotiva davanti alla tavola, imbarazzo,esclamazioni ecc.), il rifiuto (incapacità di dare una risposta ad una tavola), la perseverazione (ripetizione di una risposta a più tavole). 
  2. Lo Zulliger test: o Z test è stato ideato nel 1942, per l’uso esclusivo delle Forze Armate svizzere. Gli psicologi militari svizzeri si erano proposti di utilizzare le tavole di Rorschach, ma questa impostazione avrebbe comportato un tempo di esame troppo lungo, perciò si propose di effettuare un’elaborazione collettiva che includesse delle prove indipendenti dalla serie originale e che nello stesso tempo fossero più semplici e quindi somministrabili collettivamente. Partendo da circa 600 macchie, alla fine ne vennero selezionate tre. Questa tecnica, rispetto all’originaria tecnica del Rorschach, consente di velocizzare i tempi di somministrazione nei contesti di selezione del personale.
  3. Test di Appercezione Tematica: (TAT; Murray, 1943) test proiettivo utilizzato nella rilevazione di emozioni e conflitti della personalità. Lo strumento permette di rilevare vissuti emotivo-affettivi profondi e processi cognitivi, fornendo un’analisi globale dell’intera personalità. Secondo Murray, infatti, il soggetto, attraverso la creazione di un racconto sulla base di uno stimolo poco definito o ambiguo, esprimerebbe bisogni, fantasie e atteggiamenti caratteristici della sua personalità. Il TAT è composto da 31 tavole, 11 uguali per tutti i soggetti e 20 specifiche in funzione dell’età (maggiore o minore di 14 anni) e del sesso del soggetto, che presentano (tutte ad eccezione di una che è bianca) disegni, fotografie, riproduzione di quadri in bianco e nero, di significato ambiguo in cui compaiono uno o più personaggi. Ad ogni soggetto vengono presentate in sequenza 20 tavole, invitandolo a costruire per ciascuna una storia nella quale vengono descritti gli antecedenti del fatto, la situazione attuale e la conclusione della storia. Al termine della somministrazione si procede all’inchiesta per chiarire le motivazioni e gli eventuali riferimenti personali che emergono dalle risposte. Rispetto al Rorschach, che è più indicato per lo studio della personalità di base e delle tendenze individuali, il TAT consente di esplorare gli aspetti nevrotici e psicotici del soggetto
  4. Test di Wartegg (o reattivo di disegno): (Wartegg 1958, prima versione) può essere considerato un test proiettivo grafico, creato allo scopo di rilevare le relazioni esistenti tra le funzioni percettive e quelle pulsionali. Su un foglio di carta sono stampati 8 quadrati all’interno dei quali, su uno sfondo bianco, vi sono dei segni che hanno la potenzialità di favorire impulsi motori legati all’oggettività degli stessi stimoli percettivi. Il compito consiste nella realizzazione grafica di qualsiasi contenuto mentale che utilizzi i segni grafici già presenti nei vari quadrati, secondo la successione che viene scelta spontaneamente dal soggetto.

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